Capodanno 2026 e benessere animale: crescono i comuni italiani (e non solo) che vietano i botti
Da Aosta a Udine, Firenze, Pesaro, Venezia e Pescara: divieti spesso temporanei e con eccezioni. Nel mondo stop per lutto o zone “control”. Crescono droni e show di luce.
I botti di Capodanno sono per molti una tradizione a cui è difficile rinunciare. Tuttavia, hanno effetti nocivi sull’ambiente e sul benessere animale: il rumore improvviso può scatenare paura intensa, disorientamento e reazioni di panico con tentativi di fuga degli animali domestici (anche attraverso balconi o recinzioni), aumento di incidenti e smarrimenti; per gli animali selvatici – in particolare uccelli – il disturbo può causare allontanamenti improvvisi dai siti di riposo e maggiore vulnerabilità nelle ore successive.
Sul fronte ambientale, i fuochi generano un picco di inquinamento concentrato in poche ore: diverse rilevazioni ARPA descrivono aumenti marcati del particolato (PM10 e spesso anche frazioni più fini), legati ai fumi e alle polveri prodotte dalle combustioni pirotecniche, con ricadute al suolo e residui che si disperdono nell’ambiente.
In Italia non esiste un divieto nazionale unico per i fuochi, ma sempre più comuni emettono ordinanze restrittive, spesso temporanee fino all’Epifania, e quasi sempre con eccezioni per gli spettacoli pirotecnici professionali autorizzati.
Tra i casi più netti c’è Aosta: l’ordinanza vieta su tutto il territorio comunale petardi, razzi e fuochi d’artificio anche solo a effetto luminoso dal 31 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026, motivando la scelta con tutela di persone fragili, animali e riduzione dei rischi per servizi e pronto intervento. A Udine il divieto è esteso dal 24 dicembre al 6 gennaio. Firenze adotta il divieto in città nella notte di San Silvestro, affiancandolo a una campagna di sensibilizzazione legata anche alla tutela degli animali. Pesaro punta su un divieto mirato in aree sensibili come piazza del Popolo e vie limitrofe, ospedali e strutture sanitarie, canile e gattile e zone di ricovero animali. Pescara vieta “petardi e simili” fino al 7 gennaio 2026.
A Genova l’ordinanza contro i “botti” emanata dalla sindaca Silvia Salis per vietare l’uso e la detenzione di artifici pirotecnici nel periodo delle festività e nella notte di Capodanno è stata sospesa dal Tar che ha accolto il ricorso di alcune aziende del settore pirotecnico, rendendo di fatto inapplicabile il divieto deciso dal Comune. L’amministrazione ha annunciato che lavorerà a un nuovo provvedimento compatibile con i rilievi del Tribunale amministrativo.
In generale, il punto critico di queste ordinanze è il reale rispetto dei divieti. In un appello, il WWF denuncia che in molte realtà il rispetto delle regole resta basso e chiede ordinanze in anticipo e vigilanza, richiamando anche l’impatto su animali domestici e selvatici e citando dati di indagini su stress e comportamenti di fuga. Intanto sul territorio continuano sequestri di materiale illegale e ordinanze che includono anche controlli su vetro, spray e accessi alle piazze. Anche a Napoli, nelle zone dove si festeggia, è vietato portare e far esplodere botti e fuochi. Il problema è far rispettare davvero il divieto proprio nelle ore più affollate e quando circolano fuochi illegali o non a norma.
I divieti e le limitazioni ai fuochi d’artificio non sono un fenomeno solo italiano; piuttosto rispecchiano un trend globale. Il comune tedesco di Monaco ha introdotto una stretta ampia sulle celebrazioni e sui fuochi nel periodo di fine anno, secondo la stampa locale. Praga lavora da anni su un impianto di limitazioni in aree protette, lungo i corsi d’acqua, nei parchi e vicino a strutture sanitarie e persino ai servizi veterinari d’emergenza, esplicitando al contempo le eccezioni per spettacoli professionali autorizzati. Edimburgo, con le “Firework Control Zones”, offre un esempio di regolazione per periodi definiti e quartieri specifici, pensata per ridurre rumore, stress e comportamenti antisociali. Alle Hawaii, invece, la notizia è l’inasprimento di leggi e controlli contro i fuochi illegali dopo incidenti gravi, con nuove norme e sanzioni più incisive.
Dentro questo quadro, alcune città stanno provando a spostare l’attenzione su alternative meno rumorose o solo luminose: spettacoli di droni, laser e light show (talvolta ibridi). Un esempio recente è Padova, che ha annunciato un drone light show per l’arrivo del 2026, ovvero uno spettacolo in cui le immagini luminose in cielo sono riprodotte da migliaia di droni. Atene già lo scorso anno ha utilizzato fuochi d’artificio a scoppio ridotto per celebrare l’arrivo del 2025.
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