Rivoluzione in Colombia, le comunità indigene potranno autogovernarsi
Il governo colombiano ha concesso, dopo tanti anni, alle comunità indigene i poteri per autogovernarsi.
Grazie al decreto 488 del governo guidato da Gustavo Petro, le comunità indigene dell’Amazzonia colombiana hanno ottenuto ufficialmente poteri di autogoverno. I popoli indigeni potranno opporsi a progetti commerciali, estrattivi e di altro tipo, ridefinendo il loro ruolo all’interno di processi decisionali relativi allo sviluppo dei territori. Se vorranno, dunque, potranno anche opporsi senza veder violati, come accade spesso in molte parti del mondo, i propri diritti umani, senza essere discriminati ed esclusi dalle decisioni politiche ed economiche e dai propri territori.
Il Governo ha rispettato una promessa storica concedendo loro maggiore autonomia politica e amministrativa, un traguardo importante per lo stesso Governo che vede rafforzare l’alleanza con i leader indigeni in un momento cruciale per la politica sociale del paese. La mobilitazione del movimento indigeno è stata determinante per il raggiungimento di questo risultato, in migliaia si sono ritrovati a Bogotá per sostenere il governo e chiedere l’attuazione delle promesse fatte.
Il riconoscimento delle Entità Territoriali Indigene (ETI) permetterà alle comunità indigene di amministrare direttamente i fondi senza l’intermediazione delle autorità municipali e di consolidare nel tempo i diritti acquisiti. La strada è ancora lunga ma un primo passo è stato compiuto.
Secondo Norman Bañol, membro della Camera dei rappresentanti della Colombia, la capacità organizzativa del movimento indigeno sarà un sostegno determinante al mandato di Petro, il primo governo di sinistra nella storia recente della Colombia, che sta affrontando una grossa crisi politica: negli ultimi tre mesi si sono dimessi o sono stati sostituiti 13 ministri su 19, e alcune delle nuove nomine hanno suscitato polemiche che lo hanno messo in grossa difficoltà.
Il percorso di Gustavo Petro sembra essere complesso e ricco di sfide. La strategia di ampliare la cooperazione internazionale con paesi emergenti rappresenta un’opportunità per lo sviluppo infrastrutturale e sociale della Colombia, ma le difficoltà incontrate nel processo di riforma interna, con il contrasto di parte del Senato e le tensioni sociali, rendono il panorama politico particolarmente instabile.
Vedremo se la strategia di dialogo e apertura verso i movimenti sociali riuscirà a consolidare il sostegno interno, mentre la recente collaborazione con il Nuovo Banco di Sviluppo potrà essere una svolta cruciale per il futuro economico del paese.







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