19 Feb 2019

La “coscienza di classe” dei pastori sardi

Scritto da: Giorgio Avanzo

In Sardegna prosegue la protesta dei pastori contro il crollo del prezzo del latte. Purtroppo c'è il sospetto che l'attenzione verso di loro sia legata alle prossime elezioni regionali e che questo Governo, in continua campagna elettorale, individui nella risoluzione della problematica un grande bacino di voti. D'altra parte il caso sardo è proprio quello dei cittadini che sono stanchi di affidare il loro destino nelle mani di altri.

Salva nei preferiti

In questi giorni gli allevatori sardi stanno catturando l’attenzione mediatica. Il gesto eclatante di rovesciare il secchio del latte, che poi con dimensioni più importanti diventa lo sversamento in strada di autobotti e cisterne, è il modo che loro hanno trovato per farsi sentire.

 

L’industria paga il latte troppo poco, meno di sessanta centesimi al litro. Un prezzo che ai pastori non permette di sostenere la loro attività. Cause e ragioni dove le possiamo trovare? In una crisi di sistema, dove l‘agricoltura industriale segue solo le logiche di mercato, oppure sono solo alcune leggi che vanno sistemate? Un tema sempre difficile da affrontare. Ma si sente l’esigenza di trovare risposte.

 

Questa è una protesta ancora contenuta, nonostante si sia arrivati ad organizzare posti di blocco che fermano i camion carichi di latticini, svuotando il contenuto per strada.

milk-cans-493708_960_720

Purtroppo c’è il sospetto che tutta l’attenzione verso di loro di questi giorni sia legata alle prossime elezioni regionali del 24 febbraio e questo governo, in continua campagna elettorale, individua nella risoluzione della problematica un grande bacino di voti.

 

Eppure il caso sardo è proprio quello dei cittadini che sono stanchi di affidare il loro destino nelle mani di altri. Gli agricoltori sono quella classe di persone che possono contare sull’auto-sussistenza come ultima possibilità. I politici invece non possono vivere senza allevatori e contadini. Questo fatto, una volta noto come “coscienza di classe” può tornare in voga, se chi deve amministrare la cosa pubblica non ascolta quello che sta succedendo, al di là dell’effimero consenso elettorale.

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Il gioco d’azzardo in Italia è una piaga sociale. Cosa possiamo fare? – Io non mi rassegno + #17
Il gioco d’azzardo in Italia è una piaga sociale. Cosa possiamo fare? – Io non mi rassegno + #17

Artigianato e intelligenza artificiale, quando la manualità può fare la differenza
Artigianato e intelligenza artificiale, quando la manualità può fare la differenza

Morti e infortuni sul lavoro in Liguria, uno sciopero per chiedere più sicurezza
Morti e infortuni sul lavoro in Liguria, uno sciopero per chiedere più sicurezza

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Scurati e gli altri. C’è un problema di censura in Rai? – #919

|

No border books, un kit di benvenuto per i piccoli migranti che approdano a Lampedusa

|

Intelligenza artificiale in azienda: ci sostituirà o ci renderà il lavoro più facile?

|

HandiCREA e il sogno di Graziella Anesi di un turismo accessibile e inclusivo

|

Lo strano caso di RWM Italia, tra business delle armi e la “cancellazione” di due fiumi

|

Arte e ricerca al femminile: a Cagliari un stanza tutta per loro, artiste del nostro tempo

|

MAG4, la mutua autogestione piemontese, si schiera contro il mercato delle armi

|

Percorsi Spericolati, continua la formazione per sviluppare progetti innovativi per le aree interne

string(9) "nazionale"