Ponte sullo Stretto, i conti che non tornano – INMR Sicilia #19
I no della Corte dei Conti al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, un nuovo modello di inclusività a Catania, pomodori e Salmonella e il nuovo piano energetico ambientale.
Fonti
Fonti
#Ponte sullo Stretto
Giornale Radio – Il progetto del Ponte sullo stretto si allontana. La Corte dei Conti boccia un altro atto amministrativo
LiveSicilia.it – Morelli: “Il ponte sullo Stretto si farà, è un’opera fondamentale”
Il Giornale Dell’Ambiente – Volete il Ponte? Lo pagate con i vostri soldi. Così la Corte dei conti al governo
#Inclusività
Corriere della Sera – Uno spazio per i senza dimora aperto anche ai loro animali. Anche Catania sceglie l’inclusività
QdS.it – Malessere Sicilia: l’Isola si “allontana” dal Paese. Crescono i divari su salute, istruzione e povertà
MessinaToday – Povertà in Italia, Sicilia tra le regioni più fragili: “Concentrare gli sforzi su quattro territori chiave”
L’Indipendente – Sfratti veloci se non paghi due mesi di affitto: la proposta di Fratelli d’Italia
#Pomodorini e salmonella
L’Indipendente – Pericolo salmonella nei pomodorini siciliani? Come stanno realmente le cose
Il Sole 24Ore – Salmonella e pomodorini siciliani, il ministero della Salute: come proteggersi dal rischio
Report – Focolaio prolungato di Salmonella Strathcona ST2559 in diversi paesi collegato al consumo di pomodori nell’Unione Europea/Spazio Economico Europeo – primo aggiornamento
#Piano energetico ambientale
Rinnovabili – Sicilia, aggiornato il Piano energetico ambientale
Legambiente – Il decalogo Legambiente per decarbonizzare la Sicilia e l’Agenda Sicilia Carbon Free
#SCC
Italia che Cambia – Oltre Capitale, la risposta civile al flop di Agrigento Capitale della Cultura
Italia che Cambia – Salmastra: dove il mare di Catania incontra comunità, arte e impegno civile
Italia che Cambia – Respect Sicily, quando i cittadini diventano sentinelle contro l’abbandono dei rifiuti
Trascrizione Puntata
Nuovo stop della Corte dei Conti al progetto del Ponte sullo Stretto, fiore all’occhiello del Governo e del ministro dei Trasporti e Infrastrutture Matteo Salvini. il primo no al visto di legittimità sulla delibera Cipess, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile, era arrivato a fine ottobre. Nei giorni scorsi un altro blocco che preclude la possibilità di sottoscrivere l’accordo di programma tra Mit, ministero dell’economia e la società Stretto di Messina per definire gli impegni amministrativi e finanziari necessari alla progettazione e alla realizzazione del Ponte. Perché questi stop? Proviamo a capire meglio di cosa si tratta.
Il primo stop è arrivato perché la Corte dei Conti ha trovato nella delibera del CIPESS carenze di motivazioni, stime economiche incoerenti e problemi nella trasmissione degli atti, oltre al mancato rispetto delle norme ambientali. Tra le varie cose, i magistrati evidenziano la mancata coerenza dei calcoli relativi alle spese per il Ponte e l’aumento di alcune voci, come gli oneri per le condizioni contrattuali (cct) e quelli per la sicurezza, rispetto al progetto preliminare. Ricordiamo che il ponte sarebbe finanziato con 14 miliardi dai fondi del Pnrr.
Il Governo avrebbe potuto procedere senza il visto della Corte dei Conti attraverso la cosiddetta “registrazione con riserva” prevista da una legge del 1934, ma nel caso di danni economici, i ministri interessati possono essere accusati di danno erariale. Non sarebbe più solo un rischio politico, ma anche personale e giuridico. Tra l’altro, la registrazione con riserva non si usa da oltre 25 anni perché nessun Governo vuole assumersi la responsabilità di un atto già definito illegittimo.
L’esecutivo naturalmente si è scagliato contro la decisione dei magistrati: la presidente del consiglio Giorgia Meloni l’ha definita «l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento», mentre il ministro Salvini ha affermato che il governo andrà avanti per la propria strada, ora però è arrivato il secondo colpo a meno di 20 giorni di distanza l’uno dall’altro.
