Volontari restituiscono alla città un’area verde abbandonata: benvenuti al parco SempliceMente
Sulle alture di Pegli, a Genova, uno spazio è tornato a vivere grazie a chi crede che l’inclusione sociale possa passare anche da una merenda su un prato o dallo sguardo curioso di un asino. Si chiama parco SempliceMente.

In breve
SempliceMente parco è uno spazio aperto inclusivo, accogliente e accessibile
- Il parco, strappato all’abbandono, oggi viene gestito dai volontari dell’associazione SempliceMente, giovani con disabilità e cittadini attivi.
- Le attività riguardano l’outdoor education, l’accoglienza di classi in gita scolastica, gli eventi culturali e spettacoli teatrali.
- Al momento l’associazione SempliceMente si sta dedicando alla creazione di prototipi di abitazioni per il “dopo di noi”, rivolte a persone con disabilità senza famiglia.
- Oltre all’utilizzo di materiali sostenibili come terra cruda, bambù e strutture ipogee, il progetto è studiato per essere replicabile in altri territori.
- Le principali criticità riguardano la mancanza di sostegno istituzionale e nella difficoltà nel reperire fondi e materiali.
A volte si scoprono per caso posti speciali che magari esistono da anni e di cui non si era a conoscenza. A me è capitato lo scorso sabato: dovevo accompagnare la mia figlia maggiore all’ultimo spettacolo di cartellone della stagione ragazzi del Teatro Nazionale di Genova. Anziché in un teatro in città però si è deciso di portare all’aperto la scena e far conoscere a tante famiglie un luogo straordinario. Prima di metterci in marcia, ho controllato l’indirizzo indicato sul biglietto: “Via Ungaretti, parco SempliceMente”.
Mi incuriosisco e cerco di saperne di più: si tratta di un’area verde che dopo decenni di abbandono è stata restituita alla cittadinanza grazie al lavoro dei tanti volontari di SempliceMente, una realtà attiva nell’ambito della disabilità dal 1994. Il parco è un luogo accogliente e curato, frutto dell’impegno congiunto di giovani con disabilità, volontari e cittadini attivi che ne gestiscono la manutenzione con cura e dedizione.
L’area è uno spazio di partecipazione che coinvolge e affascina persone di tutte le età. Oggi ospita le attività didattiche della sezione outdoor di una scuola primaria, accoglie classi in gita scolastica, propone eventi culturali ed è anche il suggestivo scenario di diversi spettacoli teatrali. Tra asini, pecore e gatti che vivono sereni e in libertà, questo parco è un piccolo gioiello urbano, capace di intrecciare inclusione, cultura e natura, il tutto a pochi passi dalla città. Ho fatto una chiacchierata con il presidente, Danilo Martino, per farmi raccontare di più di questo progetto.

Raccontateci: di cosa vi occupate?
Con l’associazione SempliceMente da sempre lavoriamo sull’inclusione sociale, attraverso la valorizzazione concreta delle qualità delle persone con disabilità. L’intento è quello di dare un’immagine propositiva della disabilità intellettiva, condizione che riteniamo necessaria per una reale integrazione sociale. Il parco in cui troviamo ora, ad esempio, è frutto di un progetto legato proprio a questo, perché la salvaguardia dell’ambiente è una questione che riguarda tutti, anche il mondo della disabilità. Quattro anni fa, nel 2021, abbiamo preso in concessione quest’area e l’abbiamo bonificata insieme ai ragazzi per renderla ospitale e restituirla alla cittadinanza. Ora il nostro obiettivo è quello di creare dei prototipi abitativi per il “dopo di noi”.
Cioè?
Stiamo cercando di individuare un prototipo semplice per un’abitazione che non sia la cosiddetta casa-famiglia, ma sia un luogo in grado di rispondere anche a eventuali emergenze che possono subentrare nel mondo della disabilità. Nel 2020, in era Covid, per esempio, alcuni ragazzi che seguiamo hanno purtroppo perso un genitore, il quale in certi casi era l’unico rimasto: molti di loro sono finiti sparpagliati in istituti o in strutture religiose.
Vogliamo immaginare nuovi scenari per noi e per i nostri ragazzi
Ora la nostra sfida – parlo di sfida perché non abbiamo alcun aiuto istituzionale alle spalle – è quella di realizzare delle abitazioni, riconoscendo a questi ragazzi il diritto di vivere in autonomia, non “parcheggiati” in qualche centro. Ci teniamo che assaporino la gioia della vita, per quanto sia possibile. Il motivo? Pur impegnandoci ogni giorno moltissimo ci siamo resi conto che sì, regaliamo loro giornate e anche dei soggiorni indimenticabili, ma sostanzialmente non riusciamo a rispondere ai loro bisogni, quelli reali di ogni persona, come la casa e una certa sicurezza economica.
Quindi come vi state muovendo?
Ci siamo detti: per prima cosa recuperiamo aree verdi abbandonate, pubbliche, dove creare sia soluzioni abitative che inserimenti lavorativi per i ragazzi. Abbiamo iniziato proprio qui a Pegli con il prototipo di un progetto che è replicabile anche altrove. Terra cruda, bambù e ipogeo sono le opzioni che stiamo vagliando.
Le strutture ipogee sono sotterranee e hanno una temperatura interna più stabile: necessitano quindi di meno riscaldamento in inverno e raffreddamento in estate. In più non alterano il paesaggio visibile, l’ideale quindi in contesti naturali come questo parco. Le idee ci sono, il vero problema purtroppo sono i tempi di realizzazione. In più, è anche difficile trovare supporto economico per i materiali.

Al presente invece cosa fate in questo parco?
Accogliamo scolaresche, la sezione outdoor dell’Istituto Comprensivo Pegli che porta i bambini ogni mattina qui a fare lezione all’aperto e associazioni locali, il tutto in un’ottica di rete e di lavoro in sinergia con il territorio. Fuori dal cancello infatti non c’è il citofono con la targhetta “associazione SempliceMente”, perché per noi questo è un parco ed è tutti.
La concessione ora ci è stata rinnovata per altri quattro anni e ci rimboccheremo le maniche per proseguire in questa direzione: vogliamo immaginare nuovi scenari per noi e per i nostri ragazzi. Ora ci stiamo strutturando ulteriormente per l’accoglienza, con un forno a legna, tavoli e sedie per eventi. L’idea è quella di creare prossimamente un sentiero didattico sulle tecniche costruttive dalla preistoria a oggi: una sorta di mostra all’aperto di archeologia abitativa.
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