Sardegna a secco: la siccità minaccia comunità e imprese – INMR Sardegna #100
Emergenza siccità con più di 6mila le aziende potenzialmente in crisi (con il commento dell’ex sindaca di Sarule Mariangela Barca del Comitato cittadini liberi sardegna). Poi sanità perché che continua a occupare le cronache sarde con notizie non proprio positive, la proposta di legge Zuncheddu ormai agli sgoccioli e la campagna per il compostaggio domestico a Oristano.
Fonti
#siccità
Crisi idrica, Confartigianato Sardegna: «Colpite 6mila imprese, perdite d’acqua al 53%»
Emergenza siccità, la Regione stanzia 500mila euro per la Nurra: in arrivo le autobotti
#sanità
Donna morta al Sirai: era in attesa di essere operata per una frattura al femore in un altro ospedale
Sardegna, sanità: il 60% degli accessi in pronto soccorso è inappropriato
Disabili e pazienti spostati con le braccia: in ospedale manca il sollevatore elettrico
#zuncheddu
Corsa contro il tempo per la Legge Zuncheddu: entro metà dicembre servono 50 mila firme
#compostaggio
Compostaggio domestico: via alle domande. A disposizione 500 compostiere gratuite
#SCC
A Cagliari il Festival di letteratura della crisi climatica: “A che ora è la fine del mondo?”
La Sassari che si ribella all’allevamento intensivo: “Progetto anacronistico e eticamente inaccettabile”
GrIG: “Respinto l’assalto della speculazione energetica ai beni ambientali e culturali di Serra Taccori a Uta”
Putifigari: “Il fotovoltaico dentro l’area UNESCO è l’opposto della transizione energetica”
Trascrizione della puntata:
In Sardegna l’allarme siccità non si placa, e questa volta a preoccupare non sono solo le campagne, ma anche il cuore del sistema produttivo isolano. Secondo infatti un’analisi di Confartigianato Imprese Sardegna, oltre 6.000 aziende e più di 20.000 lavoratori e lavoratrici rischiano di subire gli effetti della scarsità d’acqua. I settori più colpiti? Quelli a più alto consumo idrico: estrattivo, tessile, petrolchimico, farmaceutico, ceramica, cemento, carta e metallurgia. Nel complesso, più di duemila imprese manifatturiere “idro-esigenti” assorbono oltre un terzo delle risorse idriche dell’isola. Ma non è tutto: la Sardegna è anche tra le regioni italiane che perdono più acqua nelle reti. Ogni giorno si disperde il 52,8% del totale immesso, ben sopra la media nazionale del 42%. A Sassari si registra il record delle perdite con oltre il 63%, seguita da Oristano e Nuoro. L’unica nota positiva arriva da Carbonia, che con il 21% di sprechi risulta la città sarda più virtuosa. Intanto la Giunta regionale corre ai ripari con un intervento straordinario da 500mila euro per garantire, anche con autobotti, l’acqua necessaria agli allevamenti nel nord-ovest dell’isola, dove il sistema Cuga–Temo–Surigheddu–Bidighinzu è in forte sofferenza. È in generale un quadro quello che traccia la cornice della ennesima ondata d’emergenza siccità che mette in luce, ancora una volta, quanto l’acqua — risorsa vitale e sempre più scarsa — sia oggi una tra le problematiche più urgenti per l’economia e la sopravvivenza stessa della Sardegna. Per questo abbiamo chiesto a Mariangela Barca, ex sindaca di Sarule e parte del comitato di spiegarci non tanto cosa sta accadendo nell’Isola, ma più che altro cosa dovrebbe accadere per risolvere una problematica che, come sentirete spiegare la stessa Barca, nell’Isola esiste da diverso tempo
