È morta Joanna Macy, pioniera dell’ecologia profonda e inventrice del “Lavoro che riconnette”
Joanna Macy è morta a 96 anni: con il suo “Lavoro che Riconnette” ha aiutato migliaia di persone ad affrontare il dolore del mondo e trasformarlo in azione.

Il 19 luglio 2025 è morta a 96 anni Joanna Macy, attivista ambientale, studiosa di Buddhismo e teorica dei sistemi complessi. Una delle grandi voci dell’ecologia del nostro tempo, ha dedicato la sua lunga vita a coltivare una visione del mondo fondata sull’interdipendenza, la resilienza spirituale e la responsabilità verso il pianeta e le generazioni future.
Nata a Los Angeles nel 1929, Macy è stata molto più di un’intellettuale: è stata una guida per migliaia di persone nel mondo, grazie al suo instancabile impegno contro il nucleare, per la giustizia climatica e per una trasformazione collettiva che lei chiamava la Grande Svolta (the Great Turning), ovvero il passaggio da una società basata sulla crescita industriale a una cultura della vita sostenibile.
La sua eredità più nota resta il Lavoro che Riconnette (The Work that Reconnects), un approccio esperienziale che intreccia spiritualità, scienza dei sistemi viventi e pratica comunitaria. Nata inizialmente come “Despair and Empowerment Work” (lavoro sul dolore e l’empowerment), questa metodologia ha aiutato intere generazioni ad attraversare il dolore ecologico, a ricollegarsi con il mondo vivente e ad agire con rinnovato coraggio.
Macy non ha mai separato l’impegno politico dalla riflessione interiore. La sua formazione accademica – culminata in un dottorato in studi religiosi con una tesi sulla causalità interdipendente nel Buddhismo – si intreccia con decenni di attivismo e insegnamento. Ha collaborato con i rifugiati tibetani in India negli anni Sessanta, si è formata con maestri della tradizione Theravāda e ha portato avanti un dialogo fertile con pensatori come Gregory Bateson, Donella Meadows e Ervin László.
Per molti, Joanna Macy è stata una bodhisattva dei nostri tempi: una figura chiave nel Buddhismo Mahayana, spesso descritta come una persona che ha risvegliato la propria compassione e saggezza al punto da poter raggiungere l’illuminazione, ma sceglie di restare nel mondo per aiutare tutti gli esseri senzienti a liberarsi dalla sofferenza.
Tra i molti che l’hanno ricordata, anche Rob Hopkins, fondatore del movimento delle Transition Towns: “Una delle grandi Bodhisattva dei nostri tempi. Ho avuto l’onore di incontrarla due volte. La prima fu alla conferenza Energia positiva a Findhorn, dove guidò la pratica della ‘Ciotola delle lacrime’. Un’esperienza profondamente trasformativa. La sua capacità di facilitare questi momenti era davvero rara.”
Alla fine di un’intervista pubblicata sul blog Transition Culture, Macy lasciò un messaggio che oggi suona come un testamento spirituale: “Percepiamo l’enorme privilegio di essere vivi in questo momento, dove le nostre vite possono fare la differenza. In mezzo al pericolo e al buio del nostro tempo, cresce tanta solidarietà. È un periodo meraviglioso. Spaventoso, e attraversato da ombre e luci. Che momento fantastico per prendere vita.”
Autrice di dodici libri, tra cui il celebre Coming Back to Life e Speranza attiva (tradotto in italiano grazie a un crowdfundin ed edito da Terra Nuova) Macy ha insegnato in diverse università e centri di ricerca spirituale nella Bay Area di San Francisco, e ha formato innumerevoli attivisti, facilitatori e pensatori in tutto il mondo.
Fino all’ultimo ha vissuto a Berkeley, vicino ai figli e ai nipoti. Il suo pensiero, le sue pratiche e il suo spirito continueranno a vivere in ogni cerchio che canta, piange, prega e agisce per il mondo.
Commenta l'articolo
Per commentare gli articoli registrati a Italia che Cambia oppure accedi
RegistratiSei già registrato?
Accedi