15 Set 2022

La Biblioteca del Lupo: alla scoperta dei selvatici, i veri abitanti della valle

Scritto da: Lorena Di Maria

Nel Comune di Traversella (TO), tra le verdi foreste e le tradizionali baite, sorge la Biblioteca del Lupo, uno spazio dedicato alla cultura e all'incontro, realizzato grazie al recupero di una vecchia casa in pietra. Qui chiunque può sedersi per leggere un libro dove il lupo è protagonista, farsi raccontare i progetti di monitoraggio degli animali selvatici e sentirsi accolto all'interno di uno spazio indipendente e autogestito. Una biblioteca alla ricerca di una vita non addomesticata.

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Torino - Chi di noi non conosce le storie del lupo che mangia la pecora, della volpe che cattura la gallina o del topo che saccheggia la dispensa? Luoghi comuni e stereotipi che non fanno altro che aumentare il rapporto tra buoni e cattivi, tra vittime e carnefici, tra innocui e pericolosi. Ovviamente ci riferiamo nel primo caso agli esseri umani e nel secondo a loro, gli animali selvatici.

Eppure c’è chi sta dedicando anima e corpo a questi esseri e nel 2019 ha dato vita a una Biblioteca dove gli animali dei boschi sono i veri protagonisti. Parliamo della Biblioteca del Lupo, un luogo magico e fuori dal tempo, immerso tra i dolci pendii della Valchiusella (TO). Nel Comune di Traversella, piccolo centro montano fatto di strade in pietra, baite e foreste rigogliose, Greta Silva ha dato vita al suo progetto di vita: proporre attraverso la lettura e la cultura una maggior conoscenza del mondo dei selvatici, che sono i veri abitanti di questa valle.

Ed è proprio Greta a raccontarci di questo luogo unico nel suo genere, che ci parla di abbandono e poi di rinascita, all’insegna del riuso e dell’autoproduzione. La sua è una storia di vero cambiamento: di ritorno alla semplicità, alla lentezza e alla vita al fianco di volpi, scoiattoli, ghiri, rapaci notturni, martore, cervi e caprioli. 

Biblioteca del Lupo3
Foto di Elio Colavolpe
Quali sono le motivazioni che ti hanno spinta a vivere in un paese di montagna?

Sono nata a Milano e ho lavorato come stilista e creatrice di collezioni di accessori per il mio marchio Apres-midi nell’omonimo Atelier nel cuore del quartiere Isola. Ero grata del fatto che le mie collezioni avessero successo, di poter viaggiare e trascorrere settimane di ricerca dei materiali più interessanti nei mercati delle pulci a Parigi o a Vienna, di avere una clientela di donne interessanti, ribelli al fashion system e anticonformiste. Il ritmo di lavoro però era vorticoso e sentivo sempre di più il bisogno di andare piano e di non avere scadenze. A un certo punto ho sentito la necessità di dare un taglio netto a tutto, senza pensarci troppo.

Sono approdata così in un piccolo paese di montagna con un cane gigante, peloso e bianco di nome Betulla. Ho incominciato il mio apprendistato di montagna a Cicogna, in Valgrande. Mi sarei trasferita in Valchiusella qualche anno dopo, pronta per una vita fatta di impegno e sacrificio, di rinuncia a tutto il superfluo a cui ero ancora abituata: una vita stanziale frugale a stretto contatto con gli animali delle foreste.

Cos’è la Biblioteca del Lupo e in che modo il progetto è indipendente e autogestito?

La Biblioteca del Lupo è una “open air library” situata a 1300 metri di altitudine. È circondata da bosco ceduo di sorbi, ginestre, more, betulle e aceri. Qui gli animali liberi sono i veri abitanti di questi territori. Distese di felci li proteggono durante gli spostamenti; mentre uva spina, rovi e rose canine proteggono i nidi con le loro spine. Piante acquatiche e piccole zone umide ospitano anfibi e roditori, i noccioli sono la casa di ghiri, gli scoiattoli si spostano di corsa e le aquile volano in cerchio, dorate dal sole.

Biblioteca del Lupo2
Foto di Elio Colavolpe

La Biblioteca nasce come spazio indipendente e autogestito, un archivio comunitario sugli animali selvatici, fedele a una ricerca di vita non addomesticata. Siamo in autogestione quanto possono esserlo tutti i nostri vicini di tana, lupi e volpi compresi. Ad esempio, anche dal punto di vista energetico siamo indipendenti, grazie all’utilizzo dell’energia solare come unico sistema di alimentazione elettrica, per mezzo di un impianto fotovoltaico. 

La baita non è stata riqualificata proprio per lasciare l’accesso agli animali che la frequentano e che ci vivono nei vari momenti dell’anno. Sul tetto, ad esempio, c’è un nido di fringuelli e nel muro di pietre a secco uno di picchio. Sotto alle pietre della pavimentazione si trova il giaciglio di ghiri e arvicole, oltre che le larve di coleotteri come lo scarabeo stercorario. Quando nevica i caprioli entrano nella biblioteca e una volta ci ha fatto visita anche una volpe. Possiamo dire che la riqualificazione è avvenuta portando energie diverse in un luogo che era tradizionalmente utilizzato come stalla.

