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11 Novembre 2025
Podcast / Io non mi rassegno

Cosa c’è nella legge di bilancio 2026 e quali conseguenze su ambiente e sociale – 11/11/2025

Cosa contiene la legge di bilancio 2026 e cosa ci riserva dal punto di vista ambientale e sociale. Le novità su COP30 a Belém e l’ultima puntata di Aurocrisis, la serie sulla crisi di Auroville.

Autore: Andrea Degl'Innocenti
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Questo episodio é disponibile anche su Youtube

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Trascrizione episodio

Siamo di nuovo in quel periodo dell’anno in cui le prime pagine dei giornali si riempiono di titoli che contengono “manovra”, “legge di bilancio”, “finanziaria”… Che sono tutte queste cose? Tutti questi termini? In realtà sono tutti la stessa cosa, una serie di sinonimi che il famosissimo ufficio di complicazione delle cose semplici presente in ogni giornale che si rispetti ha deciso di affibbiare a quella complessa legge con cui il Governo, ogni anno, obbligatoriamente, decide come far entrare e uscire i soldi dello Stato l’anno successivo.

In genere viene approvata negli ultimi mesi dell’anno e dentro ci sono le tasse che cambiano, i bonus, i tagli o gli aumenti alla spesa pubblica, le risorse per sanità, scuola, trasporti, ambiente e così via. 

È una sorta di bilancio previsionale, come potreste fare voi, per l’anno che viene. Che ne so: spenderò tot per l’affitto, tot per il cibo, tot per i viaggi, in più voglio iscrivermi a nuoto, acquistare una bicicletta e fare un corso di cucina per negati. Da dove prendo questi soldi? Ho il mio stipendio, in più posso vendere quel vecchio divano che ho in cantina e risparmiare sulla spesa facendo l’orto. 

Ora, anche nel mio bilancio personale io posso scegliere se spendere soldi che fanno bene alla mia salute, o spenderli in caramelle e cioccolata (che è il genere di previsionale che farebbe mio figlio probabilmente). E lo stesso succede se applicate questo tipo di logica a uno stato, solo che la cosa diventa ancora più impattante. Perché uno stato può scegliere di spenderli in sanità e istruzione pubblica, può spenderli in pensioni e magari tassare di più le aziende o le persone particolarmente ricche, oppure abbassare le tasse e tagliare la spesa sociale. Insomma, è una legge che non è solo far tornare i conti, è molto politica perché ci dice, al di là, dei proclami, cosa vuole fare un governo. E allora, cosa dice la legge di bilancio di quest’anno?

Ah, scusate, piccola premessa: in questo istante la manovra si trova in Senato, in Commissione Bilancio, siamo nella fase in cui arrivano le correzioni dei gruppi, che terminerà il 14 novembre, dopo di che il testo arriverà in aula, dove probabilmente sarà approvato a colpi di fiducia. Che è una pratica molto poco democratica, diventata però ormai la prassi, negli ultimi anni.

Comunque, dicevamo, cosa ci dice la legge di bilancio di quest’anno? E cosa ci dice sulle politiche ambientali e sociali del nostro paese in particolare?

Allora, il punto più discusso, e considerato principale almeno sulla stampa mainstream è il taglio delle tasse mirato – secondo il governo – al ceto medio. In pratica viene abbassata, di poco, la tassazione di chi guadagna fra i 28mila e i 50mila euro lordi all’anno. Il taglio della tassazione è di due punti percentuali, dal 35% al 33%. Fatevi due conti: parliamo di stipendi in busta paga che stanno a spanne sui 2-3mila euro al mese, più tredicesima. Il meccanismo fiscale però prevede che più il reddito si avvicina a 50mila più il risparmio è consistente. Quindi è una misura che avvantaggia i redditi medi, ma tendenti verso l’alto. Secondo i calcoli di Istat la riduzione dell’IRPEF costerà circa 2,9 miliardi di euro, l’85 per cento dei quali andrà a beneficio dei contribuenti con redditi più alti.

Questo punto, già da solo, ha sollevato diverse voci critiche. In parte appunto perché in un momento di inflazione, aumento del costo della vita ecc si vanno a premiare i redditi comunque medio-alti. Un anche perché, e qui sono state le analisi di Istat, Banca d’Italia e dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio a sollevare il tema, questa riforma complica ulteriormente il sistema fiscale italiano, che è già bello incasinato (non hanno detto esattamente così, ma il senso era quello), causa alcune storture, e non risolve del tutto il cosiddetto fiscal drag, o “drenaggio fiscale”, ovvero il meccanismo che ha fatto aumentare le imposte incassate dallo Stato penalizzando però molti contribuenti negli ultimi anni. 

