Rwm, la nuova produzione di droni kamikaze alimenta il dissenso – INMR Sardegna #96
Nella cosiddetta fabbrica di bombe Rwm del Sulcis è stata annunciata a produzione di droni da combattimento in collaborazione con il gruppo israeliano UVision Air, ne parliamo con di Cinzia guaita di Warfree. Le novità poi sul caso decadenza della presidente Todde, la riforma della legge elettorale e l’innalzamento del livello del mare che preoccupa il Sud Sardegna.
Fonti
#rwm
Rwm, i droni kamikaze prodotti in Sardegna
Droni kamikaze by Domusnovas, il caso arriva in Parlamento
#todde
Caso Todde: Consulta,Collegio garanzia esorbitato suoi poteri
#leggeelettorale
“Ricostruiamo la democrazia sarda” presenta in Consiglio Regionale una proposta per il cambiamento della legge elettorale sarda
#SCC
Sardegna, isola di sole e vento. Ma perché le comunità energetiche qui sono così poche?
Sardinia Unlocked, un evento diffuso di immaginazione civica per partecipare e costruire l’Isola
Murales come parte di un’identità collettiva: il lavoro dell’associazione Skizzo a San Gavino Monreale
A Putifigari mega-impianto fotovoltaico nel sito UNESCO: lo Stato contro Soprintendenza e ONU
Trascrizione della puntata:
Non solo munizioni: ora anche i droni kamikaze. La fabbrica Rwm Italia, la cosiddetta fabbrica di bombe con sede nel Sulcis, ha annunciato l’avvio della produzione di droni da combattimento in collaborazione con il gruppo israeliano UVision Air. Come riporta Costantino Cossu sul manifesto, ci sono già ordini per 200 milioni di euro, destinati a otto paesi europei membri e non membri della Nato. Un annuncio che arriva mentre in Sardegna resta caldo il dibattito sul futuro dello stabilimento: ne abbiamo parlato anche di recente con un approfondimento dedicato, qualche settimana fa la giunta regionale guidata da Alessandra Todde ha sospeso l’okay all’ampliamento del sito produttivo, disponendo un supplemento di istruttoria sulla valutazione d’impatto ambientale (metto l’articolo che spiega meglio la questione tra le fonti). Ritorniamo però alla notizia della settimana ovvero l’annuncio della produzione dei droni kamikaze perché in merito alla produzione dei droni kamikaze la deputata di AVS Francesca Ghirra ha annunciato un’interrogazione ai ministri Guido Crosetto e Adolfo Urso, chiedendo chiarimenti sulle attività del colosso tedesco Rheinmetall in Sardegna. Brevemente, i droni al centro dell’ennesima ondata di dissenso consistono in ordigni esplosivi a impatto progettati per autodistruggersi sul bersaglio. Ghirra in merito chiede chiarezza su eventuali autorizzazioni o finanziamenti pubblici legati alla produzione dei droni kamikaze e denuncia i possibili legami con Israele: «Non voglio pensare — ha dichiarato — che la Sardegna contribuisca alla costruzione di armi usate contro il popolo palestinese». Una vicenda che riapre la questione del modello di sviluppo per il Sulcis e per l’intera isola in cui la voce di chi chiede la fine delle servitù militari e degli investimenti nell’economia bellica in Sardegna si fa sempre più forte. E fra i vari movimenti in protesta c’è warfree – liberu de sa gherra , una proposta di economia nuova, civile, sostenibile e libera dalla guerra, capace anche di promuovere lavoro degno in Sardegna. A Cinzia Guaita di Warfree abbiamo quindi pensato di chiedere un commento alla notizia.
