24 Giu 2019

Le farfalle tornano a volare, quando la rinascita passa da una ex miniera

Scritto da: Luca Deias

Un trionfo della bioversità, con 64 specie di farfalle in 30 ettari: a Curino (BI) una ex miniera, grazie a un lavoro ad hoc di riqualifica, è diventata casa per le farfalle. Lucio Bordignon ci racconta il progetto avviato e finalizzato alla salvaguardia della biodiversità e al progressivo ripopolamento di questi insetti.

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Biella - Un volo sinuoso, una danza colorata nel cielo. Un battito d’ali elegante, una vibrazione delicata e un’onda d’aria che direziona corpi sottili. Sembra carta velina che si fa cullare dal vento, ma sono farfalle, che si esibiscono per la natura in spettacoli cromatici. Sapete che questo show di vita, in molti paesi, sta già cessando? Per contrastare questo decremento sempre più allarmante, qualcuno, a Biella, è diventato il portavoce di una iniziativa pro-farfalle. Si tratta di Lucio Bordignon, coordinatore dei ripristini ambientali della ‘Minerali industriali’, un Gruppo minerario con sede a Novara, che, dal 2001, ha nutrito di speranza – e non solo! – molte specie di insetti.

È lui il volto operativo e non di un progetto di ripristino ambientale nato a Curino (in provincia di Biella) nel 2001: una ex-miniera, grazie a un lavoro ad hoc di riqualifica, è diventata casa per le farfalle. Un ambiente pensato per questi lepidotteri, che ha attirato, nel corso degli anni, sempre nuove specie. In dieci anni, in soli 30 ettari, hanno trovato ‘dimora’ ben 64 specie diverse di farfalle.
Un numero impressionante, soprattutto in relazione alle 120 totali del biellese intero: una buona metà della biodiversità di farfalle della provincia abitano in quell’area.

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Per mettere in luce questa vicenda, Lucio sarà il protagonista del nuovo incontro del programma dell’Accademia Verde di Let Eat Bi, un ciclo di appuntamenti volti a incentivare la tradizione enogastronomica locale e la condivisione dei saperi. L’evento, a partecipazione gratuita previa iscrizione, è in programma per sabato 6 luglio dalle 14.30 alle 17. Il relatore condurrà i presenti sul campo alla scoperta del progetto green, concentrandosi su tutte le tappe di questa avventura all’insegna della sostenibilità.

Lucio, ai nostri microfoni, ha anticipato alcuni dei topic che tratterà durante l’incontro: “Insieme ai responsabili del Gruppo novarese studiamo come riqualificare alcune aree, andando, in alcuni casi, anche oltre gli adempimenti di legge. Che senso ha, ad esempio, ricostituire un bosco quando nel biellese ne abbiamo chilometri e chilometri? Non sarebbe meglio ricostituire un ambiente per animali in via di estinzione? Questo è l’incipit: non ci limitiamo a una riqualifica standard, ma pensiamo a come dare nuova vita all’area di riferimento con operazioni ad hoc rivolgendoci a determinati animali.

Nello specifico, il progetto che presenteremo riguarda le farfalle. Per loro, a questo proposito, abbiamo pensato di costituire un prato con arbusti e siepi, ideale per questi insetti”. Il luogo di riferimento, come accennato, è una ex miniera di sabbie silicee e feldspatiche (minerali utilizzati dall’industria della ceramica e del vetro). Si tratta della miniera Nolizza, della Sasil, che fa parte del Gruppo Minerali Industriali, situata a Curino, tra frazione Gabella e Montangero: quella zona, con un ripristino oculato, è stata poi ‘trasformata’ fino a diventare ambiente ideale per le farfalle, ponendo, ad esempio, salici e pioppi che danno asilo ai bruchi; è stata studiata, inoltre, un’apposita miscela di erbe adatta ad ospitare e offrire nutrimento per questi insetti.

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“Queste zone, un tempo, pullulavano di farfalle perché erano ricche di prati. Con il progressivo abbandono di questi, però, le prime a essere danneggiate sono state le farfalle. Così – ha spiegato l’esperto – noi abbiamo cercato, con interventi tecnici mirati, di farle tornare”. Obiettivo riuscito, come dimostra un censimento condotto prima da Lucio e poi, nel 2011, dall’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Biologia Animale: dopo la messa a dimora dell’erba e dei cespugli, dal 2003 al 2012 sono state registrate, come anticipato, 64 specie di farfalle diurne. “Queste – ha aggiunto Lucio – grazie alla loro mobilità, hanno una buona capacità di spostarsi negli ambienti che prediligono. Se si costruisce loro una ‘casa’, come dimostra il nostro progetto, le farfalle non tardano ad arrivare. Poi si riproducono in loco stabilendo una popolazione stabile e fiorente”.

Nell’ottica della salvaguardia della biodiversità, a livello mediatico, sono poste maggiormente sotto i riflettori le criticità di altri insetti, come le api. Come mai Lucio ha incentrato la sua operazione proprio a favore della farfalle? “Noi volgiamo le nostre attenzioni – risponde – alle categorie di animali che necessitano aiuto. Le farfalle sono in continua diminuzione e quindi ci siamo occupati di dare loro uno spazio. In futuro, magari, penseremo anche alle libellule, che si trovano in una situazione altrettanto delicata”.

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Lucio conclude presentando l’incontro di Let Eat Bi: “Dopo un’introduzione fatta direttamente sul posto, mostrerò ai partecipanti la miniera Nolizza e spiegherò in che modo procediamo nel recupero del territorio. Da questo luogo, ad esempio, venivano estratti minerali trasformati in vetro e ceramica, che sono indispensabili per l’uomo. Dobbiamo essere consapevoli, però, dell’impatto ambientale: bisogna affidarne l’estrazione a ditte che facciano ripristini ad arte, non solo ricucendo la ferita ma dando una mano per innestare una rinascita nuova. Così l’attività estrattiva non risulterà solo impattante, ma potrà contribuire a restituire qualcosa alla natura con gli interessi; è necessario far sì che un’attività distruttiva divenga conservativa. Dobbiamo cercare un’eco-compatibilità in tutto ciò che facciamo”.

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