Qualità dell’aria: in 21 città su 27 inquinanti troppo alti, Napoli la peggiore

Napoli, Milano e Torino. Queste le tre città che nel 2025 hanno superato i limiti stabiliti dalla Direttiva Europea 2881/2024 in merito alla qualità dell’aria in città, nello specifico di quattro elementi inquinanti: PM 10, PM 2.5, biossido di azoto e ozono. È uscito infatti l’aggiornamento che include nel computo i dati del mese di settembre, realizzato come sempre dal Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile, promosso da Kyoto Club e Clean Cities Campaign in collaborazione con ISDE – Associazione Medici per l’Ambiente.

Partiamo dal biossido di azoto, NO₂, che come chiarisce ARPA Toscana “è un gas irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi che può causare bronchiti fino anche a edemi polmonari e decesso. Contribuisce alla formazione dello smog fotochimico, come precursore dell’ozono troposferico, e contribuisce, trasformandosi in acido nitrico, al fenomeno delle piogge acide”.

I dati sul biossido di azoto sono molto negativi nelle città di mare, con grandi porti – Napoli, Palermo, Genova e Messina quelle che hanno fatto registrare più sforamenti – poiché questo inquinante è prodotto in elevate quantità dalla combustione dell’HFO, l’olio combustibile pesante, ampiamente utilizzato nei giganteschi motori marini, che nelle navi ormeggiate a volte rimangono in moto per giorni. A tal proposito l’esperto di navigazione della ONG tedesca NABU, Sönke Diesener, ha spiegato a Ecquologia che “i Paesi rivieraschi del Mediterraneo dovrebbero agire per proteggere le persone, l’ambiente e il clima. Un’area di controllo delle emissioni potrebbe evitare 10.000 morti premature all’anno entro il 2050”.

Veniamo all’ozono: l’inquinamento da ozono si riferisce all’aumento della sua presenza nell’aria che respiriamo, soprattutto nei periodi estivi, che può avere effetti dannosi sulla salute dell’essere umano e sull’ambiente. L’Istituto Superiore della Sanità sottolinea che “l’ozono è associato a effetti sulla salute acuti e negativi, sia in termini di morbilità che di mortalità. Un’esposizione cronica all’ozono comporta cambiamenti significativi nelle vie aeree al livello dei bronchioli”. In Europa, sempre secondo l’ISS, sono circa 21.000 ogni anno i decessi associati a livelli di ozono superiori ai limiti.

Nel periodo in cui la qualità dell’aria nelle città italiane è stata analizzata – da gennaio a settembre 2025, ma ovviamente i dati verranno aggiornati nel corso dei prossimi mesi –, sono 21 sui 27 monitorati i capoluoghi che hanno registrato sforamenti dei limiti per almeno uno dei quattro inquinanti presi in considerazione. Questo dato, conclude l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile, non fa altro che confermare “l’urgenza di politiche integrate su mobilità, energia e qualità dell’aria per ridurre le emissioni di precursori e proteggere la salute dei cittadini”.