Bloccato il progetto del museo Guggenheim di aprire una sede in una riserva naturale
Dopo diversi anni di valutazioni, la direzione del Guggenheim di Bilbao ha rinunciato a espandersi nella riserva di Urdaibai, l’unica dei Paesi Baschi.
Si è conclusa una querelle iniziata ormai 17 anni fa, nel 2008, con la proposta di aprire una succursale del Museo Guggenheim di Bilbao in un’area naturale all’interno della riserva Biosfera di Urdaibai, la sola presente nei Paesi Baschi – regione del nord della Spagna – e una delle principali del paese, istituita nel 1984, ampia circa 220 chilometri quadrati e importante culla di biodiversità – ospita più di 300 specie di vertebrati. Al suo interno si trova anche la città di Guernica, resa celebre dal famoso dipinto di Picasso.
È forse questo legame con l’arte che ha reso particolarmente suggestiva per la direzione del Guggenheim l’ipotesi di aprire una succursale nella riserva. Sin da subito però all’entusiasmo da parte di alcuni promotori – in particolare i locali governi di Paesi Bachi e Biscaglia, presenti nel consiglio direttivo del museo – si è scontrato con la contrarietà della comunità locale, rappresentata principalmente dal comitato Guggenheim Urdaibai Stop.
Il comitato ha definito l’iniziativa “un progetto miope e innaturale, che vuole convertire la riserva in un’area d’attrazione per il turismo di massa con la costruzione di due nuove sedi del Guggenheim che occuperanno il cuore della biosfera, provocandole un irreparabile danno. Tutto ciò finanziato da denaro pubblico”. Per anni il comitato ha portato avanti iniziative di lobbying, campagne d’informazione e la sottoscrizione di un manifesto per sensibilizzare la comunità locale sui rischi dell’opera.
Nello specifico, il progetto prevedeva l’utilizzo di due strutture già esistenti – una vecchia fabbrica di posate che ha cessato l’attività e un cantiere navale ancora aperto – distanti tra loro 7 chilometri. Erano già stati previsti finanziamenti per circa 40 milioni di euro, giustificati dalla convinzione che l’idea avesse buone potenzialità non solo dal punto di vista dell’ampliamento dell’offerta culturale, ma anche da quello della riqualificazione ambientale dell’area. Il budget avrebbe dovuto coprire la ristrutturazione dei vecchi edifici, la realizzazione di nuovi e la bonifica di alcune aree naturali.
La battaglia del Guggenheim Urdaibai Stop è stata condivisa anche da un altro comitato molto più vecchio, il Zain Dezaguin Urdaibai, che da più di trent’anni si batte per la tutela della riserva e la sua protezione dall’overtourism. Oltre alle criticità sul piano ambientale, i due comitati hanno contestato anche le modalità con cui è stato portato avanti il progetto, secondo loro poco trasparenti e poco inclusive rispetto alle comunità locali.
Pochi giorni fa, la direttrice del museo Miren Arzalluz ha comunicato che il consiglio direttivo ha adottato la decisione di sospendere tutto. Una scelta che era già nell’aria viste le crescenti perplessità dell’opinione pubblica e della politica sul progetto stesso. “Complimenti Busturialdea! I cittadini hanno vinto! Busturialdea ha vinto!”, ha scritto sui social il comitato complimentandosi con la comunità della locale provincia che ha sostenuto la causa.







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