La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, resta in carica. Notizia della settimana è anche il fatto che la richiesta di decadenza formulata nel gennaio scorso dal Collegio regionale di garanzia elettorale – per presunte irregolarità durante la campagna elettorale – non era legittima. Lo ha stabilito la Corte costituzionale, e secondo i giudici – come riporta Ansa – “il Collegio ha esorbitato dai propri poteri pronunciandosi sulla decadenza della presidente della Regione Sardegna in ipotesi non previste dalla legge come cause di ineleggibilità”. La risposta della presidente Todde non si è fatta attendere: “In questi mesi mi hanno chiamata decaduta – ha dichiarato – hanno provato ad affossare il lavoro della Giunta, a screditare il mandato che le cittadine e i cittadini sardi mi hanno affidato ma ora la Consulta si è espressa e vado avanti a testa alta. Hanno provato a mettere in discussione la legittimità di un governo democraticamente eletto. Noi, invece, abbiamo scelto un’altra strada: quella della fiducia nella giustizia e nelle istituzioni, della serietà e del lavoro quotidiano”. Il campo largo (sardo e italiano) ovviamente esulta ma resta cauta, invece, l’opposizione di centrodestra che in questi mesi non ha mai smesso di chiedere le dimissioni della governatrice e tornare al voto. Nel frattempo noi il solito approfondimento in merito da parte dei colleghi di Indip, portale di inchieste e approfondimenti che fin da subito ha seguito la vicenda. Per ora dunque, la presidente Alessandra Todde resta saldamente al suo posto e la maggioranza prova a trasformare la fine del contenzioso in un punto di ripartenza per l’azione di governo.
Restiamo a tema politica perché nella sala dei gruppi consiliari del Consiglio sardo, in settimana è stato presentato il documento finale del percorso “Ricostruiamo la democrazia sarda”, frutto di oltre un anno di assemblee itineranti e incontri pubblici. Il progetto, promosso da movimenti, partiti, sindacati e comitati, punta a una profonda riforma della legge elettorale regionale, per garantire maggiore rappresentanza, partecipazione e parità. Tra le principali proposte: l’adozione di un sistema proporzionale con eventuali meccanismi per garantire più equilibrio e continuità nel governo, l’elezione del presidente della Giunta da parte del Consiglio regionale – accompagnata dalla sfiducia costruttiva – e l’eliminazione del voto disgiunto. Previsti anche l’abbassamento delle soglie di sbarramento, norme per la parità di genere e un riequilibrio a favore dei territori marginali. Durante la conferenza stampa, promotori e promotrici hanno denunciato quella che definiscono la “feudalizzazione” della politica sarda, dove pochi grandi elettori e logiche clientelari limitano la reale partecipazione democratica. Il coordinamento chiede ora alla Commissione Autonomia del Consiglio regionale di avviare al più presto un confronto formale che trasformi il documento in una proposta di legge. Tra le adesioni figurano forze politiche e culturali come la Confederazione Sindacale Sarda, Il Manifesto Sardo, a Sardegna Possibile, e Nel documento si legge che “ricostruire la democrazia sarda” significa ridare voce ai cittadini e alle cittadine, contro quella che viene definita una “finzione democratica”. Un invito quindi a ripensare le regole del gioco, per una Sardegna più rappresentata, partecipata e davvero autonoma.
Tra le notizie che toccano da vicino anche la Sardegna c’è quella diffusa dall’Agenzia europea dell’ambiente sul futuro delle coste europee.Preoccupano infatti non poco i dati sul progressivo innalzamento del livello del mare, che sta già modificando in modo visibile i litorali del continente. Tra le spiagge considerate più a rischio entro la fine del secolo c’è anche Porto Giunco, nel sud della Sardegna: secondo lo studio della Reinders Corporation, la linea di costa potrebbe arretrare di oltre cento metri, cancellando inoltre uno degli arenili che è tra i più iconici dell’isola. Ma l’allarme va oltre l’immagine da cartolina: l’erosione mette infatti in pericolo ecosistemi, infrastrutture e comunità costiere. Gli esperti ricordano che il fenomeno, dovuto al riscaldamento globale e alla fusione dei ghiacci, non può essere fermato del tutto, ma può essere gestito. Servono interventi mirati: proteggere le dune e le praterie di posidonia, ripristinare le barriere naturali e pianificare in modo più attento le costruzioni lungo la costa. Anche la Sardegna — con i suoi 1.800 chilometri di litorale, spesso fragili e soggetti a forti pressioni turistiche — è chiamata a ripensare il proprio rapporto con il mare, passando da una logica di emergenza a una di prevenzione e tutela. È una problematica ambientale, ma anche culturale, che tocca da vicino il futuro dell’isola e del suo paesaggio.
Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme:
Lunedì abbiamo inaugurato la nostra settimana di pubblicazioni con un articolo di Maurizio Onnis, il primo di una serie in cui il sindaco di Villanovaforru ci parlerà delle CER. Stiamo parlando delLe Comunità Energetiche Rinnovabili, ovvero di una delle più grandi opportunità per rendere la transizione ecologica davvero partecipata e democratica. Le comunità energetiche sono infatti costituite da gruppi di cittadini, aziende e enti locali che si uniscono per produrre, scambiare e consumare energia elettrica da fonti rinnovabili a livello locale, favorendo l’autoconsumo collettivo e la sostenibilità. Eppure, in tutta l’Isola, se ne contano appena 20.
Nel primo appuntamento dell’indagine che abbiamo pubblicato proviamo proprio a capire perché: tra difficoltà di finanziamento, burocrazia e vincoli che rendono difficile per i Comuni fare da motore al cambiamento, realizzare una CER non è proprio immediato. Una riflessione che parte dai numeri, ma parla di molto di più: autonomia, partecipazione e futuro energetico della Sardegna. La trovate su www.sardegnachecambia.org
Martedì spazio invece a un interessante meeting in arrivo nell’Isola. Il 29 e 30 novembre la Sardegna (e la sua diaspora) si accendono infatti con Sardinia Unlocked, un evento diffuso di immaginazione civica ideato da NODI: si tratterà di due giorni di incontri utili a costruire insieme visioni e proposte concrete su scuola, ambiente, lavoro, spopolamento e capitale umano. Coworking, biblioteche, scuole e circoli nel mondo diventeranno hub connessi in tempo reale, dove chi resta, chi parte, chi torna e chi arriva immaginerà una Sardegna più equa, innovativa e abitabile. Non un festival, spiega l’ideatore Federico Esu, ma una palestra collettiva di futuro. Un invito a trasformare la distanza in rete, la diaspora in risorsa, la nostalgia in azione – Leggi l’articolo completo sempre sul nostro sito e se vuoi inviarci comunicati con segnalazioni su notizie o eventi, scrivici a sardegna@italiachecambia.org
Mercoledì la nostra Sara Brughitta ci ha raccontato un interessante progetto artistico nel Medio Campidano. Ci troviamo a San Gavino Monreale, dove come scrive Sara: l’arte si vive per strada. Negli ultimi dieci anni, grazie all’Associazione Culturale SKIZZO, il paese è infatti diventato una delle capitali della street art sarda. Con il progetto Non solo “Murales di San Gavino Monreale Paese di Artisti”, oltre sessanta opere hanno trasformato le vie in un laboratorio d’arte a cielo aperto dove ogni muro parla una lingua universale: quella del dialogo, della contaminazione e della rinascita. Per Skizzo, l’arte pubblica è democrazia visiva: gratuita, accessibile, condivisa. Un modo per creare comunità, contrastare la marginalità e ridare valore ai luoghi attraverso la cultura. Oggi i murales fanno parte dell’identità del paese, segni vivi che raccontano come la bellezza possa essere un atto collettivo. Un articolo che vi consigliamo di leggere e un progetto che vi suggeriamo di conoscere e seguire.
