TFA, pesticidi e PFAS: il nuovo allarme ambientale lanciato da PAN Europe
L’organizzazione PAN Europe pubblica un position paper sull’acido trifluoroacetico (TFA), un contaminante tossico e persistente, presente ormai in acque e vini. Il documento chiede all’Europa di vietare i pesticidi PFAS.
Un inquinante invisibile si sta diffondendo ovunque: si chiama acido trifluoroacetico (TFA), appartiene alla famiglia delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) ed è il prodotto finale della degradazione di pesticidi e altre sostanze fluorurate. Non si degrada, si accumula nell’acqua e le sue concentrazioni stanno aumentando in modo irreversibile. A lanciare l’allarme è PAN Europe, che ha diffuso un position paper dettagliato sull’acido trifluoroacetico. Il documento mette in luce i rischi ambientali e sanitari legati a questa molecola e chiede un’azione urgente da parte dell’Unione Europea.
Secondo i dati raccolti, il TFA è ormai presente in tutte le acque analizzate in Europa. Le analisi condotte da PAN Europe su campioni di acqua potabile, acque minerali e piovane in dieci Paesi europei hanno trovato il TFA in ogni singolo campione, con livelli spesso superiori ai limiti di sicurezza. Il 94% dei rubinetti testati e due terzi delle acque in bottiglia risultano contaminati. Ma il problema non riguarda solo l’acqua. Anche il vino è coinvolto: nei campioni prodotti tra il 2021 e il 2024 sono state rilevate concentrazioni elevate di TFA, assente invece nei vini precedenti agli anni ’90. Più pesticidi nel vigneto, più TFA nel bicchiere.
Le conseguenze per la salute sono ancora sottovalutate. Studi recenti hanno documentato effetti tossici su organi vitali, fertilità e sviluppo prenatale negli animali esposti. Le nuove ricerche smentiscono l’idea che i PFAS “a catena corta” siano sicuri. In Germania, l’Agenzia per l’ambiente (UBA) propone ora di classificare il TFA come sostanza tossica per la riproduzione. E mentre la Commissione Europea discute un divieto quasi totale dei PFAS, cresce la pressione per agire prima, iniziando dai pesticidi.
Il TFA supera spesso i limiti di legge e dovrebbe già far scattare il ritiro di diversi fitofarmaci. Secondo la stessa UBA, la maggior parte del TFA disperso nell’ambiente proviene proprio dai pesticidi fluorurati e non dai gas refrigeranti, come sostenuto da parte dell’industria. Sfatare questo mito è fondamentale per fermare l’inquinamento alla fonte. In Italia, Greenpeace ha rilevato TFA nel 40% dei campioni di acqua potabile testati.
Proprio in questi mesi il governo italiano ha introdotto per la prima volta limiti nazionali per alcune sostanze della famiglia PFAS, tra cui anche l’acido trifluoroacetico (TFA). Un primo passo, ma ancora insufficiente secondo PAN Europe. Il position paper si conclude con un messaggio netto: fermare subito la diffusione del TFA significa vietare i pesticidi PFAS e intervenire a monte del problema. Ogni ritardo, avverte il documento, rende l’inquinamento ancora più irreversibile.







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