3I/ATLAS: cometa interstellare o astronave aliena? – 4/12/2025
Dalle discussa ipotesi sulla natura dell’oggetto interstellare 3I/ATLAS, alle alluvioni nel Sudest asiatico e alla bancarotta idrica di Teheran.
Questo episodio é disponibile anche su Youtube
Fonti
#3I/ATLAS
Fanpage.it – Per Avi Loeb 3I/ATLAS ha un’altra straordinaria anomalia: “Possibile manovra precisa verso Giove”
Passione Astronomia – “Vulcani di ghiaccio” sulla cometa interstellare 3I/ATLAS: ecco cosa sta succedendo [FOTO]
Wired – Cometa interstellare 3I/Atlas, abbiamo analizzato tutte le anomalie indicate da Avi Loeb (una per una)
#Alluvioni sud-est asiatico
L’Indipendente – Sud-est asiatico: oltre 1.300 morti e un milione di sfollati per le alluvioni
#Teheran e crisi idrica
Le Scienze – Teheran è arrivata alla bancarotta idrica e ora la città potrebbe essere trasferita altrove
#USA e politiche migratorie
InfoMigrants – US government urges Europe to scale back pro-migration policies
#Rinnovabili USA
VaiElettrico – Le rinnovabili Usa corrono, fossili e nucleare rallentano. Nonostante Trump
Trascrizione episodio
Da giorni i Paesi del sudest asiatico sono colpiti da un’ondata di tempeste tropicali e piogge torrenziali che stanno devastando le aree interessate, causando alluvioni e smottamenti. I Paesi più colpiti sono Indonesia e Sri Lanka, dove la conta dei morti complessivi ha superato le 1.200 persone, e quella dei dispersi si aggira ormai attorno a 800 persone. Solo in questi due Paesi, poco meno di un milione di cittadini risultano sfollati, ma le persone coinvolte dai disastri sono quasi 5 milioni. Nei giorni le piogge sono arrivate anche in Thailandia e in misura minore in Malesia, i cui dati sommati a quelli dei Paesi più colpiti, portano il numero dei morti ufficiali almeno a 1.390 persone.
Sto leggendo su L’Indipendente, l’autore è Dario Lucisano, che racconta che Il Paese più colpito in assoluto dalle alluvioni è l’Indonesia, e in particolare le province di Sumatra, Aceh e Nilas. Secondo il centro per le emergenze locale sono morte almeno 770 persone, 463 risultano disperse, e 2.600 ferite; in tutto il Paese sono state evacuati 746.000 cittadini, ma sono 3,2 milioni i residenti nelle aree colpite dal disastro. Poi l’articolo cita altri numeri, ma bastano questi per farci rendere conto delle dimensioni del disastro.
Anche in Sri Lanka la situazione è molto critica. Qui si parla di 479 morti e 350 dispersi, e almeno 209.000 sfollati. Mentre la situazione in Tailandia e Malesia sembra ora un po’ più sotto controllo.
Come spieghiamo sempre, non possiamo automaticamente collegare fenomeni come questo in maniera diretta al cambiamento climatico, perlomeno non subito. Perché oggi esiste una scienza specifica che si chiama scienza dell’attribuzione che fa proprio questo, attribuire una correlazione probabilistica fa un evento climatico specifico e il macrofenomeno del cambiamento climatico. Tipo, questa alluvione è stata resa 10, 50, 100 volte più probabile dal cambiamento climatico. Quindi attendiamo, ma sappiamo già che fenomeni dei questa portata un tempo erano molto rari e oggi sono quasi all’ordine del giorno.
Così come all’ordine del giorno in tante zone del mondo c’è la siccità. In particolare negli ultimi giorni c’è una notizia, una situazione, che mi ha colpito. Ne parla un articolo su Le Scienze, che racconta di come la capitale dell’Iran, teheran, sia letteralmente in bancarotta idrica.
Si tratta di una condizione in cui la città consuma stabilmente più acqua di quanta il territorio riesca a rigenerare. Le falde sono perennemente vuote, gli invasi ai minimi storici, e il terreno sottostante sprofonda perché si è pompata via troppa acqua dal sottosuolo. Parliamo di un’area metropolitana da circa 15 milioni di persone.
