Città 30, anche Roma rallenta: il centro storico della Capitale diventa una zona 30
Sempre più città italiane adottano il modello “Città 30”, con limiti di velocità ridotti per aumentare sicurezza e vivibilità. Dopo Bologna e Pavia, anche Roma si prepara a rallentare il traffico nel centro storico.
Il Campidoglio ha approvato una svolta per la mobilità urbana: il 28 agosto ha annunciato che il centro storico di Roma diventerà una “zona 30”, ovvero un’area in cui il limite massimo di velocità è fissato a 30 km/h. L’approvazione definitiva della delibera è attesa a settembre, ma alcuni media già segnalano che nel frattempo sono già stati predisposti interventi concreti sulla segnaletica e la viabilità.
Il Comune non si limita a ridurre i limiti di velocità: punta anche a un controllo ancor più rigoroso con un rafforzamento della dotazione tecnologica. Aggiungerà 60 nuovi dispositivi tra autovelox fissi e tutor e impiegherà altri 20 rilevatori mobili della Polizia locale. Da settembre scatteranno i controlli su tre arterie chiave (la Tangenziale nei pressi dei Campi Sportivi, via Isacco Newton e via del Mare). Entro novembre entreranno in funzione i Vista Red su altri 15 incroci per sanzionare chi passa con il semaforo rosso.
Il Comune ha tracciato una tabella di marcia netta: entro fine estate saranno attivati i primi 52 tratti di strada, con l’obiettivo di arrivare a circa 1.000 vie – specialmente nelle zone urbanisticamente omogenee e nella Ztl centrale.
L’assessore alla Mobilità Eugenio Patané ha sottolineato che la misura nasce dall’urgenza di intervenire su numeri preoccupanti riguardanti la sicurezza. Ha ricordato l’emergenza in materia di sicurezza stradale, affermando che “la velocità incide direttamente sulla mortalità: a 70 km/h l’impatto con un pedone è quasi sempre fatale, a 30 km/h il rischio scende al 10%”.
Il modello guida è quello di Bologna, considerato ormai un riferimento a livello nazionale: nel primo anno di Città 30 (dal 16 gennaio 2024 al 12 gennaio 2025) il numero degli incidenti è calato del 13,1%, i feriti dell’11%, le morti quasi dimezzate, e per la prima volta dal 1991 non si è registrata una vittima tra i pedoni. Altre fonti riferiscono stime medie, in Italia ed Europa, che indicano una riduzione del 23% degli incidenti, del 38% dei feriti, del 37% delle vittime e del 18% delle emissioni inquinanti.
Accanto a Roma, anche Pavia ha annunciato nelle ultime settimane l’imminente lancio di un piano “Città 30”. Il sindaco Michele Lissia (Pd) ha spiegato che si tratta di una scelta volta a rendere la città più vivibile e sicura per pedoni e ciclisti. Ha specificato che la decisione non ha natura ideologica e che, entro l’estate, saranno approvate le prime linee guida, cui seguirà l’indicazione delle strade interessate e una campagna informativa per sensibilizzare i cittadini. La vicesindaca Alice Moggi ha aggiunto che si interverrà anche su marciapiedi e piazze, restituendo loro funzioni aggregative anziché di semplice parcheggio.
Il fenomeno delle “città 30” non è affatto una novità europea: città come Berlino, Barcellona, Edimburgo, Bruxelles, Parigi e soprattutto Helsinki, da anni applicano politiche simili. Gli studi internazionali, tra cui quelli dell’Oms, mettono in luce che il limite a 30 km/h è una misura con validità ormai consolidata: riduce significativamente incidenti, decessi e inquinamento.
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Ascolta la puntata di Soluscions sulle città 30 e la mobilità del futuro.







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