Ecco come le guerre stanno alimentando la crisi climatica
Diverse associazioni scientifiche avvisano che la escalation di guerre e corsa agli armamenti avranno gravissime conseguenze sulla crisi climatica in corso.
200 milioni di tonnellate in più immesse in atmosfera. E questo è solo il “contributo” che, si prevede, darà il piano di riarmo imposto dalla NATO ad alimentare la crisi climatica. L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi da Scientists for Global Responsibility, organizzazione che promuove la ricerca scientifica e tecnologica responsabile. Secondo SGR infatti, il raggiungimento degli obiettivi fissati dagli accordi di Parigi sul clima, ovvero contenere l’aumento delle temperature entro il limite di 1,5°C, erano già un obiettivo molto difficile da raggiungere e con la proposta della NATO saranno sostanzialmente fuori portata.
Secondo il report di SGR, 100 miliardi di dollari di spesa militare corrispondono più o meno al rilascio nell’atmosfera di circa 32 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente. Risulta abbastanza veloce fare i calcoli sulla basi dei dati che ricorda anche la rivista Valori: “Tra il 2021 e il 2024 la spesa militare complessiva dei 27 membri dell’Unione europea è cresciuta di oltre il 30%, raggiungendo alla fine del triennio i 326 miliardi di euro. È circa l’1,6% del Pil dell’Unione. Ora i Paesi Nato promettono di arrivare al 5% entro il 2035″.
Secondo Qualenergia, “la letteratura scientifica citata nel report stima che, nel complesso, le forze armate siano responsabili del 5,5% delle emissioni globali”. Ma la rivista specializzata in energie rinnovabili propone anche una quantificazione dei costi sociali della crisi climatica rispetto al contributo drammaticamente decisivo delle guerre: “Il costo sociale della CO2, cioè il danno economico causato da ogni tonnellata di CO₂ emessa, pari a 1.347 $/tCO2e, il costo annuo del riarmo Nato andrebbe da 116 a 264 miliardi di dollari. E questa, sottolineano gli autori del report, è solo una frazione del reale costo climatico della militarizzazione: i calcoli si basano su 31 Paesi, che rappresentano solo il 9% delle emissioni globali. Se si considerasse l’intero impatto globale, i numeri sarebbero ben più alti”.
Da tempo anche il Conflict and environment observatory fa notare l’enorme impatto che questa nuova corsa agli armamenti ha sulla crisi climatica, sottolineando anche gli aspetti economici di questa scelta, che si traducono nella sottrazione di quantità enormi di denaro ad altre voci di spesa oggi cruciali: “È estremamente difficile capire come gli attuali e previsti aumenti della spesa militare possano essere conciliati con le azioni necessarie per prevenire pericolosi cambiamenti climatici”.







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