Restano accesi i riflettori sulla sanità sarda, tra carenze strutturali, personale sotto pressione e un sistema che fatica a reggere. Quello tracciato dalle cronache è un quadro che attraversa tutta l’isola e mette in fila le fragilità di un sistema sanitario stremato. A Sassari, la denuncia arriva da Francesca Arcadu, vicepresidente dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare: negli ospedali del territorio mancano sollevatori elettrici, strumenti fondamentali — e dal costo di poche centinaia di euro — per spostare in sicurezza anziani e persone con disabilità. Una carenza che racconta, ancora una volta, le difficoltà quotidiane della sanità territoriale. A Cagliari, intanto, il commissario dell’Arnas Brotzu, Stefano Marcias, lancia l’allarme sui pronto soccorso intasati: nel 2025 oltre il 60% degli accessi è risultato inappropriato, con 40mila ingressi in un anno, in gran parte codici bianchi e verdi. «Molti di questi casi — ha spiegato — potrebbero essere gestiti dalla guardia medica, alleggerendo la pressione sui reparti d’emergenza». Ma proprio le guardie mediche restano uno dei punti più critici: ad agosto, in piena stagione turistica, l’assistenza sanitaria ha vacillato con frequenti stop, organici insufficienti e disagi per residenti e visitatori, spesso costretti a rivolgersi al pronto soccorso perché le sedi di continuità assistenziale erano chiuse o sguarnite di personale. E sempre i pronto soccorso sono al centro di una dura presa di posizione da parte dei direttori delle strutture d’emergenza dell’isola. In una lettera firmata da quattordici medici — tra cui i responsabili di Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano e Carbonia — i professionisti difendono la categoria dopo il caso della donna deceduta al Sirai di Carbonia. Secondo quanto riportato nella denuncia, la paziente sarebbe arrivata con una frattura al femore, per poi morire in astanteria, dodici giorni dopo il suo arrivo. I medici respingono ogni accusa e sottolineano che «le lunghe attese e i mancati ricoveri non dipendono dall’inefficienza del personale, ma da una rete ospedaliera in sofferenza, dalla carenza di posti letto e dall’assenza di reparti specialistici». Un appello corale che restituisce l’immagine di una sanità isolana in affanno, sempre tra le notizie principali – non proprio positive come abbiamo visto – nei quotidiani sardi, sostenuta — come scrivono i direttori — solo dal sacrificio e dalla dedizione di chi ogni giorno difende, nel silenzio, il diritto alla salute di tutti e tutte.
In Sardegna continua la mobilitazione per la Legge Zuncheddu, la proposta di iniziativa popolare che punta a garantire un sostegno economico immediato a chi ha trascorso anni in carcere da innocente. Chi viene liberato dopo una detenzione ingiusta riceverebbe una somma pari a una pensione minima per un numero di mesi doppio rispetto a quelli trascorsi in carcere, e la riceverebbe subito: al momento la media dei tempi d’attesa per il risarcimento delle vittime di giustizia si aggira attorno agli otto anni. L’obiettivo è raccogliere 50 mila firme entro metà dicembre per poter portare la proposta in Parlamento. A coordinare la campagna è Irene Testa, garante dei detenuti della Sardegna, che da mesi guida una rete di volontari impegnati in tutta l’isola. “Questa legge doveva farla il Parlamento — ha dichiarato — ma nessuno si è mosso, e così abbiamo dovuto pensarci noi”. Le ultime settimane saranno decisive: i banchetti per la raccolta firme saranno presenti nelle sagre e nelle piazze di numerosi comuni, da Samugheo a Siurgus Donigala, da Nuoro a Gonnosfanadiga e Tiana. L’appello degli organizzatori è chiaro: servono ancora firme e volontari, anche solo per un giorno, per aiutare a spiegare e raccogliere adesioni. La “Legge Zuncheddu” prende il nome da Beniamino Zuncheddu, il pastore di Burcei rimasto in carcere per oltre trent’anni prima di essere riconosciuto innocente. Noi abbiamo dedicato alla sua storia e alla proposta una puntata del talk e un’intervista video direttamente a lui, trovate tutto sul nostro canale YouTube. Una vicenda quella di Zuncheddu che è diventata il simbolo di una battaglia più ampia, che chiede allo Stato di riconoscere concretamente il danno subito da chi ha pagato un errore giudiziario.
