Domus de janas patrimonio dell’umanità UNESCO: occasione o rischio? – INMR Sardegna #87
L’ingresso delle domus de janas nel patrimonio UNESCO, con il commento dell’esperta Sara Corona Demurtas. La svolta sull’aborto farmacologico in Sardegna, prima regione del Sud a consentirlo fuori dagli ospedali, e focus su sanità in affanno e incendi, con un nuovo piano regionale per affrontare l’emergenza.
Fonti
#unesco
Le domus de janas diventano patrimonio culturale dell’umanità riconosciute dall’UNESCO
#aborto
In Sardegna si abortirà a casa: sarà la prima regione del Sud a farlo
#sanità
Sardegna: pochi medici e ferie, ospedali in tilt
#incendi
Emergenza incendi in Sardegna, la Regione chiama i rinforzi
#SACC
La farmacia che a Bari Sardo sceglie di boicottare il genocidio e stare con la Palestina
“Contro lo spopolamento non bastano i nomadi digitali”. Sul destino delle aree interne, parla Carlo Coni
Se la sanità pubblica arretra, la comunità avanza: a Iglesias nasce un poliambulatorio sociale gratuito
Nel carcere di Uta arrivano 250 torrette refrigeranti: una risposta solidale al caldo che sfiora i 40 gradi
Trascrizione della puntata
Le domus de janas entrano a far parte del patrimonio dell’umanità. La decisione è stata ufficializzata in settimana a Parigi, dove il Comitato UNESCO ha decretato l’iscrizione delle “case delle fate” nella Lista del Patrimonio Mondiale. Lo ha comunicato la Regione Sardegna sottolineando come l’atteso verdetto del Comitato porta a compimento un percorso iniziato nel 2018 che – su iniziativa del Centro Studi “Identità e Memoria” (Cesim) – ha coinvolto la Regione Sardegna, l’ufficio Unesco del Ministero della Cultura e numerosi comuni sardi, con Alghero capofila. “L’ingresso delle domus de janas nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO rappresenta un riconoscimento di straordinaria importanza per la Sardegna e per l’intera Italia – ha commentato la presidente della Regione Alessandra Todde – È un traguardo storico che rafforza il senso di appartenenza delle nostre comunità e apre nuove opportunità di crescita: dallo sviluppo di un turismo culturale sostenibile alla creazione di occupazione, fino alla valorizzazione dei territori più interni e delle giovani energie locali”. In merito però abbiamo deciso di chiedere un parere alla nostra esperta e divulgatrice Sara Corona Demurtas, a partire dalla domanda: la questione Domus de janas e UNESCO, è un’occasione o un rischio?
In Sardegna non ci vorrà più il ricovero in ospedale per l’aborto farmacologico. Questa pratica, effettuata con la RU-486, si potrà fare anche a casa o in consultorio. Si tratta di una novità già prevista dalle linee guida ministeriali, per cui l’Isola fa da apripista nell’applicazione fra le regioni del Centro-Sud Italia per l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) con il metodo farmacologico. La Regione ha infatti avviato un percorso che recepirà appunto le Linee di indirizzo nazionali in materia, finalizzato a rendere possibile questa pratica anche negli ambulatori e nei consultori autorizzati e collegati ad una struttura ospedaliera, senza alcun costo per le pazienti. Come riporta Gallura Oggi, sarà inoltre avviata una fase di sperimentazione che prevede anche l’assunzione domiciliare dei farmaci utilizzati per l’IVG. Un passo avanti notevole per la Sardegna in cui attualmente il percorso di aborto volontario avviene esclusivamente in regime di ricovero ordinario presso le strutture ospedaliere. A commentare la notizia è stata anche Federica di Martino, psicoterapeuta, attivista e fondatrice della pagina IVG, ho abortito e sto benissimo, la quale ha sottolineato come il sostegno all’aborto farmacologico è anche un modo per limitare il ricorso a pratiche invasive, ottimizzare i costi per la sanità pubblica e deospedalizzare una pratica sanitaria