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11 Luglio 2025
Podcast / Io non mi rassegno

Treni sospesi, bus in servizio ma dal Sulcis ci si sposta a fatica – INMR Sardegna #86

La rivoluzione nei trasporti che sta investendo il Sulcis e le difficoltà dei pendolari, acqua e perdite idriche, gli stanziamenti per le scuole sarde e della culla di biodiversità marina che si trova a largo della Sardegna.

Autore: Redazione Sardegna che Cambia
treni sulcis sardegna
L'articolo si trova in:

Trascrizione della puntata

Dal 1° luglio 2025 fino al 31 dicembre 2026, nel Sulcis è arrivata quella che tra le cronache viene descritta anche come una rivoluzione nei trasporti: sono infatti previsti importanti lavori di ammodernamento della rete ferroviaria della zona e questo, come sempre accade, ha determinato un cambio nella viabilità. I treni tra Decimomannu e le stazioni di Carbonia e Iglesias sono infatti temporaneamente sostituiti da un nuovo servizio bus gestito da ARST. Quello che però è stato precisato fin da subito è che si tratta di nuovi autobus, ibridi e dotati di tutti i comfort, che garantiranno continuità nei collegamenti tra Decimomannu, Carbonia e Iglesias, con fermate intermedie a Villamassargia e Siliqua. Previsti anche collegamenti diretti tra Carbonia e Iglesias, oltre a nuove coincidenze presso il nodo di Villamassargia, e un servizio bus tra Decimomannu e Uta/Villaspeciosa. Insomma, una situazione che sembra sotto controllo, con una serie di azioni volte a garantire un servizio efficiente anche durante i lavori, che hanno – ricordiamolo – l’obiettivo di migliorare la mobilità nel territorio e creare una rete più moderna e sostenibile, ma c’è da dire che i racconti che arrivano dalle persone pendolari, non sono così rosei. Vi lascio direttamente al commento audio di Alessia Fonnesu, pendolare sulcitana alla quale abbiamo chiesto quale sia la situazione rispetto alla mobilità nel sulcis e quali possano essere soluzioni più efficienti, anche per fare in modo che non si rinunci al mezzo pubblico.

In Sardegna più della metà dell’acqua potabile immessa nella rete non arriva mai ai rubinetti delle case e si perde per strada. Il dato è drammatico: il 51,3% dell’acqua viene disperso a causa di una rete idrica obsoleta, logora, in molti tratti dimenticata. Secondo le previsioni, la percentuale potrebbe addirittura superare il 52% entro la fine dell’anno. Nella sola città di Sassari, la situazione è ancora più critica: il 63,4% dell’acqua immessa in rete viene dispersa. E non è un caso isolato. Anche l’Oristanese mostra dati allarmanti. Le perdite non sono solo un fallimento tecnico, ma anche economico e sociale: a Sassari, ad esempio, la bolletta media annua per famiglia è tra le più alte d’Italia – ben 532 euro all’anno, con un aumento del 18% dal 2019. Le famiglie pagano, anche per l’acqua che non ricevono. Il problema è strutturale. La rete idrica sarda è vecchia, in molti casi risale a decenni fa, quando le esigenze erano diverse e la manutenzione era meno frequente. I tubi si rompono, le pressioni si alterano, le riparazioni sono spesso lente. In alcune zone si registrano razionamenti, in altre interruzioni periodiche del servizio. Ma in merito, arrivano notizie che fanno ben sperare. La regione ha infatti stanziato 50 milioni di euro per avviare un piano concreto contro la dispersione idrica. Una misura attesa da tempo, che coinvolgerà direttamente 15 comuni, tra cui Sassari, Alghero, Quartu, Nuoro, ma anche centri più piccoli come Buddusò, Dorgali, Villasor, Sant’Antioco e Villaputzu. L’obiettivo è chiaro: recuperare oltre 6,7 milioni di metri cubi d’acqua all’anno, intervenendo sulle reti idriche più fragili, sostituendo tratti vetusti e migliorando l’efficienza generale del sistema. È solo un primo passo. Ma fondamentale per cambiare rotta.