La situazione è così grave che lo stesso presidente iraniano, Pezeshkian, ha iniziato a dire una cosa che fino a poco tempo fa sembrava fantascienza: forse bisognerà spostare la capitale. L’idea è trasferirla in una zona costiera, sul Golfo di Oman, dove ci sarebbe accesso al mare e quindi, potenzialmente, alla desalinizzazione. Ma anche lì tutto da vedere perché desalinizzare l’acqua marina è una roba che consuma un sacco di energia.
La situazione limite di Teheran non è solo frutto di una siccità momentanea, ma il risultato di decenni di politiche che hanno trattato l’acqua come se fosse infinita: agricoltura super idrovora in zone aride, sussidi che rendono acqua ed energia artificialmente economiche (e quindi facili da sprecare), crescita incontrollata di Teheran come mega-calamita urbana. E su questo contesto, si è innestata la crisi climatica, con meno piogge e più ondate di calore, che è stato il detonatore finale.
Catastrofi climatiche, persone che sono costrette a spostarsi da territori diventati inabitabili. È un pattern che vedremo sempre più spesso in futuro. Può sembrare un paradosso, ma a promuovere le politiche più anti migranti sono gli stessi govreni che negano la crisi climatica o che non fanno niente per evitarla, rendendo le crisi migratorie di massa inevitabili.
Dico può sembrare perché è un paradosso solo apparente. I migranti sono un asset importantissimo delle agende politiche di quei governi, ne hanno un bisogno estremo.
Venerdì scorso, il 28 novembre, racconta infomigrans, il Dipartimento di Stato americano ha inviato una circolare alle ambasciate statunitensi in Europa, Canada e Australia. Con cui chiede ai diplomatici USA di fare pressione sui governi ospitanti affinché adottino politiche migratorie più dure. Ma non solo: li invita anche a segnalare sia al governo Usa che ai vari media eventuali crimini legati ai migranti, come stupri o atti violenti, per rafforzare la narrazione dei “pericoli della migrazione di massa”.
Dice proprio così. Tutto questo fra l’altro in un momento in cui l’appeal politico di Trump negli usa sembra in calo, come mostra anche la vittoria risicata del candidato repubblicano in Tennesse, dove alle ultime elezioni politiche i repubblicani avevano avuto un margine di 22 punti percentuali. Trump quindi rincara la dose di paura, sperando che funzioni, ma non è detto che sia così. Come non sta funzionando il suo boicottaggio delle rinnovabili.
I nuovi dati dell’US Energy Information Administration (EIA) – leggo su Vai Elettrico – fotografano una transizione che procede spedita negli USA a dispetto dell’Amministrazione Trump. Le rinnovabili sempre in crescita, grazie ad un solare da record. Lo stoccaggio energetico ha segnato un balzo del 59% in capacità installata. Al contrario, carbone, gas e nucleare mostrano segnali di stagnazione. Interessante.
Chiudo segnalando una roba potenzialmente pericolosa. Oggi si discute in Consiglio dei ministri il ddl che modifica il testo unico dell’edilizia. Leggo su Repubblic: “Silenzio-assenso o poteri sostitutivi per accelerare e semplificare le procedure in edilizia. Nel consiglio dei Ministri di domani, 4 dicembre, sarà esaminato il Disegno di legge delega per la revisione del Testo unico. Gli obiettivi della riforma includono anche la digitalizzazione e il superamento della frammentazione regionale al riordino dei titoli edilizi.
Per ridurre poi i termini previsti per il rilascio o la formazione dei titoli edilizi e contrastare “l’immobilismo burocratico”, si porrà “rinnovata enfasi sul meccanismo del silenzio-assenso o del silenzio-devolutivo in caso di inerzia dell’amministrazione competente”, si legge nella relazione illustrativa del provvedimento.
Che sono tutte cose potenzialmente molto pericolose, in un momento in cui dovremmo togliere dall’agenda l’idea di continuare a cementificare e costruire.
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