A Oristano prende ufficialmente il via la campagna per la promozione del compostaggio domestico, un progetto che punta a trasformare gli scarti organici in una risorsa per la natura e a ridurre la quantità di rifiuti destinati allo smaltimento. L’iniziativa, promossa dall’Assessorato comunale all’Ambiente, nasce dal regolamento approvato un anno fa dal Consiglio comunale su proposta dell’assessora Maria Bonaria Zedda, e si inserisce tra le azioni concrete di economia circolare avviate dal Comune. Il principio è semplice: chi ha un giardino o un piccolo orto potrà gestire in autonomia gli scarti di cucina e di potatura, trasformandoli in compost, un fertilizzante naturale, gratuito e a impatto zero. Sono ammessi al compostaggio scarti vegetali, residui di frutta e verdura, fondi di caffè, foglie secche e potature leggere. Il Comune effettuerà controlli periodici per verificare il corretto utilizzo ma chi rispetterà le regole potrà beneficiare di una riduzione del 20% sulla tariffa rifiuti, la cosiddetta TARIP, una volta certificata la buona gestione del compostaggio. Per agevolare la partenza, il Comune mette a disposizione 500 compostiere gratuite e un kit informativo con tutte le istruzioni per iniziare in modo corretto. Un piccolo gesto, quello del compostaggio domestico, che si traduce però in una scelta concreta di sostenibilità: meno rifiuti, più rispetto per l’ambiente e un passo avanti verso un modello di economia circolare, che a Oristano parte — letteralmente — dal giardino di casa.
Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme:
Lunedì abbiamo inaugurato la settimana raccontandovi il fatto che a cagliari Su Tzirculu il 15 e 16 novembre si terrà la seconda edizione del Festival di Letteratura della Crisi Climatica “A che ora è la fine del mondo?”. Due giorni in cui scrittori, ricercatori, artisti e cittadini si incontrano per ragionare su un’idea semplice ma radicale: la cultura può essere un rifugio e una miccia. Organizzato da Rebelterra – associazione si occupa di difesa e valorizzazione dell’ambiente e di giustizia sociale attraverso modelli di economia circolare, sensibilizzazione collettiva e iniziative per la salvaguardia del territorio e della natura – in collaborazione con la libreria indipendente La Giraffa di Siliqua, il festival cresce rispetto all’esordio dello scorso anno intrecciando parole, musica e attivismo urbano. Dai dialoghi alla zappa, dai libri alle piante, dal pensiero all’azione collettiva, per un programma che è un mosaico di esperienze volte a rendere la necessaria trasformazione ambientale, un quotidiano impegno comunitario di presa in carico della crisi climatica. Non perdetevelo, trovate tutte le info utili nell’articolo su www.sardegnachecambia.org
Martedì invece con un articolo della nostra Lisa Ferreli abbiamo parlato del fatto che a Sassari monta la protesta contro il nuovo allevamento intensivo di suini. Si tratta di un’attività che verrà avviata in uno stabile già presente da 5.700 mq previsto a Caniga, a pochi chilometri dal centro di Sassari. Quello che da qualche settimana sta accadendo è che cittadini, associazioni e attivisti hanno deciso di costituirsi gruppo e portare avanti una protesta contro un progetto percepito come calato dall’alto, senza trasparenza né confronto, denunciando gli impatti ambientali, idrici e di vivibilità per il territorio. La questione è anche il fatto che si parla di “benessere animale” e protocolli per garantire la sopravvivenza degli animali ma la dissonanza è evidente, perché quel ciclo produttivo resta comunque orientato alla morte degli animali. “Non abbiamo bisogno di attività che logorano la terra e rovinano l’esistenza di persone, animali e comunità” hanno dichiarato le persone in protesta. Trovate l’approfondimento nel nostro sito, vi consigliamo di leggerlo
Mercoledì e giovedì abbiamo invece parlato di speculazione energetica attraverso due casi differenti. Vado in ordine e inizio dalla nostra pubblicazione di mercoledì dedicata a quanto accade a Uta. Il TAR Sardegna infatti a ottobre ha respinto il ricorso della società romana Diomede S.r.l., che contestava il parere negativo sulla valutazione di impatto ambientale della centrale fotovoltaica prevista in località Serra Taccori, a Uta. Il progetto prevedeva una potenza superiore a 96 MWp su oltre 220 ettari di area agricola ricca di testimonianze archeologiche, in particolare di epoca nuragica. Per il GrIG – l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus, che aveva presentato un atto di intervento nella procedura di VIA e ha difeso il caso in giudizio, si tratta di un importante riconoscimento: «Un tipico caso di speculazione energetica sventato – spiegano – che avrebbe snaturato un paesaggio rurale-archeologico di grande valore». Un approfondimento che spiega anche quali passaggi siano stati necessari per porre un freno a un progetto che le carte hanno confermato essere non adatto.