Un investimento importante per il futuro della scuola sarda. Stiamo sul tema stanziamenti perché la Giunta regionale ha programmato 187 milioni di euro, provenienti dal Fondo di Sviluppo e Coesione, per adeguare le scuole, migliorare la sicurezza degli edifici e dotare le aule di arredi e attrezzature innovative. L’obiettivo è quello di creare ambienti didattici moderni, funzionali e inclusivi, capaci di rispondere alle esigenze della didattica contemporanea e contrastare la dispersione scolastica. I fondi saranno destinati principalmente alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, con una particolare attenzione agli istituti professionali – come agrari, nautici e alberghieri – dove il rischio di abbandono scolastico è maggiore. A questi istituti saranno destinati circa 15 milioni di euro. Oggi in Sardegna ci sono 1.750 edifici scolastici distribuiti in 328 comuni, la stragrande maggioranza dei quali è stata costruita oltre trent’anni fa. Molti presentano criticità sul fronte della sicurezza, dell’efficienza energetica e dell’adeguatezza degli spazi. Da qui l’esigenza di intervenire in modo strutturale. L’assessora della Pubblica Istruzione, Ilaria Portas, ha spiegato che questo piano servirà a migliorare le competenze di base degli studenti, sostenere l’innovazione didattica e creare scuole più accoglienti e funzionali. I fondi permetteranno di agire su più fronti: messa in sicurezza, efficientamento energetico, nuovi arredi, laboratori, spazi didattici avanzati e digitalizzazione. Un piano ambizioso – sottolinea la Regione – che punta non solo a migliorare gli edifici, ma anche a trasformare la scuola sarda in uno spazio più attrattivo, dinamico e orientato al successo formativo di studentesse e studenti.

Una meraviglia nascosta sotto il mare della Sardegna, al largo dell’Isola della Maddalena: è il canyon sottomarino di Caprera, una vera e propria culla della biodiversità marina, che si candida a diventare uno dei punti di riferimento per la conservazione dei cetacei nel Mediterraneo. Lo ha rivelato una ricerca italiana guidata da Luca Bittau dell’associazione Sea Me, in collaborazione anche con l’Università di Sassari. Il Mar Mediterraneo, pur occupando meno dell’1% della superficie degli oceani del pianeta, ospita fino al 18% delle specie marine conosciute: un vero hotspot di biodiversità. E in questo contesto, il canyon Caprera si è rivelato un ecosistema eccezionale, ricco e vitale, che ospita ben otto specie diverse di cetacei. Una presenza che ricordiamoci, non è solo simbolica: i cetacei svolgono ruoli chiave negli equilibri marini, contribuendo per esempio alla fertilizzazione degli oceani e al sequestro del carbonio, aiutando a contrastare il cambiamento climatico. Le minacce però sono tante e spesso invisibili: traffico navale, pesca intensiva, uso dei sonar militari, inquinamento e microplastiche. Per questo i ricercatori chiedono un passo in più: designare ufficialmente il canyon Caprera come area marina di rilevanza speciale per la protezione dei mammiferi marini. Il riconoscimento, spiegano gli studiosi, permetterebbe non solo di tutelare un habitat prezioso, ma anche di orientare politiche concrete di conservazione e sostenere future ricerche sulle popolazioni di cetacei nel mar Tirreno centro-occidentale. Un appello da rilanciare, noi come sempre vi terremo aggiornati e aggiornate

Nel Sulcis, tra miniere dismesse e paesaggi marginalizzati, il collettivo Giuseppefraugallery sta riscrivendo le regole dell’arte contemporanea. Una realtà che la nostra Sara Brughitta ci ha raccontato a inizio settimana, e che abbiamo anche mappato tra le preziosità della nostra Isola. Niente bandi pubblici, niente estetiche imposte dall’alto: nel collettivo artistico Giuseppefraugallerysolo pratiche radicali, relazionali e comunitarie, radicate in un territorio segnato da storia, contrasti e rinascite. Fondata nel 2009, questa realtà collettiva – non si tratta infatti di una galleria, ma di un’idea di identità artistica condivisa – (dicevamo, questa realtà si confronta con il territorio attraverso interventi che uniscono arte, attivismo e cura del paesaggio. Dal coinvolgimento nelle proteste operaie alla creazione di una Scuola Civica d’Arte Contemporanea, il collettivo si fa portatore di un nuovo modo di pensare l’arte come strumento di relazione e rigenerazione sociale. Una realtà bellissima in un articolo altrettanto ricco, che vi consigliamo di leggere: lo trovate su www.sardegnachecambia.org

Martedì spazio alla nostra Sara Corona Demurtas che questo mese, ha deciso di darci non uno, non due ma 10 consigli di lettura. Si tratta di 10 libri che potete leggere sotto l’ombrellone – o dove vi pare – per capire cosa succede nelle nostre teste mentre abitiamo un sistema ingiusto che sembra normale, o l’unico possibile. Ma si tratta anche di 10 letture per ricordarci che abbiamo ancora la capacità di immaginare un mondo diverso, che sia migliore. Una serie di consigli che vanno dall’analisi dei poteri che modellano la nostra percezione del mondo, alle storie che hanno plasmato la nostra identità passando per la questione sarda e le complessità che l’isola affronta ancora oggi. Trovate anche in questo caso l’articolo sul nostro portale con però un piccolo anticipo in formato reel, sui nostri social

