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Roma - Dopo la firma dell’accordo tra il ministro delle infrastrutture Graziano Del Rio e la sindaca della Capitale Virginia Raggi, si può dire ufficialmente: Roma avrà il suo GRAB, un Grande Raccordo Anulare delle Biciclette.
La pista car free sarà lunga 44,2 chilometri e collegherà molti quartieri periferici con il centro, attraversando luoghi d’interesse storico, archeologico e artistico, dall’Appia Antica fino alla street art del Quadraro e di Tor Pignattara. Un vero e proprio “grand tour” moderno, come hanno spiegato i coordinatori del progetto.
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Potrebbe sembrare un piano in stile “grandi opere”, ma in realtà la realizzazione richiederà un budget decisamente low cost, dal momento che l’80% del tragitto individuato – tutto pianeggiante – è già percorribile in piena sicurezza tra parchi, aree verdi, vie pedonali e argini fluviali.
L’idea del GRAB è il frutto di un lavoro collettivo coordinato da VeloLove, e ha coinvolto cittadini, istituzioni e Associazioni: Legambiente, Touring Club Italiano, Rete Mobilità Nuova, Vivilitalia, Open House Roma, Parco Regionale dell’Appia Antica e Roma Natura.
Il progetto ha da subito raccolto intorno a sé il favore e l’interesse di molti. Lo scorso maggio uno studio congiunto di Confindustria-ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) ha stimato che il GRAB coinvolgerà oltre 600 mila turisti solo nel primo anno di vita (un numero destinato a triplicarsi nei successivi quattro) e ha calcolato un giro d’affari pari a circa 14 milioni di euro solo per i primi 12 mesi. La “green way” capitolina ha inoltre già ottenuto tre premi nazionali e persino il prestigioso riconoscimento del concorso internazionale indetto da ESRI, uno dei maggiori produttori di sistemi software GIS (Geographic Information System).
È forse il caso di dirlo: un piccolo passo per l’umanità, un grande passo (o pedalata) per la mobilità sostenibile.
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