Shein apre un negozio a Parigi dopo lo scandalo delle bambole gonfiabili bambine
Dopo una denuncia per aver commercializzato bambole gonfiabili dalle sembianze infantili, il colosso del fast fashion Shein apre, fra polemiche e proteste, il suo primo store in Francia.
Pochi giorni fa l’Autorità per la Concorrenza e la Repressione delle Frodi ha denunciato la cinese Shein – uno dei principali marchi di fast fashion e oggettistica orientali che vendono in Europa – per aver commercializzato bambole gonfiabili a contenuto pedopornografico. ” il sito di e-commerce vendeva bambole sessuali dall’aspetto infantile – ha spiegato l’Autorità – e la loro descrizione e categorizzazione sul sito lasciano pochi dubbi sulla natura pedopornografica del contenuto”. Secondo l’azienda la messa in vendita del prodotto è dipesa da “un malfunzionamento dei nostri processi e della nostra governance”.
Nonostante questo sia il terzo provvedimento legale che le autorità francesi emettono nei confronti di Shein, l’azienda cinese ha appena inaugurato il suo primo punto vendita fisico nel paese transaplino, a Parigi, con altre cinque inaugurazioni in programma in diverse città della Francia. La cerimonia di apertura si è svolta in un clima di grande tensione, poiché decine di attivisti e attiviste si sono radunati davanti al grande magazzino Bhv – sede dello Shein store, protetto da numerosi agenti in tenuta anti-sommossa – per manifestare il proprio dissenso.
ADNKronos fornisce una cronaca delle proteste: “Nelle vicinanze, un gruppo di attivisti per i diritti dei bambini ha organizzato una protesta, mostrando i cartelli ‘Proteggete i bambini, non Shein‘. Proteste che si aggiungono a quelle sulle condizioni di lavoro adottate nelle fabbriche di Shein e per l’impatto ambientale del suo modello di business ultra-fast fashion, alla base dell’opposizione all’arrivo in Francia di Shein da parte di politici, sindacati e grandi marchi della moda”.
Anche l’Italia tiene d’occhio la politica aziendale ad alto impatto sociale e aziendale di Shein. Quest’estate l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha comminato una multa di oltre un 1 milione di euro al colosso cinese per aver ingannato i consumatori in merito all’impatto ambientale dei suoi prodotti. Il provvedimento è frutto anche della segnalazione di un gruppo di associazioni di consumatori europee, fra cui Altroconsumo, che hanno poi commentato: “Questa sanzione dimostra che le nostre denunce erano fondate. Shein non si limita a usare dark pattern per spingere agli acquisti compulsivi, ma mente anche sull’impatto ambientale“.
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