27 Set 2022

Francesca della Giovampaola, da giornalista di città a divulgatrice della permacultura

Scritto da: Brunella Bonetti

Un nuovo ingresso nel novero delle moderne Persefone che abbiamo raccontato su Italia Che Cambia, donne che hanno saputo prendere spunto da un momento di difficoltà per rivoluzionare la propria vita. Si tratta di Francesca della Giovampaola, di professione giornalista. Francesca non ha cambiato lavoro, ha solamente spostato il tiro e soprattutto i principi che la ispiravano, abbandonando la città per "tornare a vivere" a contatto con la Natura.

Salva nei preferiti

Siena, Toscana - Toscana. Esiste un’isola, in mezzo al mare del mito, descritta da Ulisse come un luogo paradisiaco della felicità e dell’immortalità. È l’isola di Ogigia, regno della ninfa Calipso. Oggi come allora, c’è un’isola circondata non dalle acque mitiche, ma dalle campagne toscane. Feconda e rigogliosa, ospita food forest, orti sperimentali, compostiera, lombricompostiera e terra da coltivare e tutelare.

A prendersene cura è una ninfa moderna, che la custodisce secondo le etiche e i principi della permacultura: Francesca della Giovanpaola, signora del Bosco di Ogigia. Giornalista professionista, Francesca della Giovampaola sceglie di progettare la sua vita secondo le etiche e i principi della permacultura e di ritornare alla sua terra dove crea il Bosco di Ogigia.

COS’È, QUANDO E COME NASCE IL BOSCO DI OGIGIA

«Il Bosco di Ogigia è nata da un desiderio personale – racconta Francesca –: avere una food forest, uno spazio dove coltivare, avere una fonte di cibo, alberi da frutto e poter portare avanti altre pratiche a contatto con la natura». Tutto quindi parte da una food forest: un concentrato di biodiversità in più livelli fino a progettare e ricreare un ecosistema. Uno spazio dove produrre il proprio cibo e poi raccontare agli altri tutte le possibilità che si hanno vivendo a stretto contatto con la natura.

Francesac

Parte da lì e poi diventa, piano piano, seguendo i ritmi della natura, una realtà concreta che comunica a milioni di persone una progettazione di sistemi umani e naturali integrati, come permacultura insegna. La storia di Francesca della Giovampaola, signora del Bosco di Ogigia, insegna come da un sogno si possano costruire realtà concrete che imitino i modelli naturali. È così che Francesca e il suo compagno Filippo, giornalista e video maker, avviano il loro progetto di comunicazione sostenibile.

CHI ERA PRIMA FRANCESCA

Prima di creare la sua isola di Permacultura, Francesca era una giornalista professionista che viveva in città seguendo ritmi frenetici che questa impone, totalmente avulsa dalla natura, a cui concedeva pochissimo tempo. «Tornavo pochissimo nella mia terra in Toscana. Non avevo la possibilità di stare in mezzo alla natura, ma il mio desiderio e il mio cuore erano sempre lì». Francesca, come molti altri oggi, sentiva il bisogno di tornare a casa, la Natura, e dedicarle il tempo giusto per realizzare i propri sogni.

«Le stagioni passavano veloci senza che me ne accorgessi. Chiusa nel mio ufficio, non mi rendevo conto di come la natura mutasse. Lo spazio esterno era una parentesi che mi concedevo solo ogni tanto nei weekend, quando tornavo in Toscana, la mia vera casa. Il piacere di stare in mezzo all’ambiente era una parentesi, anche se sentivo nel profondo che prima o poi avrei fatto ritorno a casa». Estate, inverno: tutto rischia di essere uguale e grigio, quando si vive in città totalmente avulsi dalla Natura.

L’INCONTRO CON LA PERMACULTURA

Viviamo nell’epoca delle apparenze, dove la comunicazione è spesso insostenibile e danneggiata da notizie fuorvianti e dannose. Francesca della Giovampaola prima le asseconda lavorando come giornalista, ma poi dice basta e torna a casa, in natura. «Stanca della mia routine di giornalista per la televisione, ho acquistato un pezzo di terra in Toscana, dove ho i natali, e da lì è iniziato tutto».

Così ha inizio per Francesca e Filippo una serie di eventi a cascata che cambiano in meglio la loro vita: l’incontro con la permacultura, il PDC di 72 ore, la gestione di un terreno proprio, la condivisione di pratiche sostenibili con persone affini, il sentirsi meno soli, il desiderio di saperne di più e di fare di più con i mezzi a disposizione.

2 1

Dopo l’incontro con la permacultura e con le persone che progettano secondo questo modello, Francesca è sempre la stessa persona, ma si sente migliore e finalmente può indirizzare le sue capacità di giornalista verso una comunicazione più sostenibile e naturale. «Un salto quantico niente male. La realizzazione di un sogno e la messa in atto di una visione condivisa». La permacultura non è un metodo agricolo, né una cultura newage, “è il Paesaggio disegnato consciamente imitando i modelli e le relazioni trovate in natura, e producendo un’abbondanza di cibo, fibre ed energia per i bisogni locali.” [tratto da Permacultura, principi e percorsi oltre la sostenibilità di David Holmgren, ndr]

Per Francesca, come per sempre più persone, è «una filosofia di vita, una guida, uno strumento che si adatta a diversi contesti. È una lente d’ingrandimento sul mondo, un’escalation di desideri realizzati. Un albero maestro. Una forma mentis etica e non manipolabile perché s’ispira ai sistemi naturali. È qualcosa di semplice, pratico e convincente proprio come la natura».

