Incendio a Siracusa: bruciano rifiuti plastici, rischio di inquinanti nell’aria
Due giorni fa è scoppiato un incendio a Siracusa, presso una ditta che si occupa di smaltimento di rifiuti speciali. Ora c’è preoccupazione per la presenza di diossine e altre sostanze volatili nelle aree abitate.

“Restate al chiuso, con porte e finestre sigillate. Il vento soffia verso sud e la nube potrebbe raggiungere anche zone abitate”. Sono queste le parole che il sindaco Peppe Di Mare ha rivolto al pubblico sabato 5 luglio, dopo che è scoppiato un incendio a Siracusa, per la precisione nel Comune di Augusta, in un capannone dello stabilimento della Ecomac, azienda locale che si occupa di smaltimento di rifiuti speciali. Tutti gli abitanti della provincia sono stati invitati a non uscire ed è in atto un attento e costante monitoraggio dell’aria.
Nella giornata di ieri, domenica 6, il sindaco di Ferla – un altro Comune del siracusano esposto ai pericoli della nube potenzialmente tossica – Michelangelo Giansiracusa ha diramato un comunicato in cui avverte che “come Libero Consorzio Comunale di Siracusa, stiamo continuando a monitorare con la massima attenzione la qualità dell’aria in tutta la provincia”. Secondo il sindaco, non si registrano situazioni di allarme per i principali inquinanti monitorati, ovvero anidride solforosa, ozono, biossido di azoto e benzene. I valori rilevati risultano ampiamente al di sotto dei limiti di legge previsti per la tutela della salute pubblica.
Tuttavia si evidenziano, in alcune ore della giornata e in determinate zone, valori più alti di sostanze volatili, riconducibili con ogni probabilità agli effetti dell’incendio. “Al momento si tratta di picchi temporanei che non comportano superamenti dei limiti di sicurezza, ma che continueranno a essere monitorati con attenzione”, spiega Giansiracusa. L’ARPA è al lavoro in queste ore per completare il monitoraggio in particolare delle sostanze che preoccupano di più: “Una valutazione più completa si avrà appena saranno disponibili i risultati della determinazione delle diossine, furani e idrocarburi policiclici aromatici in aria ambiente”.
Nel frattempo anche la società civile si mobilita: il comitato Stop Veleni chiede “di conoscere nel più breve tempo possibile le risultanze delle analisi” e contemporaneamente invoca l’intervento della magistratura al fine di verificare eventuali ipotesi di reato. “Questo scempio ambientale poteva essere evitato? Chi pagherà per esso? L’auspicio è che almeno ci sia una svolta sistemica e corale a vantaggio dei nostri territori che non possono sopportare oltre”, chiedono dal comitato.
“Si ripete come un disco rotto ancora per decine di migliaia di abitanti a ridosso dell’insediamento industriale siracusano, l’aria di venti irrespirabili e certamente tossica. Questa si tratta di un incendio divampato presso Ecomac, che fa seguito a quello del 22 agosto del 2022. Stessa situazione ambientale, con annesso appestamento e danno alla salute e alle matrici ambientali tutte”. Anche il movimento No al Petrolchimico si attiva, lanciando una campagna ad Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa e zone limitrofe per presentare un esposto collettivo contro i responsabili del disastro ambientale avvenuto all’Ecomac.
Vuoi approfondire?
Leggi il nostro dossier sul polo petrolchimico di Siracusa.
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