Il Governo taglia 1,4 miliardi di fondi alle comunità energetiche: transizione a rischio?
Con un taglio del 64% ai finanziamenti del PNRR destinati alle comunità energetiche rinnovabili, il Governo fa un grave passo indietro rispetto alla transizione energetica.
Da 2,2 miliardi a 795,5 milioni, con un taglio di 1,4 miliardi di euro. È questa la drastica riduzione che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha deciso di infliggere al budget, proveniente dal PNRR, destinato a finanziare le comunità energetiche rinnovabili. Quella delle CER è una soluzione che, proprio per le incertezze normative ed economiche attribuibili a una politica energetica poco chiara, ancora stenta a decollare. Ma il nuovo budget, dopo la riduzione, non è più sufficiente neppure per soddisfare le domande giunte sin qui.
Secondo il GSE infatti, a pochi giorni dalla scadenza del 30 novembre – data fino alla quale si possono presentare domande per realizzare impianti per comunità energetiche e e gruppi di autoconsumatori nei Comuni sotto i 50.000 abitanti –, le richieste avrebbero bisogno di 864,6 milioni di euro per essere finanziate, quindi circa 70 milioni di euro in più di quelli stanziati.
Come spiega rinnovabili.it, “la dotazione dedicata alle comunità deve adeguarsi ai criteri fissati dalla Commissione europea, che non consente proroghe. Il Governo ha scelto quindi di concentrare le risorse sulle misure che offrono un assorbimento più rapido, mentre CER, agrivoltaico, biometano e alcune linee sull’idrogeno mostrano maggiori criticità nella realizzazione degli impianti e nella tempistica dei progetti”. Come chiarito dal Governo, la riduzione è dovuta alle indicazione dell’UE di spostare risorse verso misure ritenute più efficaci e rapide, come Transizione 4.0 e gli IPCEI su idrogeno, microelettronica e infrastrutture digitali.
Gli effetti di questa riduzione si stanno già manifestando, con il rischio che progetti già avviati di comunità energetiche incontrino difficoltà e che si inneschi una corsa al finanziamento fra quelli ancora da presentare, specialmente in Regioni in cui le CER stanno proliferando, come la Sicilia e l’Umbria, che hanno già fatto presente la situazione al Governo evidenziando il concreto rischio di compromettere la diffusione di questo strumento energetico.
Anche fra chi lavora sul campo, questo drastico taglio ha scatenato sconcerto e proteste. Giovanni Montagnani, presidente di CER Vergante Rinnovabile – la cui storia abbiamo raccontato dettagliatamente in questo articolo – ha espresso il suo sgomento facendo notare che «a dieci giorni dalla scadenza del bando non esce un decreto, ma un post su LinkedIn del Presidente del GSE che annuncia il taglio di 2/3 dei fondi. Le regole cambiano a partita finita, bruciando i business plan di migliaia di aziende».
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