sicura, “limitando – ha aggiunto – la piaga dei danni causati dall’obiezione di coscienza”. La Giunta quindi, su proposta dell’assessore della Sanità Armando Bartolazzi, ha dato mandato alla Direzione della Sanità per l’istituzione di un tavolo tecnico che predisponga le linee di indirizzo regionali per effettuare l’interruzione volontaria di gravidanza per via farmacologica anche nelle strutture ambulatoriali e nei consultori familiari pubblici adeguatamente attrezzati, collegati a una struttura ospedaliera e autorizzati dalla Regione. Un’azione che è anche una prima risposta al fatto che la Sardegna, in base ai dati del 2022 del sistema di sorveglianza sulle interruzioni di gravidanza, si trova molto in ritardo rispetto al resto d’Italia: l’aborto farmacologico qui è ancora un metodo poco utilizzato, nonostante sia più sicuro e meno invasivo. Recentemente poi, ne abbiamo parlato nelle scorse rassegne, è stata presentata anche una proposta di legge in Regione per ridurre il numero di obiettori negli ospedali sardi. La Regione si è ispirata alla Sicilia, che recentemente ha approvato una legge che obbligherà gli ospedali ad assumere solo medici che praticano le IVG, bandendo concorsi solo a personale medico che non si oppone alla pratica. Una notizia quindi quella sull’aborto farmacologico in sardegna che si inserisce in una generale volontà di cambiamento rispetto a quelle che sono le attuali politiche di accesso al diritto all’aborto: noi anche in merito vi terremo come sempre aggiornati e aggiornate
Non ci distacchiamo troppo dalle questioni sanitarie perché è estate per tutti e tutte, e anche i camici bianchi hanno diritto a un po’ di riposo, ma quando le assenze si sommano a deficit d’organico cronici, in un periodo inoltre di vera e propria emergenza, il sistema della sanità pubblica va in tilt. Ne ha parlato in settimana Cristina Cossu dell’unione sarda, sottolineando come quando la domanda di cure e assistenza aumenta, sia per la presenza dei turisti, sia per le temperature elevate che mettono a rischio soprattutto le fasce più fragili della popolazione, le problematiche presenti nella sanità sarda si fanno più importanti, e impattanti. E quello che infatti accade è che secondo un’indagine Fadoi (la federazione dei medici internisti) tra giugno e settembre il 56.8% del personale spesso deve saltare i riposi settimanali e l’intervallo delle 11 ore di riposo giornaliero non è sempre assicurato per il 26,7% dei professionisti. C’è poi quel 44.7% di lavoratori e lavoratrici che è obbligato a coprire i turni notturni con attivita aggiuntive, mentre il 28% è chiamato a garantire anche i turni in pronto soccorso. Insomma, la situazione lavorativa non è delle migliori, e ovviamente tutto questo si ripercuote sull’accesso alle cure per cittadini e cittadine, con reparti che chiudono, per il fine settimana, per periodi più lunghi, o addirittura per sempre, e con il continuo taglio di posti letto. “Ricordiamo che questa situazione è dovuta anche e soprattutto alla Sanità territoriale insufficiente – ha commentato Carlo Usai, presidente regionale di Fadoi – tanta gente sta in ospedale ma non ci dovrebbe stare, ma purtroppo non trova nessuna risposta altrove”. C’è da dire che in Sardegna, le soluzioni dal basso non mancano. In settimana abbiamo raccontato l’esperienza dell’ambulatorio sociale gratuito di Iglesias – di cui parlerà meglio tra poco Alessandro – un esempio concreto di come le comunità si organizzino per rispondere, con competenza e solidarietà, a bisogni che restano troppo spesso inevasi. Le emergenze però restano, e non possiamo chiedere ai territori di supplire da soli a un sistema che scricchiola sempre di più. Serve quindi anche uno sforzo collettivo, strutturale, perché la sanità pubblica non può e non deve diventare un privilegio stagionale.
