1 Feb 2024

La storia di Tania, che combatte la sclerosi grazie alla solidarietà della famiglia che l’ha accolta

Tania aveva solo ventun anni quando le è stata diagnosticata la sclerosi multipla, una malattia neurodegenerativa che ha sconvolto tutta la sua vita. In Ucraina, dove viveva e lavorava come infermiera, non ci sono cure adatte per questa patologia. Ma Tania ha una fortuna: è figlia di Alina, una donna che vive da tanti anni in Italia, a Frattamaggiore, e che si prende cura di nonna Maria. Ormai Alina fa parte della famiglia, grazie al sostegno della quale Tania arriva in Italia e inizia delle terapie sperimentali che oggi, sette anni dopo, le hanno restituito la vita e il sorriso.

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Campania - Tania ha sconfitto la sclerosi multipla e lo ha fatto grazie al supporto e all’impegno di una famiglia che con lei non condivide il sangue, nè le origini, ma di cui fa parte indissolubilmente. Quella di Tania è una storia di solidarietà, di accoglienza e di amore. È soprattutto una storia di speranza, che dimostra quanto sia importante non arrendersi anche di fronte a situazioni che sembrano irrimediabili. Questa vicenda dimostra che con sostegno reciproco è possibile ottenere persino ciò che in un primo momento sembrava impossibile, al punto da non osare nemmeno desiderarlo.

Per farci raccontare questa storia abbiamo incontrato Tania e sua madre Alina, insieme al dottor Luigi Costanzo, uno dei protagonisti di un altro episodio di solidarietà che abbiamo raccontato tempo fa, quello del ticket sospeso, pensato per garantire accesso alle cure mediche anche a chi si trova in difficoltà economiche.

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LA DIAGNOSI DI SCLEROSI MULTIPLA

Tania è una giovane donna ucraina che lavorava a Ternopil – vicino a Leopoli – come infermiera prima che una malattia sconvolgesse totalmente la sua vita. Infatti, quando aveva solo ventun anni, le è stata diagnosticata la sclerosi multipla, una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso e che in poco tempo le aveva tolto la possibilità di camminare e di essere autonoma. All’epoca il figlio di Tania, Petruska, aveva tre anni e lei non riusciva più a occuparsi di lui.

«Per un anno e mezzo è stata curata in Ucraina, ma le cure per la sclerosi multipla non erano adeguate. Avevano funzionato per poco tempo e Tania era tornata ad essere completamente paralizzata. Ho detto tutto a Luigi, che mi ha consigliato di farla venire in Italia», mi ha raccontato Alina. La mamma di Tania infatti vive in Italia da molti anni. A Frattamaggiore, in provincia di Napoli, si prende cura di nonna Maria, “la bambina dai capelli bianchi” di casa Costanzo, malata di Alzheimer. «Per noi Alina è come una sorella», ha commentato Luigi.

Alina e Tania stanno arricchendo la nostra famiglia con la loro presenza. Quella di aiutarle è stata una scelta totalmente naturale

Tania arriva in Italia alla fine del 2016, ma immediatamente si presentano i primi ostacoli. «All’inizio abbiamo avuto difficoltà a ottenere un permesso per fare in modo che Tania potesse avvalersi dell’STP, un codice grazie al quale gli stranieri temporaneamente presenti in Italia possono usufruire di controlli e cure mediche senza pagare nulla. Grazie all’esperienza del ticket sospeso siamo riusciti a sopperire le spese iniziali e quando finalmente abbiamo ottenuto il permesso, Tania è stata presa in cura dal dottor Antonio Gallo al Policlinico della Vanvitelli», ha raccontato ancora Luigi Costanzo.  

LA TERAPIA SPERIMENTALE E LA RINASCITA DI TANIA

Tania ha iniziato così una terapia sperimentale che dopo sette anni le ha restituito la vita. «Oggi le cure per la sclerosi multipla con anticorpi monoclonali stanno ottenendo ottimi risultati. Infatti attualmente Tania non solo è in regressione, ma ha anche stabilizzato la sua malattia. L’unico effetto collaterale, che però era atteso, è stato lo sviluppo di un ipertiroidismo tossico per cui Tania è stata operata».

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Oggi Tania sta bene. È rientrata a vivere in Ucraina, a camminare, a vivere e a sorridere. Torna periodicamente in Italia, ospite della famiglia Costanzo, per dei controlli e per fare delle iniezioni di botulino, ma è totalmente autonoma. Qui in Italia ha conosciuto amici e amiche e ogni volta approfitta per venire a trovarli. Al momento è un po’ preoccupata per suo figlio Petruska, che da poco ha scoperto avere il diabete. In Ucraina farmaci e presidi medici sono molto costosi e Tania è preoccupata di non riuscire a permettersi le cure. Ancora forte del supporto di questa famiglia allargata, si stanno organizzando per farlo venire in Italia.

«È stato uno scambio reciproco», ha raccontato ancora il dottor Luigi. «Alina ha fatto tanto per noi. E poi prendersi cura dell’altro nelle difficoltà serve a scoprire la bellezza della comunità, dello stare insieme, soprattutto in un momento storico in cui troppo spesso gli stranieri sono visti come estranei che non vogliono far altro che usurpare il nostro posto. Invece Alina e Tania stanno arricchendo la nostra famiglia con la loro presenza. Quella di aiutarle è stata una scelta totalmente naturale», ha concluso Luigi.

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LE PAROLE DI SIMONA COSTANZO

La storia di Tania è la storia di un’accoglienza che diventa possibilità di cura, di guarigione, di vita. Una storia di straordinaria umanità in cui il senso di solidarietà si trasforma nel moto di due gambe che non riuscivano più a muoversi, in una vita che sembrava priva di speranza”, ha scritto Simona Costanzo, nipote di nonna Maria e testimone di questa storia tutta umana e che somiglia un po’ a un miracolo.

“Accogliere deriva dalla parola latina ad-colligere, che è traducibile in raccogliere insieme e già nella sua etimologia si cela il significato profondo del concetto di accoglienza, da intendere come la capacità di raccogliere e riunire a sé tutti gli elementi di un tutto, senza lasciarne alcuno indietro. Perché accogliere l’altro significa abbracciarlo nella pienezza della sua complessità, abbracciarlo nella sua cultura, nelle sue idee, ma soprattutto nelle sue difficoltà. Nella speranza che la storia di Tania possa far riscoprire il profondo potere di essere umani”.

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