Respect Sicily, quando i cittadini diventano sentinelle contro l’abbandono dei rifiuti
In Sicilia un gruppo di giovani risponde all’emergenza rifiuti con una mappa collaborativa che denuncia micro-discariche e abbandoni illeciti.
In breve
L’abbandono di rifiuti lungo le strade e in micro-discariche abusive è un fenomeno che non accenna ad arrestarsi, soprattutto in alcune regioni come la Sicilia.
- Da qualche anno è nato Respect Sicily, un progetto che riunisce giovani volontari che hanno creato una mappa collaborativa che segnala oltre 400 discariche abusive e rifiuti abbandonati nell’isola.
- Le denunce del gruppo hanno portato all’avvio di controlli e procedimenti ufficiali, ma hanno anche generato minacce nei confronti dei volontari e della volontarie.
- Le segnalazioni sono effettuabili da chiunque, in modo totalmente volontario, collaborativo e anonimo. La copertura regionale dipende dal coinvolgimento dei cittadini e dalla diffusione del progetto.
- Per un ulteriore sensibilizzazione, Respect Sicily ha approfondito le tante conseguenze dell’abbandono dei rifiuti: danni ambientali, economici e sanitari a causa dell’inquinamento del suolo e delle falde, oltre all’incremento dei tributi e calo del turismo.
- Secondo Respect Sicily, bisognerebbe istituzionalizzare la mappa in uno strumento ufficiale di comunicazione tra cittadini e pubbliche amministrazioni. Questo permetterebbe agli enti di intervenire in maniera mirata e tempestiva grazie a un sistema gratuito, collaborativo e già funzionante.
Secondo l’ultimo Rapporto Ecomafia, nel 2024 i reati legati al ciclo dei rifiuti hanno superato quota 11.000, con un aumento del 19,9% rispetto all’anno precedente. La gestione illecita dei rifiuti resta uno dei fronti più critici della tutela ambientale in Italia. La Sicilia occupa il sesto posto nella classifica regionale: i reati registrati sono 3.816, con 3.629 persone denunciate, 12 gli arresti e 536 i sequestri.
Nell’isola purtroppo discariche abusive e abbandoni illeciti sono ancora numerosi. Accade spesso di restare impressionati per la poca cura e il poco rispetto manifestato nei confronti del territorio. Paesaggi mozzafiato convivono con rifiuti di ogni genere, lasciati qua e là, perfino nei luoghi più improbabili.
È proprio da questa frustrazione che, diversi anni fa, un gruppo di giovani siciliani ha deciso di reagire dando vita a Respect Sicily, un progetto nato dalla consapevolezza che la mancanza di strumenti adeguati per individuare e monitorare i rifiuti abbandonati rappresenta uno dei principali ostacoli alla loro rimozione. «Ci sembrava un nome di impatto e che richiama immediatamente al rispetto, anche se molti hanno criticato l’inglesismo. Il messaggio non si rivolge solo ed esclusivamente ai turisti, che è la cosa che spesso ci viene contestata», spiegano i volontari di Respect Sicily che hanno creato una mappa collaborativa, in costante aggiornamento, che localizza micro-discariche abusive e rifiuti abbandonati in tutto il territorio siciliano.