Mercoledì spazio invece a un approfondimento della nostra Lisa Ferreli sulla terapia elettroconvulsivante. Nota in gergo anche come elettroshock, questa terapia è tornata al centro del dibattito sanitario e sociale sardo, in seguito alla recente decisione della ASL di Oristano di riconoscerla formalmente. Ne abbiamo parlato due settimane fa nella rassegna stampa podcast perché si è trattato di una notizia che ha riacceso opinioni contrastanti, dividendo il dibattito in chi la vede come una speranza e chi la considera invece un residuo manicomiale. Le domande sono tante, prima tra tutte: come avviene oggi la terapia elettroconvulsivante? Ma anche: quando si parla di salute mentale, che direzione vogliamo prenda la sanità pubblica? Lisa Ferreli ne parla con Alessandra Perra, ricercatrice e tecnica della riabilitazione psichiatrica, per comprendere le pratiche moderne e i diritti delle persone che scelgono a TEC. Un approfondimento da non perdere, anche in questo caso trovate un piccolo anticipo sui social e il resto, su sardegna che cambia

Giovedì invece abbiamo pubblicato un’intervista di Francesca Mulas al Karalis Antiqua Ensemble. Nato nel 2023, si tratta di una realtà che sta riportando alla luce il patrimonio musicale barocco e antico della Sardegna, con un progetto ambizioso guidato dai fondatori Federico Fiorio e Luca Murgia. L’ensemble si distingue per l’approccio filologico, la ricerca d’archivio e la volontà di costruire una realtà professionale e stabile a Cagliari, nonostante le difficoltà logistiche ed economiche. Collaborazioni con enti culturali come i Musei Nazionali e l’Università sostengono un progetto autofinanziato ma ricco di visione: dalla creazione di una scuola di musica antica, alla valorizzazione di opere dimenticate, fino all’ambizione di fare di Cagliari un centro di riferimento internazionale per la musica antica. Una realtà decisamente interessante che continueremo a seguire in questa missione musicale che è cambiamento, e valorizzazione.

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:

  • Iniziamo da un evento vicinissimo, domani – sabato 12 luglio – al Parco Giochi Comunale di Siliqua, nello spazio del chiosco del bar cade La Piazzetta, Michele Atzori (Dr. Drer) presenta il suo ultimo libro Ponitì a una party, in dialogo con Francesca Ziccheddu. Protagonista del libro è quel bastian contrario che a differenza di “quei liberali”, non ha mai cambiato idea; era ed è rimasto convinto che bisognasse pensare globalmente ed agire localmente e che da noi ce n’era tanto, ma tanto, da agire. A seguire ci sarà anche il live set di Michele Atzori, noto Dr.Drer, cagliaritano che per chi non lo conoscesse è un lavoratore precario e musicista indipendente. Vive tra Parigi e la Sardegna, ed è alla sua seconda pubblicazione. Non perdetevi la presentazione, organizzata da La Giraffa
  • Torna con una nuova edizione il Serramanna Film Festival, l’appuntamento cinematografico che animerà la scena culturale del Medio Campidano fino al 20 luglio con un programma ricco di proiezioni, approfondimenti, incontri con autori e registi. Un evento nato con l’obiettivo di promuovere la pluralità di linguaggi espressivi, valorizzando l’incontro tra pubblico, autori e artisti, con una programmazione articolata e partecipata a ingresso libero e gratuito. Ve lo racconta direttamente Mauro Montis, direttore artistico del festival:
  • Questa domenica inaugura la Mostra d’Arte Collettiva al Museo del Crudo di San Sperate a cura di Alessandra Sorcinelli. Per chi non lo conoscesse, il Museo del Crudo è un’antica abitazione padronale del Seicento, costruita con i caratteristici mattoni di terra cruda (làdiri), è stata restaurata e adibita a centro culturale polivalente. La struttura, costituita da due distinti corpi separati da una corte di forma quasi quadrangolare, ospita periodicamente mostre ed eventi artistici e culturali. La 𝗠𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗖𝗼𝗹𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗱𝗶 𝗣𝗶𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗲 𝗦𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮 racconta la bellezza, l’identità e l’anima del territorio. Otto artisti, otto sguardi differenti tra pennellate, acquerelli, bassorilievi e sculture. Una rassegna che celebra il legame tra arte e comunità, che sarà visitabile fino al 27 luglio.

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