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La Spezia - Oggi la figura dell’artista possiede una marcata distinzione da quella dell’artigiano. In realtà, artisti e artigiani lavorano con le mani e con gli occhi, ed entrambi concepiscono l’atto creativo come capace di generare l’unicità del prodotto finale, caratteristica che conferisce originalità sia a un manufatto che a un’opera d’arte.
Questa è la storia di Sara Milanesi, classe 1978, una ragazza che è stata capace di intrecciare insieme arte e artigianato. Il cognome rivela la sua provenienza, Milano, la città dove, dopo un diploma al liceo artistico, consegue una laurea in progettazione industriale al Politecnico, con specializzazione in progettazione ecologica e sostenibile.
Dopo la laurea, in mancanza di proposte di lavoro allettanti, inizia a creare gioielli che porta in Sardegna, a Santa Teresa di Gallura, alla Maddalena e San Pantaleo, dove vende le sue creazioni durante mercatini stagionali di artigianato e, parallelamente, organizza seminari sulla spiritualità indiana a Varese Ligure. Proprio grazie a questi incontri entra in contatto con la Val di Vara e se ne innamora.

«Milano me la sentivo stretta, grigia, troppo costruita, iniziavo a non poterne più di vedere tutte queste persone sempre più stipate in pochissimo spazio, così ho deciso di cambiare». Sara coglie l’occasione di trasferirsi in una casa a San Pietro Vara, la stessa in cui vive da ormai undici anni. «Quando sono arrivata era pieno inverno e avevo solo una stufa a legna, ma nonostante le oggettive difficoltà materiali, emotivamente questo luogo mi è piaciuto da subito e sono orgogliosa di essermi trasferita in una valle così a misura d’uomo». Per lei era fondamentale vivere nella natura ed esserne contornata: «La realtà di Milano per me era diventata estremamente frenetica: svegliarmi qui e vedere il verde dalla finestra mi riempie ogni giorno il cuore di gioia».
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Oltre all’artigianato, con bijoux e oggetti d’arredo, come lampade in legno, ceste in salice e “ciotole srotola-gomitolo”, mi racconta tutto il suo amore per la creatività, che declina in infinite sfaccettature: dipinge, disegna, fa ritratti su commissione, si occupa di decoro facciate, molto diffuso in Liguria, e da qualche tempo si è formata per realizzare tatuaggi e microblading, il tatuaggio estetico sulle sopracciglia. «Secondo me l’artista può fare tanti lavori creativi, tra loro anche molto diversi, per riuscire a vivere, ma per chi come me ama l’arte è tutto gratificante».

Proprio sotto casa, ora Sara ha anche un piccolo laboratorio-vetrina dove realizza e vende le sue creazioni. Ed è felice.
Quando sarà possibile riprenderà anche i mercatini, perché danno la preziosa occasione di conoscere artisti provenienti da tutto il mondo. «Si respira sempre un’atmosfera familiare e di solidarietà tra chi è dietro alle bancarelle e nascono anche belle amicizie, per questo mi mancano, ora che non è possibile organizzarne».
E ci salutiamo con una sua riflessione: «Per me l’artista-artigiano è un creativo che ha un’idea e ne sviluppa sia il progetto che la realizzazione. Sono convinta che la creatività non sia selettiva, anzi: chi ama l’arte deve saperne sviluppare tutti gli aspetti correlati, senza fermarsi a uno solo». E Sara ne è un chiaro esempio.
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