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7 Feb 2014

Libri bene comune. Quando promuovere la lettura è una missione

In Italia una famiglia su dieci non ha neanche un libro a casa e i comuni che non hanno né […]

pianissimo_libriIn Italia una famiglia su dieci non ha neanche un libro a casa e i comuni che non hanno né biblioteche né librerie sono numerosi. Secondo il Rapporto sulla promozione della lettura in Italia 2013, curato dal Forum del libro, nel 2012 solo il 46% degli italiani ha letto almeno un libro, contro l’82% della Germania, il 70% della Francia e il 61,4% in Spagna.
Come incentivare dunque la lettura? Questa settimana la trasmissione radiofonica Terranave  racconta la storia chi, in un Paese in cui si legge sempre meno, fa della promozione della lettura la sua missione.
La prossima apertura della prima biblioteca di Lampedusa, con una sezione
speciale di libri illustrati per l’infanzia. Un camper dalle sembianze di
un cane che porta storie animate nei territori senza libri. E poi ancora un
editore che gira per le piazze del Sud Italia leggendo romanzi ad alta
voce.

C’è chi si sta dando da fare per rimediare a questa anomalia italiana portando i libri là dove non ci sono. Qualcuno ha deciso di partire proprio da una delle regioni italiane dove si legge meno: la Sicilia. È proprio da questo territorio, infatti, che ha iniziato il suo viaggio Filippo Nicosia, ideatore del progetto “Pianissimo, libri sulla strada”. Con un furgone carico di libri, Filippo gira per le piazze italiane vendendo libri ma soprattutto leggendoli ad alta voce e portando avanti iniziative di promozione alla lettura.
”Il libro non è solo un mercato – scrivono nel loro manifesto gli editori indipendenti dell’osservatorio Odei – come strumento di formazione, come risorsa individuale e collettiva, come forma di circolazione delle conoscenze, anche come svago e divertimento, il libro è un bene comune”.
“Libri senza parole. Dal mondo a Lampedusa e ritorno” è invece un progetto di cooperazione internazionale nato per dotare l’isola di Lampedusa di una biblioteca per ragazzi e consiste in una raccolta di libri per bambini – migranti e lampedusani – che per la prima volta avranno a disposizione uno spazio pubblico dedicato alla lettura.
Il programma è promosso da Ibby, un’associazione internazionale fondata dalla tedesca Jella Lepman. Ingaggiata nel dopoguerra dall’esercito americano come “esperta dei bisogni culturale ed educativi delle donne e dei bambini dell’area americana”, la Lepman pensò di ripartire dai libri, eliminati quasi del tutto sotto la dittatura nazista, e iniziò proprio dalla letteratura per i bambini, perché “saranno i più piccoli che mostreranno poi agli adulti la via da percorrere”.
Dando seguito alle idee della sua fondatrice, Ibby continua a portare i libri lì dove non ce ne sono.

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