La mappa collaborativa di Respect Sicily che individua le micro-discariche di rifiuti
Monitorano le segnalazioni ricevute e le inoltrano regolarmente al Ministero della Transizione Ecologica, alle Procure della Repubblica, al Commissario Straordinario per l’Emergenza Rifiuti, ai Comuni e ai nuclei operativi ambientali dei Carabinieri, contribuendo così all’avvio di verifiche e procedimenti formali. A seguito delle numerose denunce e delle lettere inviate anche ai Ministeri, i volontari hanno iniziato a ricevere minacce, più o meno velate. Su suggerimento di alcune autorità, hanno quindi deciso di adottare un atteggiamento orientato alla tutela dei propri collaboratori. Durante la nostra intervista infatti non vengono condivisi numeri telefonici e non ho modo di conoscerli in viso.
La mappa, ad oggi, ha raccolto oltre 400 segnalazioni – effettuabili da chiunque, in modo totalmente volontario, collaborativo e anonimo – distribuite in tutta la Sicilia. La copertura regionale dipende dal coinvolgimento dei cittadini e dalla diffusione del progetto. Una volta mappata l’area, in diversi casi i Comuni hanno iniziato a protocollare le richieste e i Carabinieri hanno avviato controlli e procedimenti formali, indirizzando le verifiche alle caserme territorialmente competenti. «Purtroppo le segnalazioni sono via via diminuite: la gente non vede un reale cambiamento sul territorio e, come spesso accade, si stanca e non segnala più».
Respect Sicily ha approfondito le tante conseguenze dell’abbandono dei rifiuti, effetti negativi che si sommano tra loro
Rifiuti abbandonati, un fenomeno tutt’altro che isolato
L’obiettivo di Respect Sicily è sensibilizzare e far comprendere che l’abbandono dei rifiuti non è un problema isolato o circoscritto a singoli Comuni: riguarda l’intero territorio siciliano. «L’impegno collettivo è fondamentale per contrastare questa emergenza, che dilaga ormai da molti anni e riesplode ogni estate, come una necessità sempre più pressante. Una possibile soluzione potrebbe essere l’istituzionalizzazione della mappa, che diventerebbe uno strumento ufficiale di comunicazione tra cittadini e pubbliche amministrazioni. Questo permetterebbe agli enti di intervenire in maniera mirata e tempestiva grazie a un sistema gratuito, collaborativo e già funzionante», sottolineano i volontari di Respect Sicily.
Se da un lato l’iniziativa è lodata e apprezzata da alcune istituzioni, turisti e abitanti locali avviliti dalla decadenza di certi comportamenti, dall’altro c’è chi ritiene che tali attività possano “mettere in cattiva luce” la Sicilia. La soluzione più giusta e lungimirante non è certo fingere che tutto vada bene. Il problema resta principalmente culturale, come dimostra anche la scarsa consapevolezza delle ripercussioni di questi gesti su più fronti.
Le conseguenze dell’abbandono dei rifiuti
Respect Sicily ha approfondito le tante conseguenze dell’abbandono dei rifiuti, effetti negativi che si sommano tra loro. Oltre al danno ambientale, economico e sanitario, si aggiunge un possibile e verosimile aggravio dei tributi locali. I rifiuti abbandonati sui terreni agricoli possono contenere sostanze tossiche – piombo, mercurio, cadmio, olio esausto, plastiche, RAEE, eternit – che, penetrando nel suolo, contaminano l’ambiente circostante, rendono i terreni inadatti alla coltivazione e minacciano le falde acquifere, mettendo a rischio anche la salute pubblica. E non solo. «Abbiamo provato a sintetizzare le conseguenze economiche su vari settori, primo fra tutti il turismo, attraverso una campagna di sensibilizzazione fatta con piccoli messaggi brevi pubblicati anche su Instagram», raccontano i volontari.

I rifiuti abbandonati alterano l’estetica dei paesaggi naturali e urbani, riducendo l’attrattiva turistica e scoraggiando i visitatori. È già successo nell’estate appena conclusa: ne abbiamo parlato in una puntata di Io Non Mi Rassegno Sicilia. Secondo la denuncia del CNA Siracusa, sono state circa il 25% le cancellazioni da parte di cicloturisti – che sono soliti informarsi e prenotare online lasciando recensioni che influenzano le scelte di altri viaggiatori – a causa del degrado ambientale dovuto alla presenza di rifiuti lungo le principali arterie stradali della provincia. Una riduzione dell’offerta turistica che si traduce anche in perdita di reddito, di reputazione e di biodiversità del e nel territorio.
Perché tanta inciviltà?
Resta una domanda di fondo, anzi più di una: quale meccanismo scatta nella mente di chi abbandona i rifiuti in modo illecito? Cosa li spinge a percorrere anche tanti chilometri per abbandonare materassi, vecchi elettrodomestici o mobili di cui non hanno più bisogno? Lungo le strade più impensabili, come può essere ad esempio il parco dell’Etna, non è raro imbattersi in scene del genere. Per quanto si cerchi una motivazione valida, è difficile trovarla.
Bisogna forse aver conseguito studi particolari presso università prestigiose per comprendere l’insensatezza di certi comportamenti umani o basterebbe solo un po’ di buon senso? E poi, oltre alle conseguenze ambientali e sanitarie, gravissime, come si può non rispettare la bellezza e l’anima di un luogo? Abbiamo davvero bisogno di qualcuno che, anche attraverso degli strumenti, ci aiuti a capire che sarebbe opportuno evitare di abbandonare rifiuti in modo illegale? A quanto pare sì. E, a questo punto, che ben vengano!










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