Cisgiordania: tre italiani feriti da un attacco dei coloni israeliani

“Stavamo dormendo quando, alle 5, siamo stati attaccati da un gruppo di coloni armati di bastoni e fucili, erano dieci ed erano mascherati. È successo in una zona, la Cisgiordania, dove non dovrebbe esserci nessun tipo di presenza israeliana. Hanno cominciato a picchiarci con pugni e a schiaffeggiarci. In particolare calci in faccia, nelle costole, nell’addome, lungo le gambe. Io ho un forte dolore alle costole, la mia collega canadese che era con me hai dei lividi su gambe e addome”. È questa la ricostruzione fatta da una delle vittime italiane dell’aggressione perpetrata da una decina di coloni israeliani ieri.

Siamo a Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, in Cisgiordania. Qui si trovano diverse attiviste e attivisti di varie nazionalità, fra cui le tre persone provenienti dall’Italia. Fanno tutte parte della campagna protettiva Faz3a, che lavora sull’empowerment delle comunità locali che, da quando è in corso il genocidio a Gaza, sono vittime di un’escalation di violenza da parte dell’esercito e degli abitanti delle colonie illegali di Israele. In questo territorio infatti – dove, va ricordato, Hamas non è presente né rappresentata – dal 7 ottobre sono stati uccisi circa 900 palestinesi e feriti più di 7000 secondo Medici Senza Frontiere, mentre Save The Children denuncia che 2850 bambini sono rimasti senza casa nello stesso periodo – sono più di 10.000 negli ultimi 15 anni.

L’occupazione della Cisgiordania da parte dei coloni israeliani, incentivati dal Governo, è stata ripetutamente dichiarata illegale dagli organismi sovranazionali. In particolare, la risoluzione 2334 del 2016 approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiede a Israele di cessare la politica di invasione rispettando i confini concordati nel 1967, mentre è solo di un anno fa la risoluzione dell’Assemblea generale ONU che chiede a Israele di ritirarsi entro un anno dalle colonie nei territori palestinesi occupati, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.

Faz3a ha rilasciato un comunicato in cui ha dichiarato che l’aggressione dei coloni è “mirata deliberatamente a intimidire e punire la solidarietà internazionale. Gli attacchi dei coloni nella zona di Ein al-Duyuk sono aumentati drasticamente negli ultimi due mesi, a seguito dell’istituzione di un avamposto coloniale illegale. Da allora, la comunità palestinese subisce quasi quotidianamente aggressioni, intimidazioni, violenze fisiche e furti”. Sull’episodio si è espresso anche il Ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Basta aggressioni, non è questo il modo per rivendicare anche le proprie ragioni. La Cisgiordania non deve essere annessa, siamo assolutamente contrari, deve essere rispettata la popolazione civile palestinese. È gravissimo”.

Già in passato Tajani aveva lanciato diversi appelli al cessate il fuoco che Israele ha completamene ignorato. Nessun provvedimento però è mai stato preso dal Governo italiano. Tutto ciò avviene durante quello che formalmente dovrebbe essere un periodo di tregua. Nella realtà non è così, poiché dal 10 ottobre 2025 – giorno in cui Trump ha annunciato il cessate il fuoco –, l’esercito israeliano ha compiuto circa 500 attacchi uccidendo quasi 350 palestinesi.