Ci tengo a ricordare che il controllo della Corte dei Conti è fondamentale perché garantisce che le decisioni del governo rispettino la legge e tutelino i soldi pubblici. Comunque dalla maggioranza, dopo questo secondo intervento da parte della Corte dei Conti – entro 30 giorni si conosceranno tutti i dettagli delle motivazioni – arriva cauto ottimismo. “Questo secondo stop è conseguenza del primo, nulla di inatteso. Noi aspettiamo le motivazioni e già alla terza riga capiremo”, ha sottolineato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Cipess, Alessandro Morelli. Intanto il cda della società Stretto di Messina è stato convocato ieri, 25 novembre. Anche Matteo Salvini resta fiducioso. E se lo è lui…
A Catania apre “Un altro spazio”, un polo notturno per persone senza fissa dimora e i propri animali. Tra docce, lavanderia e cure veterinarie, nasce un nuovo modello di inclusione verso esseri umani e altri animali. Nella zona del quartiere Cibali, gli ospiti troveranno un letto e pasti equilibrati, servizi doccia, lavanderia, assistenza sanitaria e veterinaria, oltre alla distribuzione di vestiario e kit di prima accoglienza. Ci sarà anche un’équipe qualificata composta da educatori, custodi e operatori per un accompagnamento costante e personalizzato.
Ad affiancare la struttura notturna, a breve ci sarà anche un polo diurno nella zona Angelo Custode–San Cristoforo, collegato da navette gratuite. Qui si svolgeranno attività di socializzazione, formazione e reinserimento sociale, in collaborazione con il terzo settore e le associazioni di volontariato.
L’iniziativa, la prima del genere a Catania, è finanziata nell’ambito del programma operativo nazionale “Metro Plus” ed è promossa dal Comune di Catania con il coordinamento congiunto della Direzione Politiche Comunitarie e Servizi Sociali. Il Comune intanto lavora a un nuovo progetto finanziato con 497 mila euro con fondi nazionali per il contrasto alla povertà. Il tutto inserito in una visione multidisciplinare, anche con ottica animalista, ma soprattutto in un contesto molto delicato e non solo a Catania.
Secondo i dati Eurostat In Sicilia il 40,9% dei cittadini è a rischio povertà o esclusione sociale, un dato che colloca l’Isola tra le regioni più fragili d’Europa, insieme a Campania (43,5%), Calabria (48,8%) e Puglia (37,7%). una situazione peggiorata rispetto al 2022, quando i siciliani sull’orlo della povertà non raggiungevano neppure il 37%.
Anche dai dati Istat, si evince che Su dodici aree analizzate, la Sicilia presenta valori sotto la media nazionale in ben dieci domini. Un quadro che non riguarda solo l’isola, ma tutto il Mezzogiorno.
Nell’isola la povertà è strutturale e multidimensionale e seppur in calo rispetto al 2015, coinvolge ancora centinaia di migliaia di famiglie. Le famiglie siciliane spendono meno per servizi essenziali rispetto ad altre regioni, anche a parità di bisogni (spesa per le cure sanitarie e per la casa (spese per l’energia, per i canoni d’affitto, ecc.).
il “decreto sfratti” depositato in Senato da Fratelli d’Italia rischia di trasformarsi in una bomba e complicare ancora di più il quadro, perché prevede che in un periodo tra due e quattro mesi i morosi sarebbero sfrattati. Il disegno di legge prevede alcune tutele: per chi ha ISEE inferiore a 12.000 euro, in caso di morosità dovuta a licenziamento, malattia grave o separazione, è previsto un rinvio della procedura e accesso a un “Fondo nazionale per l’emergenza abitativa”.
Negli ultimi anni, gli sfratti sono aumentati del 218%, mentre il caro-affitti assorbe fino al 44% del salario medio degli operai. Il mercato immobiliare è fuori controllo, con canoni insostenibili e salari fermi, e lo Stato ha ridotto drasticamente i fondi per il sostegno all’affitto. In questo contesto, velocizzare gli sgomberi rischia di aggravare le disuguaglianze e colpire famiglie già fragili tra le famiglie sfrattate spesso ci sono parecchi minori, anziani e portatori di handicap, trasformando la casa da diritto sociale a bene di mercato. Liberare rapidamente gli immobili non significa risolvere il problema della morosità, ma solo spostarlo, senza offrire alternative reali a chi è in difficoltà e perde l’abitazione.