La Sardegna rafforza il fronte antincendi nel pieno di un’estate che ancora una volta vede l’Isola bruciare. A due mesi dall’avvio della campagna 2025, e con il territorio già messo alla prova da giornate segnate da fiamme e temperature elevate, la Regione ha attivato una nuova convenzione con il Corpo nazionale dei vigili del fuoco per potenziare la capacità di intervento contro gli incendi. Un piano finanziato con 1,6 milioni di euro che porta in campo settanta unità operative in più, distribuite in tutta l’isola, e che prevede otto basi stagionali nei territori più esposti, come Pula, Castiadas, Orosei, Arbus e – per la prima volta – Carloforte, teatro negli ultimi anni di incendi critici e difficili da gestire. Il piano non si limita a rinforzare i numeri. Punta su una strategia integrata, con un coordinamento interforze che coinvolge vigili del fuoco, Corpo Forestale, Protezione Civile e Prefetture. Aumenta la presenza nelle sale operative provinciali e nella centrale regionale – la Soup – e introduce strumenti digitali condivisi per migliorare il flusso delle informazioni tra gli enti. Ci sono anche nuove attività di formazione, informazione e prevenzione, alcune in collaborazione con progetti sperimentali internazionali. Un assetto più solido, insomma, pensato per reagire in modo tempestivo e coordinato a ogni emergenza. E l’emergenza è già realtà: solo nella giornata di mercoledì sono stati registrati diciannove roghi in un giorno, con quattro fronti che hanno richiesto l’intervento dei mezzi aerei della flotta regionale e nazionale. Le fiamme mordono boschi, divorano ettari di macchia mediterranea, mettono a rischio territori e comunità. La speranza è che questo rafforzamento arrivi in tempo, perché in un’estate come questa, ogni minuto conta.
Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme:
Lunedì abbiamo inaugurato la settimana raccontandovi una bella storia: a Bari Sardo, in ogliastra, una farmacia ha deciso di boicottare le aziende farmaceutiche che sostengono l’economia israeliana. Un gesto di coscienza che va oltre il commerciale, diventando una presa di posizione etica e civica. Paolo Usai, tra i titolari della Farmacia Usai e farmacista, è testimone di questa battaglia etica. Intervistato dalla nostra Lisa Ferreli, oltre a raccontare come e cosa siano riusciti a boicottare (e soprattutto perché), Paolo Usai invita inoltre a riflettere sul “potere” del nostro denaro e sulla responsabilità di ogni singolo cittadino, cittadina e professionista. Una testimonianza che diventa impegno concreto e quotidiano per i diritti umani. Trovate l’intervista completa su www.sardegnachecambia.org
Ma se spopolamento è la diminuzione della popolazione di un luogo, come può il fenomeno dei nomadi digitali – che in quanto nomadi, in “un luogo” non ci vogliono stare – essere una risposta alla sparizione dei paesi? Quali sono i limiti delle misure anti-spopolamento che non tengono conto del valore della comunità che quei luoghi, li chiama casa? Martedì la nostra sara Brughitta ha intervistato in merito Carlo Coni, fondatore di Treballu, primo spazio di coworking e coliving rurale della Sardegna, situato a Laconi. Tra le realtà coinvolte nella futura rete CRAB, progetto culturale europeo che riunisce una comunità internazionale impegnata nella rinascita dei territori marginali, Treballu è nell’Isola un punto di riferimento (anche) per quanto riguarda l’innovazione sociale e rurale. Nell’intervista Carlo Coni parla di pro e contro delle misure anti-spopolamento, guardando però alle radici come strada da percorrere e valorizzare. Da non perdere, soprattutto per le riflessioni che genera: la trovate sempre sul nostro sito
Mercoledì spazio invece ad alessandro Manno di Toctoc che ci ha raccontato il caso del nuovo poliambulatorio sociale gratuito nato a Iglesias. Quello che questa novità sulcitana ci dice fin da subito, è come quando la sanità pubblica sembra arretrare, sono le comunità a fare la differenza. Talità Kum – si chiama così il poliambulatorio sociale gratuito – grazie al coraggio e alla solidarietà di volontari e professionisti, offre assistenza a chi è escluso dal sistema sanitario, troppo distante da chi vive in condizioni di difficoltà economiche. Da un’idea nata dall’ascolto dei dati sulla povertà e sulla salute in Sardegna, questa realtà si distingue per il suo approccio inclusivo e per la capacità di creare un punto di riferimento concreto, con il supporto delle istituzioni e della società civile. Un progetto che speriamo venga ripreso in più parti dell’isola.
