Scuole private, il Governo propone un bonus di 1500 euro
La Legge di Bilancio 2026 contiene la proposta di un bonus fino a 1500 euro per le famiglie a basso reddito che vogliono iscrivere i figli alle scuole paritarie.
Infuria la polemica sul bonus che la Legge di Bilancio approvata dal Governo – ora tocca alle Camere – propone per sostenere le famiglie a basso reddito, nello specifico con ISEE inferiore ai 30.000 annui, che vogliono iscrivere i propri figli e le proprie figlie alle scuole private paritarie. Per questa manovra sono stati stanziati 20 milioni di euro, che verranno erogati fino a esaurimento e che consentiranno alle famiglie di accedere a un contributo che potrà arrivare fino a 1500 euro e che riguarderà le medie e i primi due anni di superiori.
La prima premessa da fare è che, pur non essendo pubbliche, le scuole private offrono comunque un servizio pubblico, accogliendo studenti e studentesse – in Italia sono circa 800.000, il 10% della popolazione studentesca, quelli che che frequentano scuole private paritarie – e sgravando gli istituti statali da una richiesta che potrebbero non essere in grado di soddisfare. In quest’ottica, motivando il provvedimento come un incentivo alla pluralità di scelta e alla libertà educativa, il Governo ha proposto questo stanziamento, analogo a quello ancora più corposo – 65 milioni di euro – già presentato lo scorso anno e poi ritirato.
L’oggetto del dibattito verte sulle politiche scolastiche in generale. I robusti tagli che hanno colpito trasversalmente tutti i ministeri sono stati particolarmente penalizzanti nel settore scuola, che in Italia versa già in condizioni critiche. Nel triennio 2026-2028 sono 600 i milioni che verranno tolti dal budget del Ministero dell’Istruzione, con due voci che preoccupano particolarmente. La prima è quella dell’edilizia scolastica, a cui verranno sottratti 480 milioni; la seconda quella del personale scolastico, in particolare l’abolizione dell’organico triennale stabile dei docenti, con gravi ripercussioni sulla loro stabilità lavorativa ma anche sulla capacità dei singoli istituti di programmare piani didattici in un orizzonte temporale accettabile.
In questo contesto desolante era abbastanza scontato che la decisione di dirottare una parte pur residuale di budget sulle scuole private avrebbe suscitato aspre polemiche e grandi perplessità. Secondo Orizzonte Scuola infatti, “la misura esclude completamente le scuole statali, generando una percezione di favoritismo verso un segmento specifico dell’istruzione in un momento in cui il governo annuncia tagli alla sanità e alla scuola pubblica”. La stessa testata riporta poi i dubbi degli stessi beneficiari della misura. Secondo Confapi Scuole Paritarie della Campania, la proposta “mette in cattiva luce le nostre strutture, che svolgono a tutti gli effetti un servizio pubblico”, oltre a esporre il governo a critiche di favoritismo e propaganda elettorale.
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