COMUNICARE LA PERMACULTURA

Francesca e Filippo scelgono di impiegare le loro conoscenze e capacità giornalistiche per divulgare la permacultura e comunicare saperi antichi in chiave moderna. Per vivere il presente in modo più sostenibile e piantare i semi di un futuro migliore. «Comunicare questa filosofia di vita può aiutare tutti. Chi è pronto l’ascolta nel profondo, ma anche chi non è pronto può beneficiarne. Siamo in un momento storico drammatico e oggi la permacultura può aiutarci ad affrontare e superare le difficoltà del presente insegnandoci a imitare i sistemi naturali».

Nel Bosco di Ogigia, Francesca insegna a prendersi cura di sé, degli altri e dell’ambiente e a mettere in atto strategie semplici ma fondamentali per progettare sistemi umani e naturali integrati. «Da giornalisti entrambi, io e Filippo, abbiamo deciso di cambiare il nostro modo di fare giornalismo. Utilizziamo soprattutto i social, che usano un linguaggio diverso, e li sfruttiamo per diffondere insegnamenti antichi in chiave modernissima. Anche il contenuto che facciamo è diverso dal mainstream. Raccontiamo la complessità frammentata in tante piccole parti sostenibili e naturali». Pillole di permacultura che formano insieme una storia dal sapore di permacultura. Di semplicità e speranza. Saggezza e prospettiva.

La storia di Francesca della Giovampaola insegna come da un sogno si possano costruire realtà concrete che imitino i modelli naturali

I PRINCIPI DELLA PERMACULTURA

A distanza di anni, dopo aver attraversato questo processo del tutto naturale, Francesca della Giovampaola cambia totalmente le sue prospettive. Lascia andare vecchi ruoli e false credenze. Assume nuovi approcci e rinnovati comportamenti. Diventa più umana, più naturale e guarda la vita da un punto di vista diverso: quello della permacultura, che le insegna a godere in pieno del suo tempo, a seminare laddove può crescere un frutto fertile e ad agire per se, per gli altri e per l’ambiente, secondo le tre etiche della permacultura: «Ora lavoro per e non contro. Mi adattato al cambiamento e reagisco. Ho capito che spesso il problema è la soluzione».

Questi sono alcuni, tra i suoi preferiti, dei dodici principi della permacultura: osserva e interagisci. Raccogli e conserva energia. Assicurati un raccolto. Applica l’autoregolazione e accetta il feedback. Usa e valorizza risorse e servizi rinnovabili. Non produrre rifiuti. Progetta dal modello al dettaglio. Integra invece di separare. Piccolo e lento è più bello. Usa e valorizza la diversità. Usa e valorizza il margine. Reagisci al cambiamento e usali in modo creativo. A ognuno il suo!

I CONSIGLI DELLA NINFA DI OGIGIA

Da Calipso moderna, Francesca consiglia alle moderne Persefone che vogliono scoprire o approfondire la permacultura di «impegnarsi a non perdere tempo nelle sciocchezze e concentrarsi invece sulle piccole bellezze del mondo e di noi stessi, per essere più soddisfatti. Mettete il vostro corpo e la vostra mente a servizio di voi stessi e non degli altri! E, soprattutto, imitate la natura, perché lì c’è davvero tutto».

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Gaetano, terapista forestale dei Monti Lattari: “La foresta mi ha guarito”
Gaetano, terapista forestale dei Monti Lattari: “La foresta mi ha guarito”

Fermarsi per cambiare vita: dal Gennargentu la storia del Selvaggio Verde di Gianluigi Bonicelli
Fermarsi per cambiare vita: dal Gennargentu la storia del Selvaggio Verde di Gianluigi Bonicelli

Andrea Cabassi: “Prima non decidevo nulla della mia vita, ora mi sono riappropriato del mio tempo”
Andrea Cabassi: “Prima non decidevo nulla della mia vita, ora mi sono riappropriato del mio tempo”

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

La Grecia vieterà la pesca a strascico, primo paese in Europa – #920

|

L’assalto eolico è ingiustizia climatica: le conseguenze sul patrimonio culturale sardo

|

Franco D’Eusanio e i vini di Chiusa Grande: “È un equilibrio naturale, noi non interveniamo”

|

L’arte collettiva del sognare: il social dreaming arriva in Liguria

|

Quanto inquinano gli aerei? Ecco cosa dicono i dati e le leggi

|

No border books, un kit di benvenuto per i piccoli migranti che approdano a Lampedusa

|

Intelligenza artificiale in azienda: ci sostituirà o ci renderà il lavoro più facile?

|

HandiCREA e il sogno di Graziella Anesi di un turismo accessibile e inclusivo

string(9) "nazionale"