Ieri invece abbiamo chiuso la nostra settimana di pubblicazioni con un articolo che racconta un’altra azione solidale che è una grande risposta a un altrettanto grande problema strutturale: col sovraccarico e le temperature estive estreme nelle carceri sarde. La fondazione Domus de luna ha infatti consegnato al carcere di Uta 250 torrette refrigeranti, una per ogni cella. Proprio l’estate scorsa, all’interno del carcere di Uta, il termometro ha raggiunto i 44 gradi centigradi, come documentato dalla Garante regionale dei detenuti Irene Testa. «I detenuti erano stipati in celle da sei metri quadrati per due, per un totale di quattro persone per cella», ha spiegato. In questa cornice, la donazione delle torrette refrigeranti rappresenta una prima risposta concreta, simbolica e logistica al disagio climatico e all’abbandono. Una notizia che vi invitiamo a leggere, sempre su www.sardegnachecambia.org
E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:
- Fino al 20 luglio arriva a Fonni il festival Barbagia in blu, un interessante primo appuntamento dedicato alla letteratura d’inchiesta, perchè interrogare il presente attraverso le sue ferite ancora aperte è un gesti civile e un atto di responsabilità collettiva. Ce ne parla Francesca Mulas
- Vi segnaliamo poi che fino al 27 al Temporary Storing a Cagliari la Fondazione Bartoli Felter ha organizzato “Panorama Quotidiano”, mostra personale dell’artista Carmelo Nicotra, a cura di Martina Carcangiu. Si tratta di un’esposizione che racconta la città attraverso frammenti: macerie, oggetti, materiali di recupero diventano sculture e collage che riflettono su demolizioni, trasformazioni urbane e memoria collettiva. Un invito a guardare con occhi nuovi la realtà che ci circonda, tra passato e presente, pieno e vuoto. L’ingresso è libero. Non mancate!
- Cosa accade poi quest’estate? Beh, tra i vari festival dal 7 al 31 agosto ritorna Musica sulle Bocche, il festival internazionale diretto da Enzo Favata, che da venticinque anni porta il jazz e le musiche del mondo nei luoghi più suggestivi del Nord Sardegna, costruendo ponti sonori tra paesaggi, spiritualità e sperimentazione. Per festeggiare questo importante traguardo, la XXV edizione si presenta con un programma straordinario che coinvolge oltre 40 concerti, distribuiti in 11 Comuni, attraversando chiese romaniche, promontori, vigneti, siti archeologici e teatri naturali. Tre vincitori di Grammy Awards: il pianista inglese Bill Laurance (5 Grammy Awards insieme al gruppo Snarky Puppy), il pianista italiano Francesco Turrisi (Grammy per il miglior album folk insieme a Rhiannon Giddens) e il sassofonista norvegese Trygve Seim (Grammy per il miglior album “immersive audio” con l’ensemble Trondheim Solistene). Il programma è molto ricco e noi vi consigliamo di dargli un occhiata su www.musicasullebocche.it
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