11 Set 2024

Il Disability Pride arriva in Veneto: si estende il network che promuove autonomia e libertà

Scritto da: Elena Rasia

Con la referente Claudia Frizzarin parliamo della "new entry" della rete dei Disability Pride nazionale, il Veneto. Il 14 e 15 settembre sarà Padova a ospitare il primo evento del neonato nodo territoriale di un network che, attraverso eventi festosi e inclusivi, vuole diffondere una nuova consapevolezza sull'approccio alla disabilità fondato su libertà e costruzione delle autonomie.

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Padova, Veneto - “Il Disability Pride Network vuole essere un megafono per fare sentire potente la voce delle persone con disabilità, dei loro cari, dei loro amici, dei loro ‘alleati’ non disabili. Sono voci generalmente flebili e disperse nei territori, spesso chiuse dentro qualche muro reale o virtuale che sia”. I promotori del network presentano così questa rete sensibile e solidale sempre più ramificata, che fra pochi giorni aggiungerà un nuovo membro in un nuovo territorio.

Il 14 e 15 settembre infatti il Disability Pride farà il suo debutto in Veneto. Questo evento, che ricorda al mondo la previsione alla collettività delle persone con disabilità e costruisce una società più consapevole, è atteso con grande entusiasmo. In un’intervista esclusiva Claudia Frizzarin, referente del Disability Pride Veneto, condivide le sue riflessioni su un evento che segnerà un passo importante verso una società più equa e inclusiva. Scopriamo insieme il significato di questa prima edizione e le aspirazioni per il futuro.

Mi racconti come è arrivato il Disability Pride in Veneto? Qual è stato il percorso per organizzare questa prima edizione? 

MIL – Muoversi in Libertà e la rete creatasi, hanno organizzato a Padova in data 23 settembre 2023 scorso, in occasione della giornata mondiale del turismo accessibile, una passeggiata con partenza da Piazza Eremitani e arrivo davanti a Palazzo Moroni. Una manifestazione inclusiva aperta alla cittadinanza e a tutto il consiglio comunale patavino che aveva lo scopo di sensibilizzare alla diversità e toccare con mano le difficoltà che possono incontrare le persone con disabilità nella quotidianità. Si è cercato di far attuare un cambio di prospettiva mettendo al centro la persona e non la diversità.

Disability Pride
Claudia Frizzarin

A tal fine, sono state messe a disposizione delle carrozzine e l’associazione Puppy Walker ODV, con la Scuola Guida per Cani di Selvazzano, ha dato la possibilità di provare il percorso bendati facendosi guidare dai cani guida debitamente addestrati e dai loro padroni. La manifestazione è terminata con un momento di condivisione tra le associazioni partner della rete, i partecipanti e i cittadini attivi.

A conclusione di questa giornata e visto lo spirito di collaborazione che si è venuto a creare, Muoversi in Libertà e le associazione partner, hanno pensato di aderire al Disability Pride Network, la rete informale nazionale che ha come obiettivo comune un nuovo approccio alla disabilità che si allontana dalla visione assistenzialistica e stereotipata per dare spazio a una che ha come punto focale l’autodeterminazione e la libertà di scegliere come vivere la propria vita, compiendo delle scelte autonome e svolgendo lo sguardo all’indipendenza. Per prima cosa abbiamo parlato con l’amministrazione per trovare il luogo più adatto e costruito una rete formata non solo dalle associazioni che operano all’interno della provincia di Padova.

Cosa rappresenta il Disability Pride per le persone con disabilità e per la comunità in generale?

A mio avviso il principale contributo che si vuole portare è un vero cambiamento culturale della disabilità, per questo motivo in Italia si sono creati vari Disability Pride nelle maggiori città del territorio nazionale.

Disability Pride
Ci sono stati o ci saranno eventi o attività collaterali al Disability Pride in attesa dell’evento?

Sì, ci sono state e ci saranno delle attività collaterali. Il 16 luglio c’è stata una diretta Instagram con Armanda Salvucci di Nessunotocchimario. Doveva esserci anche una diretta con l’avvocata Laura Andrao, che purtroppo per problemi di connessione è saltata. Dal 13 al 22 settembre ci sarà al Centro Culturale San Gaetano la mostra di Sensuability – Ti ha detto niente la mamma?, con l’esposizione di una raccolta di venti tavole che sdoganano i pregiudizi nei confronti delle persone con disabilità.

Qual è il messaggio principale che volete comunicare attraverso il Disability Pride?

Il messaggio unico che vogliamo trasmettere è quello che riguarda tutti i Disability Pride che sono sparsi nel territorio, ovvero l’importanza dell’autodeterminazione e della vita indipendente. Tema fondamentale che permette di vivere una vita in piena libertà di scelta. Crediamo che avere la possibilità di scelta di come vivere la propria vita sia un diritto fondamentale di ogni cittadino e cittadina. 

Ci saranno collaborazioni con associazioni o organizzazioni locali?

Sì certo, durante la giornata di domenica soprattutto ci saranno percorsi di accessibilità sia motoria che sensoriale, dimostrazioni di diverse discipline sportive, ogni associazione avrà un gazebo in cui potersi far conoscere e durante entrambe le giornate ci saranno dei momenti dedicati in cui si potranno presentare. Il loro contributo sarà fondamentale perché attraverso le loro attività si potranno creare delle collaborazioni. 

Crediamo che avere la possibilità di scelta di come vivere la propria vita sia un diritto fondamentale di ogni cittadino e cittadina

Come pensate che il Disability Pride possa influenzare la percezione delle disabilità nella società veneta e oltre?

Siamo consapevoli che essendo una prima edizione non porterà un cambiamento fondamentale, però vogliamo far sentire la nostra presenza e far sentire che siamo parte anche noi della società, in modo attivo e costruttivo.

Quali sono le principali sfide nell’organizzazione di questo evento e come le state affrontando?

Una delle più grandi sfide è capire se stiamo andando nella direzione corretta, la paura di aver scordato qualcosa è sempre dietro l’angolo. Siamo una rete molto ampia e lavoriamo tutti nella direzione dell’autonomia, dell’autodeterminazione e con livelli di lavoro diversi. Abbiamo al nostro interno reti più strutturate e associazioni che lo sono meno e trovare il metodo di lavoro più corretto a volte non è semplice, però avere un obiettivo comune ci aiuta a creare sempre una soluzione. 

Cosa sperate rimanga nel cuore e nella mente delle persone che parteciperanno al Disability Pride quest’anno?

Innanzitutto che sia una giornata piacevole e divertente. Poi che possano vedere la disabilità sotto un altro punto di vista che non sia quello assistenzialistico a cui ci hanno abituato fino ad ora. 

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