20 Feb 2024

Rising Time: Elena e Andrea tornano in Calabria per lanciare i giovani artisti locali

Scritto da: Tiziana Barillà

A Casabona, tra le colline crotonesi, Elena e Andrea offrono ai giovani talenti calabresi un ambiente professionale per accompagnarli nella ricerca della propria strada musicale. Un progetto chiamato Rising Time, nato a Milano e “tornato a casa” sette anni fa. Abbiamo chiesto a Elena Lombardo com’è andata fin qui.

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Crotone - Elena Lombardo è una dj di musica black, suo marito Andrea è un musicista che adesso si dedica perlopiù alla produzione. Lei calabrese, lui pugliese, dopo vent’anni a unirli, oltre all’amore per la musica, il fatto di essere entrambi emigrati a Milano, dove del resto si sono conosciuti. E dopo vent’anni nella grande città, nel 2017 hanno deciso di tornare al Sud, tra le colline crotonesi di Casabona, la casa natale di Elena, un piccolo paese agricolo abitato da poco più di 2.000 persone. E tornano con un’idea precisa e una struttura solida: Rising Time, che è un’associazione ma anche un’etichetta musicale indipendente, e un Project Studio che punta a supportare i talenti della scena musicale italiana, specie quella calabrese.

«Abbiamo fondato a Milano la nostra etichetta e lì avevamo già cominciato a lavorare nel milanese», racconta Elena. «Il progetto di Rising Time andava bene, ma a Milano fare solo musica era impossibile, tra affitti e altre spese. Entrambi avevamo un altro lavoro in cooperative sociali – entrambi abbiamo sempre lavorato nel mondo del no-profit – quindi professionalmente parlando non avevamo grossi problemi e facevamo un lavoro che ci piaceva». 

rising time
E allora perché lasciare Milano?

Tutti mi chiedono se siamo tornati perché abbiamo perso il lavoro. Nell’immaginario collettivo è impossibile concepire che qualcuno lasci una grande città e un lavoro a tempo indeterminato. Un po’ tutti pensano che siamo tornati perché abbiamo fallito e invece la vera verità è che abbiamo dato le dimissioni, anche se con molto dispiacere. Milano è una città straordinaria, ricca di opportunità e stimoli, ma sappiamo bene che nell’era digitale è possibile lavorare ovunque, così ci siamo detti: perché non torniamo giù per avere una vita più tranquilla, dove possiamo fare solo questo come lavoro? Bisognava fare una scelta e l’abbiamo fatta. 

Tuo marito è pugliese, perché avete scelto di tornare in Calabria?

Mi piaceva l’idea di tornare a casa mia. Cercavamo una terra dove non ci fosse molta competizione e in Calabria manca un po’ tutto quindi qualsiasi cosa fai, se la fai bene e con impegno, hai una possibilità. È una terra ancora fertile dove di cose se ne possono creare tantissime. Casabona è un paesino agricolo di 2.000 abitanti dove lo spirito imprenditoriale, quando c’è, trova sbocco quasi sempre in agricoltura. 

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Casabona (Crotone)
E voi avete portato la musica. Del resto, Crotone è la terra di Rino Gaetano e Sergio Cammariere, solo per dirne due. Al netto del romanticismo però tornare non è affatto facile. A voi com’è andata con Rising Time? 

Non nego che all’inizio è stato difficile, siamo ripartiti da zero. Ho quarant’anni e quasi tutta la gente della mia età è andata via oppure è alle prese con la famiglia e i figli. Ho dovuto ricostruire la mia vita da capo, anche le amicizie. 

Si fa un po’ la vita da superstiti, specie a 40 anni…

Sì [ride, ndr]. È una fascia d’età in cui non sei più giovane e non ancora anziano. Ma ci siamo adattati, Rising Time ha i suoi clienti e d’estate siamo molto impegnati a organizzare gli eventi culturali, come il Calabria Sound Festival, che portiamo avanti da quattro anni. Per organizzare questi eventi abbiamo anche fondato un’associazione no-profit. L’associazione collabora molto con i Comuni e le altre associazioni, soprattutto il nostro Comune di Casabona ci tiene sempre in considerazione quando bisogna organizzare un evento, credono in noi e ci tengono presenti ed è bellissimo: il tuo paese che tifa per te, ti dà una bella carica. 

Nell’immaginario collettivo è impossibile concepire che qualcuno lasci una grande città e un lavoro a tempo indeterminato

Rising Time è un’associazione ma anche un’etichetta musicale e un Project Studio professionale. Raccontaci il progetto. 

Sì, non ci siamo focalizzati solo sulla produzione ma offriamo molti servizi: dal dj allo studio di registrazione bit e produzione, passando per i videoclip. L’obiettivo è offrire un ambiente professionale agli artisti emergenti calabresi, supportandoli nello sviluppo del loro talento, fornendo loro le risorse e il sostegno necessari per raggiungere il loro pieno potenziale. Una specie di trampolino di lancio. Di studi di registrazione ce ne sono anche qui, quello che manca è un affiancamento su tutto il resto.

Chi sono i vostri clienti? 

Perlopiù giovani e giovanissimi calabresi, qualcuno viene addirittura accompagnato dai genitori perché è ancora minorenne. Ma per esempio c’è anche un artista più maturo di origini calabresi che viene qui per registrare i suoi videoclip. Ogni artista è ben accetto a casa nostra. 

Quali sono i più grossi ostacoli per questi giovani calabresi? 

Il loro approccio non è quello di un ragazzo milanese, qui si fa sempre più fatica. Fanno fatica a trovare live, non si sentono adeguati. Per esempio c’è un po’ di timidezza nell’andare a cercare le date. Anche perché i locali qui sono meno abituati ai live, mentre un dj set è più facile. Non ci sono molti concerti, né spazi per i giovani in cui si possano esibire, specie se sono esordienti. Bisognerebbe educare i locali ad aprirsi un po’ di più ai giovani, a dare loro spazio. 

Sono passati sette anni dal vostro ritorno, com’è andata fin qui?

Ti rispondo raccontandoti due artisti che lavorano con Rising Time. Anteo, una ragazza di Cotronei, e Fio, un ragazzo di Isola Capo Rizzuto. Partivano da zero e in poco tempo sono cresciuti a livello musicale e professionale, adesso hanno creato un movimento. Hanno trovato la loro strada e sono preparati per affrontare il mondo musicale. Ecco, loro sono i nostri primi risultati.

Spesso veniamo stereotipati anche nella musica, eppure in Calabria non c’è solo la tarantella. 

A livello musicale è una regione molto attiva, su tanti generi e fronti. Perciò il nostro obiettivo è promuovere e valorizzare la scena musicale calabrese, la ricchezza e la varietà del patrimonio musicale regionale, creando un ponte tra le nuove generazioni e la tradizione. Prendi l’ultimo album di Fio, che si intitola Calabrese, è una collaborazione con Mimmo Cavallaro: una miscela di moderno e tradizionale, un lavoro importante che ci rappresenta perfettamente. 

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