Un altro punto discusso è l’aumento delle tasse invece per banche e assicurazioni. Considerate che il settore bancario è uno di quelli più in crescita, che sta facendo profitti record, e quindi il governo, in questo probabilmente in maniera sensata, va a prendere i soldi laddove ce ne sono di più: quindi c’è un aumento temporaneo dell’IRAP del settore bancario assicurativo per il triennio 2026–2028.

Ma veniamo a questioni ambientali e sociali. Lato ambientale, non ne parla quasi nessuno, sono andato a spulciarmi un po’ di documenti, ma ci sono 3 cose principali. Primo punto, vengono rinviate ancora la Plastic & sugar tax che non entreranno in vigore dal 1 gennaio 2026, come era previsto, ma slittano al 1° gennaio 2027. La Plastic tax è un’imposta sugli oggetti in plastica monouso pensata per spingere imprese e le persone verso alternative basate sul riuso/riciclo. La Sugar tax invece è un’imposta sulle bibite zuccherate per disincentivarne il consumo. Quindi: no buono.

Invece, novità interessante, la avevamo già preannunciata mesi fa ma arriva un’ulteriore accelerata, le Accise benzina/diesel vengono allineate: finisce quindi lo “sconto” storico al gasolio rispetto alla benzina. E questa è una misura interessante perché corregge una distorsione ambientale nei trasporti, in cui il combustibile più inquinante era anche quello più economico.

Ultimo tassello lato ambientale, viene chiuso un credito d’imposta chiamato Transizione 5.0 che era rivolto alle aziende e garantiva dei vantaggi economici su investimenti che producevano un risparmio energetico misurabile. Era una roba molto intelligente, perché non premiava le aziende a scatola chiusa, solo perché facevano investimenti in tecnologie green, ma premiava quelle che a conti fatti dimostravano che con i loro investimenti avevano consumato meno energia. Cosa importante perché era un modo di evitare il famoso effetto rebound, tipico delle tecnologie di efficientamento energetico. Ora questo meccanismo viene meno, sostituito da un classico bonus non incentrato sui risultati, ma sul volume dell’investimento.

Per quanto riguarda invece le novità sociali o del welfare, ci sono dei piccoli rafforzamenti legate alle politiche sulla famiglia e la natalità, ad esempio viene rafforzato un pochino il cosiddetto bonus mamme, e ci sono alcune novità sui congedi parentali e i permessi, che però mi sembrano cose un po’ spot, non strutturali, ma magari su questi ci torniamo più avanti.

E poi c’è un piccolo aumento di fondi sulla sanità: che però è un aumento davvero molto piccolo, che non va a finanziare non so, asdsunzioni, nuove strutture, macchinari, ma che in realtà secondo le analisi è persino insufficiente a coprire inflazione. Tant’è che i giornali di settore, le Regioni e le sigle di medici parlano di misura ampiamente insufficiente e di rischio sotto-finanziamento cronico. 

Ecco, io direi che il quadro all’incirca è questo. Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate, se vi va.

Ieri è iniziata la trentesima conferenza delle parti sul clima a Belem. Ne abbiamo parlato abbondantemente nella puntata di ieri, in cui vi promettevo anche che avremmo coperto la conferenza in vari modi. Il primo, che vi svelo oggi, è una serie di video realizzati da 3 giornalisti, ovvero Sergio Ferraris, che probabilmente conoscerete, lo abbiamo ospitato spesso qui su ICC, è uno dei giornalisti scientifici ambientali più esperti che abbiamo in Italia, assieme ad altri due giornalisti ambientali e divulgatori, Giorgia Burzachechi e Ivan Manzo. 

In cui i 3 commentano quello che avviene, le principali novità, di COP30. Vi faccio ascoltare i primi minuti di commento, ma trovate in homepage su ICC, e fra le fonti di questa rassegna, anche il video completo.

Contributo disponibile all’interno del podcast

Allora, oggi pubblichiamo l’ultima puntata, almeno per adesso, del nostro viaggio nella crisi di Auroville, la città utopica indiana, ma pemsata per essere una città spirituale, internaizonale, basata sulla fratellanza e sorellanza degli esseri umani.

Abbiamo parlato a fondo del conflitto fra le autorità indiane che la stanno governando in maniera sempre più autoritaria attraverso una fondazione e gli abitanti storici. Abbiamo parlato di soldi, di razzismo, di piani regolatori. Però In chiusura, facciamo una cosa che in genere si fa all’inizio, ovvero raccontiamo la filosofia che sta alla base di questo progetto.

Perché farlo ora ci aiuta a capire meglio la distanza fra quella che era l’idea originaria e la situazione attuale. Io quindi do la parola a Marco Saroldi, abitante di Auroville di lunga data, che ci porta di nuovo a immergerci nella realtà di Auroville, per capire meglio questo luogo mitologico, ma anche l’India contemporanea e un po’ il mondo e l’animo degli esseri umani.

Contributo disponibile all’interno del podcast

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