La Freedom Flotilla Coalition, in rotta verso Gaza, è rimasta isolata mentre i droni israeliani sorvolano l’area
L’imbarcazione Handala, della Freedom Flotilla Coalition, continua il viaggio verso Gaza nonostante alcune difficoltà.
Prima da Siracusa, lo scorso 13 luglio, e poi da Gallipoli il 20 luglio, Handala, una nave civile della Freedom Flotilla Coalition carica di aiuti umanitari e un messaggio di solidarietà da parte delle persone di tutto il mondo per Gaza, è partita. A bordo anche due italiani, Tony Lapiccirella di Bari e il messinese Antonio Mazzeo.
Questa missione si svolge a poche settimane dall’attacco illegale alla Madleen, un’altra nave della Freedom Flotilla che era partita da Catania e poi sequestrata illegalmente da Israele in acque internazionali.
La nave prende il nome da Handala, il personaggio creato dall’artista palestinese Naji al-Ali, diventato un simbolo del sostegno alla causa palestinese: un bambino rifugiato a piedi nudi che volta le spalle all’ingiustizia e che ha giurato di non voltarsi finché la Palestina non sarà libera. La nave Handala porta con sé il suo spirito e quello di ogni bambino di Gaza a cui sono stati negati sicurezza, dignità e gioia.
Già a Gallipoli, nonostante il clima di entusiasmo e determinazione, l’imbarcazione ha subito un tentativo di boicottaggio: un cavo è stato intenzionalmente intrecciato all’elica e una tanica contenente acido solforico è stata consegnata con l’inganno al posto dell’acqua potabile. Due volontari hanno riportato ustioni. Eppure, ha preso il largo lo stesso. Handala adesso si trova in mare aperto a qualche giorno di navigazione verso Gaza. Semmai arriverà. Nel cuore della notte appena trascorsa, l’imbarcazione è stata isolata per circa due ore, ogni contatto con l’equipaggio si è interrotto mentre diversi droni sorvolano la zona.
Dopo qualche ora le comunicazioni sono state ripristinate, mentre la distanza da Gaza si accorcia, circa 350 miglia nautiche. Tan Safi, un’attivista a bordo, ha sottolineato la stranezza dell’accaduto con un video. «Non abbiamo avuto modo di venire a conoscenza dell’interruzione globale di Starlink, abbiamo degli esperti che stanno analizzando tutto. Hanno la sensazione che sia ancora piuttosto insolito, considerando la tempistica di tutto e la competizione. Non è la prima volta che Elon (Musk) lavora con Israele, ma è molto probabile che si tratti di un’interruzione globale. Mentre parlo ci sono ancora i droni sopra di noi, non potrò stare qui per molto a lungo».
L’attività fa riferimento al guasto che ha causato l’interruzione globale di Starlink, durata 2,5 ore, che ha colpito decine di migliaia di utenti. Le speculazioni sulla causa includono un aggiornamento software o un attacco informatico. È molto probabile che anche questa volta Israele impedisca alla missione di arrivare a Gaza e Antonio Mazzeo, nel suo video messaggio della sesta giornata di navigazione, fa un appello affinché si dia spazio al senso di umanità.
«Manca un giorno di viaggio dal punto esatto in cui Israele con un vero e proprio atto di pirateria ha sequestrato la Madleen, arrestando e deportando gli attivisti a bordo. Da questo momento in poi inizia la fase più complessa della missione, ci attendiamo qualsiasi cosa, ma non nascondiamo l’ottimismo. Se è vero che le notizie che giungono da Gaza sono sempre più drammatiche, dall’altro vediamo che si sta sgretolando attorno a Israele quel supporto che la comunità internazionale ha garantito in questi anni, soprattutto negli ultimi due».
«Macron, ad esempio, si dichiara pronto a riconoscere lo Stato della Palestina. Abbiamo fatto un appello ai governi europei per far rispettare a Israele il diritto internazionale. Perché non dovete consentirci di arrivare a Gaza? Un atto di umanità nella totale disumanizzazione che Israele ha creato, nel rispetto di donne e uomini, come Vittorio Arrigoni, che ci chiedono di non abbandonare ma il senso di umanità, perché ancora l’uomo una speranza ce l’ha».







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