Giovedì infine un approfondimento decisamente necessario della nostra archeologa e divulgatrice Sara Corona Demurtas, sulla questione del mega impianto fotovoltaico a Putifigari. Qui il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha approvato un mega impianto fotovoltaico dentro l’area di tutela di due siti Patrimonio dell’Umanità. Il progetto prevede infatti una centrale fotovoltaica da 97 ettari a Putifigari, nel Sassarese, a soli 500 metri dalla necropoli di S’Incantu tomba ipogeica risalente a circa 6mila anni fa, riconosciuta come Patrimonio Mondiale lo scorso luglio. L’impianto ricadrebbe interamente nella zona che protegge S’Incantu e ingloba anche il sito di Monte Baranta, in comune di Olmedo. Una decisione che non può che sollevare dubbi e proteste: la Soprintendenza aveva espresso parere negativo, mentre gli esperti denunciano la violazione degli obblighi di tutela previsti dalla Convenzione UNESCO. Il caso di Putifigari diventa così ennesimo simbolo delle contraddizioni italiane nella gestione dei beni culturali. Per la Sardegna, che in quelle pietre millenarie riconosce la propria identità più profonda, resta quindi sullo sfondo il paradosso di una tutela che, affidata allo Stato, davanti a queste notizie pare più vulnerabile che mai. Un approfondimento assolutamente da leggere sempre su www.sardegnachecambia.org, ma trovate anche qualche anticipo sui nostri canali social
E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:
- Inizio col dirvi che Domenica 19 alle 17, lo Spazio Tev di via De Martini 15 a Sassari ospita il secondo appuntamento della rassegna autunnale del Theatre en Vol. Ad andare in scena sarà lo spettacolo “Tutto tranne Gramsci”, produzione Anfiteatro Sud Piccolo Teatro dei Ciliegi Capoterra. Liberamente ispirato a “Le donne di casa Gramsci” di Mimma Paulesu Quercioli – nipote di Antonio e figlia della sorella Teresina – lo spettacolo offre un ritratto intimo e familiare del fondatore del Partito Comunista Italiano. Attraverso gli occhi e i ricordi di Teresina, la più giovane delle sorelle Gramsci, lo spettacolo ci restituisce un Antonio diverso: fragile, determinato, ironico e profondamente umano. Un racconto domestico, fatto di piccoli gesti e grandi ideali, in cui le donne di casa Gramsci diventano custodi della memoria e del coraggio. Uno spettacolo di cui vi consigliamo caldamente la visione, per info e prenotazioni (segnatevi il numero) dovete chiamare al 333 1939045
- Torna il Festival Sa Ruga dal 24 al 26 ottobre 2025 per le strade del quartiere Stampace, nel cuore di Cagliari. Un circo felliniano emblema del come la mescolanza di culture diverse possano far nascere qualcosa di sorprendente. Il Festival ogni anno offre al suo vasto pubblico la possibilità di godere gratuitamente di spettacoli gratuiti, tutti di alto livello tecnico e selezionati sulla base della qualità artistica e dell’originalità. Arrivato alla sua dodicesima edizione, il festival nasce dal sogno di portare l’arte nelle strade alla portata di tutti, offrendo un’ esplosione di spettacoli e culture provenienti da tutto il mondo, ma anche di dare al pubblico una visione nuova, colorata e piacevolmente alterata della città. Sa Ruga è una grande festa offerta a tutti, nella quale si respira una forte aria di libertà. Non perdetevela
- A tornare dopo la pausa estiva è anche Monumenti Aperti con una serie infinita di appuntamenti sparsi nell’Isola fino al 9 novembre. I fine settimana all’insegna della cultura in questa grande edizione e che unisce città e paesi in una festa di comunità vedrà coinvolti i siti culturali di Capoterra e Neoneli questo weekend, ma iniziamo anche a dirvi che Olbia e Ozieri saranno protagonisti del weekend del 25 e 26 ottobre. A Neoneli ad esempio è prevista questo weekend l’escursione alla Foresta Vetusta.Il bosco vetusto di “Canale de S’Alasi” è infatti un raro esempio di lecceta altocollinare acidofila, situata tra i 600 e i 700 metri. Accanto ai lecci, alti oltre 15 metri, crescono roverelle, ontani, salici di Gallura e biancospini, con un fitto strato arbustivo e lianoso. Questa foresta è quello che si chiama un “biotopo” di grande valore, da tutelare per la sua biodiversità e la struttura forestale antica, ormai rara nel contesto regionale.
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