Una nuova cultura per vivere con i cani: ThinkDog presenta il Manifesto della Responsabilità
A Milano nasce il Manifesto per una Cultura della Responsabilità nella Relazione col Cane. L’obiettivo? Rendere la convivenza tra umani e cani più consapevole, sicura e rispettosa, coinvolgendo cittadini e istituzioni.
In un momento storico in cui l’adozione di cani è in costante crescita, ma aumentano anche i casi di abbandono e di aggressione, ThinkDog lancia un messaggio chiaro: serve una rivoluzione culturale nella relazione tra persone e animali. Con questo obiettivo, il 30 settembre a Milano ha lanciato il Manifesto per una Cultura della Responsabilità nella Relazione col Cane, con una conferenza pubblica che ha visto la partecipazione di esponenti istituzionali, associazioni e professionisti del settore.
L’ideatore del Manifesto è Angelo Vaira, educatore cinofilo, fondatore di ThinkDog e promotore di un approccio cognitivo-relazionale all’educazione del cane. «Abbiamo avvertito l’urgenza – ha dichiarato – di promuovere una cultura della responsabilità che tenga insieme il benessere dei cittadini e quello dei cani». Il Manifesto nasce proprio da qui: dal desiderio di superare la logica del controllo e dei divieti, per approdare a una convivenza fondata su ascolto, empatia e formazione.
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I cinque pilastri su cui si fonda il documento – sicurezza, ascolto, cura, rispetto e crescita comune – definiscono un percorso educativo che coinvolge non solo chi vive con un cane, ma l’intera società. Non si tratta di un semplice codice di comportamento, ma di una vera e propria visione: riconoscere il cane come essere senziente, costruire una relazione basata sulla fiducia e dotarsi delle competenze necessarie per affrontare contesti urbani sempre più complessi.
Secondo stime recenti, nelle famiglie italiane sono presenti circa 9 milioni di cani. Tuttavia negli ultimi anni si registra un aumento preoccupante degli abbandoni. Nel 2023 le amministrazioni comunali hanno censito 85.000 cani abbandonati, con un incremento dell’8,6 % rispetto al 2022.
Come ha sottolineato Gianluca Comazzi, assessore al Territorio e Sistemi Verdi della Regione Lombardia, «il Manifesto rappresenta un passo importante per diffondere consapevolezza e competenze, tutelando sia i cittadini che i nostri amici a quattro zampe». Un pensiero condiviso anche da Paola Fossati, Garante per la tutela degli Animali del Comune di Milano, e da rappresentanti di associazioni come Save the Dogs e Pet Levrieri, che hanno sottoscritto il Manifesto riconoscendone il valore etico e pratico.
Il documento non si limita a raccomandazioni teoriche. È parte integrante di un progetto educativo più ampio che include il Protocollo Sicurezza, un corso brevettato lo scorso aprile per certificare la capacità di conduzione dei cani da parte dei loro accompagnatori umani. Oggi oltre 170 educatori ThinkDog sono già formati per applicarlo.
Alla base di tutto c’è un assunto che potrebbe apparire semplice, ma è rivoluzionario: la sicurezza pubblica non si costruisce reprimendo la libertà del cane, bensì amplificandola attraverso esperienze diversificate, socializzazione guidata e una relazione empatica. È l’idea – sostenuta da studi e pratiche educative – che solo la varietà può governare la varietà, come insegnava il teorico dei sistemi complessi Ross Ashby.
Il Manifesto non è dunque un punto di arrivo, ma un invito a partecipare a una trasformazione collettiva. ThinkDog propone anche l’istituzione di una Giornata Nazionale dell’Educazione del Cane, per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi e favorire una cultura più empatica, consapevole e sicura.
In un’epoca segnata da individualismo e frammentazione sociale, l’idea che il rapporto con il cane possa diventare una palestra di cura, rispetto e responsabilità reciproca apre una prospettiva sorprendente: ripensare la comunità a partire dalla relazione con l’altro, anche quando ha quattro zampe.







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