Incendio all’Università della Tuscia: operaio disperso, si temono conseguenze per salute e ambiente
Le fiamme hanno causato il crollo del secondo piano dell’edificio, al cui interno c’è materiale chimico altamente infiammabile.
Un grosso incendio è in corso in un edificio dell’Università della Tuscia, a Viterbo. Le fiamme sono divampate intorno alle 10:30 sul tetto della palazzina C del polo universitario di Riello, dove erano in corso lavori di ristrutturazione. Secondo le prime ricostruzioni, l’incendio potrebbe essere stato innescato da alcuni rotoli di guaina catramata presenti sul tetto.
Il rogo si è rapidamente esteso ai piani inferiori, coinvolgendo i laboratori di chimica e genetica che contenevano sostanze altamente infiammabili, tra cui 500 litri di etanolo e bombole di protossido di azoto . La presenza di questi materiali ha reso necessario l’intervento di unità specializzate dell’Esercito e l’evacuazione dell’area circostante nel raggio di 500 metri.
Fortunatamente, grazie al tempestivo intervento del personale e dei soccorsi, studenti, docenti e dipendenti sono stati evacuati in tempo e non si registrano feriti. Tuttavia, un operaio di 30 anni risulta disperso; le autorità stanno cercando di accertare se l’uomo fosse presente al momento dell’incendio o se sia riuscito a mettersi in salvo.
L’incendio ha sollevato immediatamente preoccupazioni anche per i possibili rischi ambientali e sanitari, dato che le fiamme hanno coinvolto laboratori in cui erano conservati composti altamente infiammabili come etanolo e protossido di azoto. Il denso fumo nero visibile da diversi chilometri di distanza è indicativo di una combustione incompleta, condizione che può generare particolato fine, idrocarburi policiclici aromatici e altri contaminanti tossici.
Il Comune ha invitato la popolazione a tenere le finestre chiuse nel raggio di un chilometro, un provvedimento precauzionale che evidenzia la gravità del rischio inalatorio, soprattutto per soggetti fragili come anziani e bambini.
Sul fronte ambientale, le autorità sanitarie e l’Arpa Lazio stanno monitorando la qualità dell’aria per valutare eventuali ricadute tossiche su suolo e falde acquifere. Il crollo parziale della struttura e la presenza di laboratori chimici pongono l’ulteriore timore che materiali contaminati possano essersi dispersi anche oltre l’area immediatamente interessata. Intanto, i tecnici della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco continuano a lavorare per contenere i danni e mettere in sicurezza l’intero complesso universitario.
Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha espresso la propria vicinanza alla comunità accademica e ha assicurato il pieno supporto del Ministero all’ateneo.







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