A inizio novembre è circolata su molti giornali italiani e media europei la notizia di un focolaio di Salmonella Strathcona che avrebbe provocato casi di intossicazione in 17 Paesi dell’UE e che secondo i dati raccolti nel report dell’Agenzia UE dedicata alla prevenzione e al controllo delle malattie infettive) degli ultimi tre anni (2023-2025) sarebbero stati i pomodorini siciliani la fonte dell’infezione. è davvero così? La risposta è no e adesso vi spiego perché. Come fanno notare L’Indipendente e pochi altri giornali le cose sono andate infatti diversamente.
dal 1° gennaio 2023 al 30 settembre 2025, sono stati identificati 437 casi confermati in 17 Paesi UE e dal momento che fra tutti i Paesi europei l’Italia risulta quello in cui sono stati effettuati la maggior parte dei viaggi da parte di cittadini europei che hanno avuto un episodio di infezione gastrointestinale, le indagini si stanno concentrando su veicoli di infezione (in particolare di tipo alimentare) la cui origine sarebbe italiana.
In Italia Le autorità sanitarie, Ministero della Salute e ASL locali, hanno avviato controlli in tutto il territorio, prelevando e analizzando in laboratorio dei campioni di pomodorini sia tra quelli in vendita sul mercato, sia tra quelli di alcuni siti produttivi in varie regioni italiane e specialmente in Sicilia. Dei 122 campioni di pomodoro prelevati in varie regioni italiane e specialmente in Sicilia, solo uno proveniente dall’isola e rilevato nell’Italia settentrionale, è risultato positivo alla Salmonella Infantis che non corrisponde alla S. Strathcona di cui si sospetta una epidemia estesa.
Su 12 produttori siciliani ispezionati soltanto in un sito è stato rilevato questo particolare tipo di salmonella, ma ciò non significa ovviamente che tutti i casi segnalati in Europa di intossicazioni alimentari dovuti a Salmonella Strathcona siano da ricondurre a questo produttore siciliano o ad altri produttori della Sicilia, e questo è evidente per almeno due aspetti:
- l’infezione di salmonella che ha colpito alcune persone in vari Paesi europei può essere dovuta anche ad altri alimenti ingeriti assieme o separatamente ai pomodorini italiani. Altri alimenti come latticini, conserve come pesto, cereali, carni crude o poco cotte, pesce, uova, ma anche frutta e ortaggi di vario tipo, sono tutti possibili veicoli di salmonella.
- La proliferazione di salmonella può essere avvenuta anche in un secondo momento lungo la filiera di produzione, trasporto, stoccaggio e consumo dei pomodorini siciliani, e non necessariamente nel sito produttivo in Sicilia.
Il Report europeo dell’ECDC, in realtà, non conferma definitivamente l’ipotesi e sostiene che sono necessari ulteriori accertamenti e verifiche sull’intero sistema alimentare e sul processo di controlli. Le contaminazioni e proliferazioni batteriche – come avviene anche per quelle dei virus – fanno parte di un quadro generale che non chiama in causa solo le tecniche agricole. Sono dovute a un insieme di variabili che agiscono spesso sinergicamente. Cambiamenti climatici, siccità, stress idrici e alluvioni sono citati dagli esperti come fattori che possono favorire la contaminazione delle acque per esempio, specie in aree agricole ad alta intensità. Non un problema locale, quindi, ma sistemico, che richiede investimenti e tracciabilità sempre più precise e accurate. I pomodorini siciliani sono salvi.
Dalle fonti di energie elettriche si attende una copertura di oltre il 67% della produzione complessiva al 2030, per le rinnovabili termiche l’obiettivo entro i prossimi cinque anni è di un aumento dell’80%. Questi numeri sono contenuti nell’aggiornamento del Piano energetico ambientale regionale (Pears) 2030 approvato il 10 novembre dalla Giunta della Regione Sicilia, che modifica il documento realizzato nel 2022.