Lo spazio è poi costruito sui valori dell’inclusione e della cooperazione. Nella Biblioteca del Lupo è possibile trovare libri in consultazione, prestito, dono, scambio o vendita. Siamo anche parte del network “lasciaunlibroprendiunlibro” ed è possibile trovarci anche sulla mappa interattiva di tutti i siti italiani di libri in scambio. 

Ci racconti quali sono i luoghi comuni legati ai selvatici che la biblioteca si occupa di “stravolgere”?

Penso che il luogo comune che dovremmo stravolgere sia quello secondo cui la montagna è qualcosa da divorare e da depredare. Raccogliere i funghi a chili, strappare i fiori, le erbe spontanee e i piccoli frutti per portarli a casa sono gesti scellerati perché distruggono piccoli ecosistemi che esistono anche se noi non riusciamo a vederli e nemmeno a capirli, impegnati come siamo a “prendere” anziché a dare.

Cacciare gli animali dei boschi o sostenere il commercio ordinando al ristorante piatti “tipici” a base di cervo, uccelli passeriformi, cinghiali e caprioli è una forma violenta di frequentare questi luoghi, che dovrebbero invece essere custoditi. Venire in montagna e dare il proprio tempo per alleviare le sofferenze e far traboccare la vita in ogni sua forma ci darebbe molta più gioia che avere sempre a che fare con il consumo e la distruzione di ciò che ci circonda.

Gli animali sono spesso visti come competitori di risorse che noi umani consideriamo nostre “di diritto”

Quali sono i problemi sul territorio legati al bracconaggio e in che modo vi occupate del monitoraggio degli animali del bosco?

Per la prima volta in Italia è in corso un monitoraggio nazionale della consistenza e della distribuzione della popolazione di lupi. Sull’arco alpino partecipano anche Francia, Austria e Slovenia. Sulle Alpi il monitoraggio è inoltre coordinato dal Centro Grandi Carnivori e dal progetto Life Wolf Alps che si sta occupando di migliorare la coesistenza fra il lupo e gli esseri umani.

La Biblioteca del Lupo fa ufficialmente parte del Network Lupo: ci sono stati affidati due transetti (zone di studio) in alta Valchiusella, nella zona di Traversella, da percorrere ogni mese in giorni già fissati, da ottobre a marzo, per scoprire quanti e chi sono i lupi che vivono in questi boschi.

Questa è la prima volta che la Valchiusella è interessata dalla presenza di transetti: alcuni volontari della Biblioteca sono stati formati e saranno responsabili della raccolta e catalogazione del materiale trovato secondo protocollo Ispra, disponibile per la consultazione nella nostra biblioteca. Oltre al protocollo, anche il primo report sulla stima dei lupi presenti sul territorio italiano è a disposizione di chi fosse interessato.

In cosa consiste l’archivio selvatici che state creando?

Stiamo costruendo un archivio non solo cartaceo e composto da libri, ma anche video dei nostri “trappolaggi”. I trappolaggi ci permettono di tenere costantemente monitorate le popolazioni di animali che passano regolarmente dai nostri checkpoint e di acquisire materiale importante per la corretta divulgazione sullo stato di salute degli animali. Siamo coinvolti anche in una ricerca indipendente e nel monitoraggio di una famiglia di lupi.

Video realizzato da Sofia Rondelli

Attraverso i fototrappolaggi ci rendiamo anche conto di quali sono i pericoli a cui possono andare incontro gli animali nei vari luoghi e nei diversi momenti dell’anno a causa del bracconaggio. Gli animali sono spesso visti come competitori di risorse che noi umani consideriamo nostre “di diritto” e sterminiamo i nostri “concorrenti” con mezzi illegali e crudeli.

Ad esempio, sono a rischio di tagliole, gabbie con esche o veleno il lupo che mangia la pecora, la volpe che mangia la gallina o il topo che saccheggia la dispensa. Anche il capriolo che si affaccia su un prato pascolato per brucare qualche filo d’erba o staccare le mele selvatiche da un albero è meglio tenerlo in freezer che in libertà. I cinghiali poi sono odiati più che mai in questo periodo e finiscono intrappolati nei cavi d’acciaio se si avvicinano alle coltivazioni o alle specie selvatiche di pregio come gli asparagi o i funghi. 

Per tutelare questi animali, siamo attivi su tutto il territorio con un gruppo di lavoro antibracconaggio che si occupa principalmente di comprendere le dinamiche attive e creare consapevolezza in chi frequenta questi luoghi organizzando corsi e segnalando i siti di caccia di frodo. Monitoraggio, studio e rispetto per gli animali sono i miti fondativi che tengono in piedi la Biblioteca del Lupo. Per superare qualsiasi credenza, pregiudizio e luogo comune sugli animali selvatici, affinché sia possibile instaurare un nuovo rapporto tra animali e umani.

E se deciderete di spingervi fino alla località Tetti Superiori di Traversella, tra il Rifugio Piazza e il Rifugio Chiaromonte, ci sarà sempre qualcuno del gruppo ad accogliere i Pellegrini. Vi aspettiamo tutti i sabati e le domeniche di bel tempo dalle 10.00 alle 17.00, mentre gli altri giorni su appuntamento. 

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