Ultima Generazione: assolti gli attivisti per l’azione alla Barcaccia

Non ci fu alcun danno alla fontana della Barcaccia. È questo il nodo centrale della sentenza emessa ieri dal Tribunale di Roma, che ha assolto per tenuità del fatto tre attivisti di Ultima Generazione – Chloé Bianco, Bruno Di Marco e Stefano Mazzariol – protagonisti di un’azione dimostrativa avvenuta il 1° aprile 2023 in piazza di Spagna.

Quel giorno i tre avevano versato nella fontana un liquido a base di carbone vegetale, colorando temporaneamente l’acqua di nero. Un gesto che voleva richiamare l’attenzione sul collasso climatico e in particolare sulla crisi idrica in corso. «Se vedere quest’acqua vi sconvolge – dichiararono sul momento – è perché, come noi, riconoscete quanto è prezioso quello che stiamo perdendo».

La sentenza chiude una delle azioni più discusse del movimento, che da anni porta avanti campagne di disobbedienza civile nonviolenta per spingere il governo a intervenire con misure urgenti sul clima. Tra queste, la nuova iniziativa “Tagliamo l’IVA”, che chiede l’azzeramento dell’imposta sui beni essenziali – come pane, pasta e olio – oggi tassati tra il 4% e il 10%.

La proposta si lega alla crescente difficoltà economica di famiglie e produttori agricoli, aggravata dagli effetti della crisi climatica. Ultima Generazione chiede che l’intervento sia finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende, in particolare quelle attive nei settori della grande distribuzione e dell’industria fossile.

Se entro l’autunno saranno raccolte 100.000 adesioni, partirà un boicottaggio dei supermercati: una forma di pressione economica e mediatica per chiedere al governo l’applicazione della misura. Secondo il movimento, esperienze simili – come quella avvenuta in Croazia – hanno già dimostrato l’efficacia del boicottaggio come strumento di cambiamento.

Nel frattempo proseguono i processi legati ad altre azioni condotte negli ultimi anni: tra il 5 e il 10 giugno sono previste diverse udienze a Roma, tra cui quella per l’azione alla fontana di Trevi e quella intentata da ENI contro un professore accusato di diffamazione.