Il documento si basa su precise linee strategiche:
– riduzione dei consumi energetici negli usi finali
– sviluppo delle fonti rinnovabili e alla diminuzione delle fonti fossili
– riduzione delle emissioni climalteranti
– potenziamento delle infrastrutture energetiche e il sostegno alle clean technologies e alla green economy.
La Regione ha aggiornato anche le regole sulla disponibilità giuridica dei suoli utilizzati per gli impianti rinnovabili, dopo che il TAR Palermo ha annullato la richiesta di presentare contratti definitivi già in fase di istanza.
Il Piano introduce criteri per la localizzazione e lo sviluppo degli impianti e rafforza inoltre il ruolo dell’autoconsumo. Favorisce l’installazione di fotovoltaico su edifici pubblici e privati e l’utilizzo di sistemi di accumulo. Il Piano prevede anche linee guida regionali per l’integrazione paesaggistica dei nuovi impianti, con particolare attenzione al patrimonio ambientale e culturale dell’Isola.
A margine dell’aggiornamento del Piano energetico, Legambiente ha diffuso un documento di proposte che accompagna il dibattito sul nuovo PEARS 2030, per una transizione più ampia e inclusiva. Le criticità strutturali non mancano. Il 73,7% degli edifici residenziali siciliani è ancora in classe E-F-G. Solo il 7% rientra nelle classi migliori. Le comunità energetiche costituite sono 55, di cui 28 già attive, per una potenza totale di 5.801,28 kW. L’associazione collega queste analisi all’Agenda Sicilia Carbon Free, che propone indicatori chiari per monitorare gli avanzamenti delle politiche energetiche. L’obiettivo è rafforzare la partecipazione dei territori e rendere la transizione sostenibile anche sul piano sociale.
In queste ultime settimane vi abbiamo raccontato storie in cui i protagonisti e le protagoniste sono persone comuni, cittadini e cittadine, giovani che rispondono con impegno al degrado culturale e politico o all’incapacità dimostrata in alcuni contesti.
Partiamo da Agrigento, Capitale della Cultura 2025. A due mesi dalla fine, la Corte dei Conti evidenzia ritardi e obiettivi non raggiunti. Da mesi, un circuito alternativo, parallelo e autogestito, una rete di realtà culturali indipendenti ha deciso di reagire con creatività e azione concreta alla delusione diffusa e al malcontento generale. è nato così Oltre Capitale, non per contestare, ma per proporre. L’obiettivo è creare un ecosistema di relazioni, una rete di persone e organizzazioni che si prendano cura del territorio, per un’attenzione e un’azione che rimanga oltre il 2025. Leggete l’articolo per saperne di più.
A Catania, nel borgo marinaro di San Giovanni Li Cuti, un gruppo di giovani ha dato vita a Salmastra, un’associazione che intreccia arte, ecologia e partecipazione civica per ricucire il legame tra la città e il suo mare. Con il nome “Salmastra”, infatti, ci si riferisce all’acqua che bagna Catania: quella che scende dall’Etna e incontra il mare, fredda e salata, miscela tra dolce e salato. Una metafora perfetta per lo spirito dell’associazione che cerca di mischiare mondi diversi. A San Giovanni Li Cuti si incontrano i pochi pescatori locali e bagnanti provenienti da ogni parte della città con background sociali differenti. Salmastra ha dato vita all’interno del borgo a un calendario di attività che mescola arte contemporanea, educazione ambientale e ricerca sociale, nel rispetto delle pluralità umana e sociale locale.
Infine Respect Sicily, un progetto che riunisce giovani volontari che hanno creato una mappa collaborativa che segnala oltre 400 discariche abusive e rifiuti abbandonati nell’isola. La gestione illecita dei rifiuti resta uno dei fronti più critici della tutela ambientale nell’isola. Le denunce del gruppo hanno portato all’avvio di controlli e procedimenti ufficiali, ma hanno anche generato minacce nei confronti dei volontari e delle volontarie. Respect Sicily si impegna a un cambio culturale, facendo conoscere anche le tante conseguenze dell’abbandono dei rifiuti: danni ambientali, economici e sanitari a causa dell’inquinamento del suolo e delle falde, oltre all’incremento dei tributi e calo del turismo.
Vi prego, con tutto il cuore, non abbandonate i rifiuti per strada!
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