Giovedì invece dopo la decisione del TAR sul progetto di Uta, abbiamo chiuso la nostra settimana di pubblicazioni sempre sul tema della speculazione energetica in Sardegna. Focus però su Putifigari, dove cresce la preoccupazione per un mega impianto fotovoltaico che sorgerà nell’area di rispetto del sito UNESCO di S’Incantu. Tra numeri discordanti e un progetto che “riduce la potenza ma aumenta l’estensione”, si parla di un impianto da 97 ettari complessivi, con 35 ettari di pannelli solo nell’area di Monte Siseri. Ne abbiamo parlato attraverso un’intervista della nostra sara corona Demurtas all’ingegnere e attivista Antonio Muscas, che con i comitati contro la speculazione energetica chiede trasparenza e pianificazione. «Non è transizione energetica, è l’opposto» denuncia. Un modello che rischia, ancora una volta, di sacrificare paesaggio, biodiversità e territorio in nome della “sostenibilità”. Non perdetevi l’intervista, la trovate sempre su www.sardegnachecambia.org
E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:
- Inizio col dirvi che Lanusei, Villagrande Strisaili, Santa Maria Navarrese, Baunei, Arzana, Villanova Strisaili, Elini, Ilbono, Triei e Barisardo dal 14 novembre al 13 dicembre ospiteranno la rassegna “Ogliastra pagina su pagina. Incontri con la scrittura e il teatro”. Si tratta di dieci appuntamenti con autori e autrici in altrettanti comuni ogliastrini per una rassegna che prevede presentazioni letterarie, spettacoli teatrali e momenti dedicati alle scuole. Le attività, realizzate con il Contributo al Comune di Baunei per il sostegno alle attività del Sistema Bibliotecario Integrato dell’Ogliastra da parte della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e in collaborazione con la cooperativa Oleaster, si svolgeranno tra novembre e dicembre e si avvalgono della collaborazione di Lìberos per la parte relativa ai libri. Trovate tutte le info su www.liberos.it
- Alla Fondazione e Museo Nivola di Orani c’è Behind the Seen, mostra personale dell’artista Mona Hatoum, frutto di una residenza svolta a Orani, durante la quale Hatoum ha esplorato il territorio sardo e approfondito il contatto con le culture locali e le pratiche artigianali dell’isola. La mostra, curata da Giuliana Altea, Antonella Camarda e Luca Cheri, propone un percorso tra opere storiche e nuove produzioni, alcune realizzate in collaborazione con artigiani locali, in cui l’artista riflette sul rapporto tra corpo, materia e territorio, tra ciò che è visibile e ciò che rimane nascosto. Le opere uniscono ricerca formale e riflessione politica, mettendo in discussione le strutture di potere che regolano il modo di vedere e abitare il mondo. Bellissima, non perdetevela
- Amanti delle sagre adesso pensiamo anche a voi, perché è in corso il Festival Strade dello Zafferano di Sardegna DOP, in programma nel Medio Campidano. Questa domenica palcoscenico sarà Villanovafranca, con numerosi punti di interesse disseminati tra centro storico e campagne accolgono curiosi e appassionati. Presenti laboratori, esposizioni, stand enogastronomici e punti di ristoro. Il programma prevede anche visite ai campi in fiore, incontri letterari, dimostrazioni di cucina e antichi mestieri, divertimento con simulatori e realtà aumentata, giochi, spettacoli e musica itinerante, nonché l’originale Gara regionale di pulitura del fiore di zafferano, giunta alla terza edizione. Trovate tutte le info su www.stradezafferanosardegna.it
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