“Mai più un caso Zuncheddu”: la proposta di legge per il risarcimento delle vittime di giustizia
Dal caso di Beniamino Zuncheddu nasce una proposta di legge per garantire un sostegno immediato a chi subisce errori giudiziari. Ne parliamo nell’ultima puntata del nostro Talk con l’avvocato Mauro Trogu.
Dal 1991 al 31 dicembre 2022 in Italia sono stati registrati 31.949 errori giudiziari. In media quasi 940 all’anno. Numeri enormi, a cui corrisponde una spesa pubblica totale di quasi un miliardo di euro tra indennizzi e risarcimenti, una media di poco inferiore ai 29 milioni e 49.000 euro l’anno. Ma dietro le cifre ci sono le esistenze di migliaia di persone che, da innocenti, hanno conosciuto l’accusa, la detenzione, la perdita di anni, affetti, lavoro. Un fenomeno che non è solo “straordinario”, una realtà che tocca centinaia di persone ogni anno e che non è quindi isolata.
La puntata di settembre del Talk di Sardegna Che Cambia, il format video mensile che racconta le trasformazioni da e dell’Isola, mette al centro questo tema: gli errori giudiziari e soprattutto, la proposta di legge attualmente oggetto di raccolta firme che porta il nome di Beniamino Zuncheddu, allevatore sardo ingiustamente accusato di triplice omicidio e condannato all’ergastolo, uscito dal carcere dopo 33 anni da innocente.

«Mai più un’esperienza come quella di Zuncheddu»
Ospite della puntata è l’avvocato Mauro Trogu, difensore di Zuncheddu e tra i collaboratori alla stesura della proposta di legge. Intervistato dalla nostra caporedattrice Lisa Ferreli, la sua voce ripercorre la genesi di un testo che nasce da un episodio concreto: l’uscita dal carcere di Beniamino Zuncheddu il 25 novembre 2023.
«Zuncheddu – racconta Trogu – viene chiamato da un agente di polizia penitenziaria che gli dice che è arrivato il foglio di scarcerazione. Raccoglie i suoi effetti personali in due buste della spesa e si ritrova nel parcheggio del carcere di Uta, da solo, senza sapere dove andare. Se non avesse avuto i familiari pronti a correre da lui, come lui stesso ha raccontato, avrebbe rischiato di “finire sotto un ponte”. Questa esperienza ha colpito me, ma anche la garante regionale dei diritti delle persone private della libertà Irene Testa. Da lì l’idea: mai più una situazione del genere».
Da questo nasce la proposta di introdurre un automatismo economico: chi viene liberato dopo una detenzione ingiusta riceverebbe una somma pari a una pensione minima per un numero di mesi doppio rispetto a quelli trascorsi in carcere. «Serve – spiega Trogu – a garantire un alloggio e del cibo finché non si riesce a trovare un lavoro e reinserirsi nella comunità».
Un dialogo dentro una ferita collettiva, quella degli errori giudiziari, e la volontà di porne rimedio
Errori giudiziari: un fenomeno sottostimato
I numeri ufficiali sugli errori giudiziari raccontano già molto. Ma come evidenzia Trogu non sono una reale fotografia della situazione. «Il dato dei 940 casi l’anno è incompleto: riguarda solo chi ha il coraggio di chiedere l’indennizzo. Tante persone, una volta chiuso col mondo della giustizia, non vogliono più intraprendere un nuovo iter giudiziario. Quindi il fenomeno è molto più esteso di quanto sembri». C’è poi un problema di tempi: «Dalla scarcerazione all’ottenimento di un indennizzo possono passare 7 o 8 anni. Se non hai qualcuno che ti sostiene, rischi di fare la fame».
La puntata allarga lo sguardo anche al tema dei diritti delle persone detenute e di quei pregiudizi che, ancorati alla realtà, continuano oggi guidare logiche e sguardi disumanizzanti verso il carcere e chi lo vive o lo ha vissuto. «Spesso – riflette Trogu – prevale un’idea che considera la sofferenza quasi legittima, parte della pena». La proposta di legge Zuncheddu – che è promossa dal Partito Radicale – si inserisce quindi anche in una cultura del cambiamento, nell’urgenza di colmare un vuoto che lascia troppe persone in una condizione di abbandono. Garantire un primo supporto concreto per ridare dignità e permettere di ripartire.

La puntata del Talk di Sardegna Che Cambia
La nuova puntata del Talk – online da oggi sul nostro canale YouTube, visionarie anche al link alla fine di questo articolo – è dunque un dialogo dentro una ferita collettiva, quella degli errori giudiziari, e la volontà di porne rimedio. Attraverso le parole di Mauro Trogu e la storia emblematica di Beniamino Zuncheddu, guardiamo alle motivazioni dietro una proposta di legge la cui raccolta firme è attiva in tutto il territorio italiano. Un’intervista che invita a riflettere sul senso di giustizia, sul valore della libertà e sulla necessità di uno Stato capace di prendersi cura dei propri errori.
Come firmare per la proposta di legge Zuncheddu?
Nei vari Comuni sono disponibili i moduli per la raccolta firme a sostegno della proposta di Legge di iniziativa popolare nota anche come “Disegno di legge Zuncheddu” in materia di risarcimento per le vittime di giustizia. È possibile da maggiorenni partecipare alla raccolta firme entro il 31 ottobre recandosi, con documento di riconoscimento in corso di validità, in comune o in uno dei vari banchetti sparsi in città e paesi. La garante sarda dei detenuti Irene Testa (qui) nella sua pagina Facebook pubblica periodicamente il calendario degli eventi pubblici ma ad essere aggiornata è anche la pagina Proposta di legge Zuncheddu e altri – Raccolta firme.










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