USA: tagli record alla sanità e alla FDA. A rischio la lotta all’antibiotico-resistenza
La Food and Drug Administration ha licenziato più di 140 dipendenti, tra questi diversi veterinari impegnati a contrastare la resistenza antimicrobica e l’uso di farmaci negli allevamenti intensivi.

Le intenzioni dell’amministrazione Trump sembrano chiare: dopo aver licenziato ad aprile 2025 circa 10.000 dipendenti del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, per il 2026 ha proposto un taglio di 163 miliardi di dollari al bilancio federale che ridurrebbe ulteriormente la spesa in settori come sanità, istruzione e alloggi. Il bilancio proposto prevede infatti 93,8 miliardi di dollari per il dipartimento della Salute e dei Servizi umani, con un taglio di 33,3 miliardi di dollari, pari al 26,2 per cento, rispetto al bilancio attuale.
Tra i 10.000 dipendenti da poco licenziati si contano anche gli oltre 140 dirigenti e personale della Food and Drug Administration (FDA), tra cui diversi veterinari del Centro di Medicina Veterinaria (CVM) che si occupano di resistenza antimicrobica. Questi tagli giungono in un momento in cui molte nazioni, compresi gli Stati Uniti, avevano detto di impegnarsi nella riduzione dell’uso di antimicrobici nell’agricoltura animale entro il 2030 e mettono a rischio gli sforzi per limitarne l’uso e arginare la resistenza a farmaci antimicrobici essenziali. Secondo uno studio pubblicato su Lancet, l’uso eccessivo di antimicrobici negli animali da allevamento contribuisce allo sviluppo della resistenza antimicrobica (AMR) e ha causato la morte di 1.14 milioni di persone a livello globale.
Negli Stati Uniti, ad esempio, ogni anno vengono venduti più antimicrobici per gli animali da allevamento che per gli esseri umani. Vengono utilizzati per curare gli animali malati, prevenire le malattie ed evitare il rischio di infezioni che si diffondono più rapidamente negli allevamenti intensivi, dove un gran numero di individui viene tenuto in spazi ristretti e l’igiene e il benessere possono essere carenti.
La FDA e il CVM avrebbero in corso diverse iniziative per gestire e monitorare meglio l’uso degli antimicrobici negli animali da allevamento, ad esempio una bozza di linee guida per incoraggiare i produttori di farmaci per uso veterinario a interrompere volontariamente l’uso continuativo di antibiotici negli animali destinati all’alimentazione, ma i licenziamenti potrebbero interrompere questi studi. La FDA, ad esempio, stava valutando i commenti di gruppi di interesse pubblico, dell’industria e di altri soggetti. Aveva quindi pianificato di finalizzare le linee guida in una data successiva, non ancora specificata.
Non è chiaro quanti veterinari abbiano perso il lavoro, ma sarebbe fondamentale, come ha affermato in una nota l’AVMA, l’American Veterinary Medical Association, ripristinare il personale chiave per rispondere alle grandi crisi in atto e prevenire vere e proprie pandemie: l’influenza aviaria oltre ad aver infettato 168 milioni di uccelli in tutto il paese, si è diffusa alle mucche da latte e al pollame, provocando 67 casi umani dal 2022, tra cui un decesso. Una vera e propria bomba a orologeria.
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