30 Ott 2023

Come è cambiata Scampia negli ultimi vent’anni? Lo racconta la docente Antonella Guerra

Antonella Guerra è da ventitré anni docente di lettere presso il Liceo Elsa Morante di Scampia. Generazione dopo generazione, Antonella ha avuto la possibilità di osservare da vicino la rinascita del quartiere e di accompagnare i ragazzi verso un cambiamento positivo, aiutandoli a riconoscere nella cultura e nell'istruzione un mezzo efficace per superare gli svantaggi di partenza.

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Campania - Per anni, Scampia è stata al centro dell’attenzione dei media, descritta come cuore pulsante della criminalità napoletana ed esempio lampante di periferia degradata. Questa narrazione, che ha alimentato tantissimi pregiudizi nei confronti del quartiere e dei suoi abitanti e che forse non è mai stata né completa né veritiera, ha negli ultimi anni cambiato direzione, arrivando forse a un’eccessiva idealizzazione.

SCAMPIA RACCONTATA DA ANTONELLA GUERRA

Scampia è senza dubbio una realtà complessa e ancora oggi in evoluzione. Nella volontà di raccontarla, ho ascoltato la testimonianza di Antonella Guerra, una docente di lettere che lavora a Scampia da ventitré anni e che ha vissuto in prima persona il cambiamento che ha interessato il territorio generazione dopo generazione e di cui anche la scuola si è fatta protagonista.

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Antonella ha iniziato a insegnare a Scampia nel 2000, provenendo da un contesto scolastico completamente diverso, quello di Arco Felice. «Quando arrivai per la prima volta Scampia io, che ero cresciuta al Vomero e che abitavo al centro di Napoli, sono rimasta scioccata. Non avevo mai visto le Vele e avevo anch’io i miei pregiudizi. Appena entrata in quella scuola un po’ decadente mi sono detta “alla fine dell’anno chiedo il trasferimento” e invece non sono mai voluta andar via».

LICEO ELSA MORANTE

La scuola dove Antonella era andata a insegnare era la succursale periferica di un liceo di Napoli a cui non era stato dato neanche un nome e che veniva chiamata genericamente “liceo”. Sei anni dopo, furono gli stessi docenti a scegliere di intitolare l’istituto a Elsa Morante.

Il riscatto del quartiere è stato deciso dai suoi abitanti, che si sono uniti per fare la differenza

«La prima cosa che ho notato, conoscendo i ragazzi, è stata che sembravano meno felici», ha raccontato Antonella. «Erano più sospettosi ed era faticoso entrare in confidenza con loro. Provenivano da un contesto difficile, alcuni di loro avevano genitori analfabeti, altri addirittura in carcere, molti di loro non potevano permettersi i libri».

Antonella e i suoi colleghi hanno scelto, in quel contesto così diverso dalle scuole a cui erano abituati, l’approccio dell’empatia. Ogni lezione è un dialogo e uno scambio e l’apprendimento parte dalle proprie esperienze personali. «Non voglio parlare solo di contenuti, ma cerco di far capire loro il valore della cultura e soprattutto di motivarli a utilizzare la scuola come mezzo per eliminare gli svantaggi d’origine e per riscattarsi».

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EDUCARE ALLA LEGALITÀ

Gli svantaggi d’origine vent’anni fa erano forti. «Quando uscivo da scuola prendevo l’R5, un autobus ribattezzato dalle mie alunne “l’R tossico”. Girava tantissima droga all’epoca ed era facile che i più giovani fossero attirati da guadagni giudicati “facili”. Era fondamentale dunque avvicinarli alla legalità non come teoria, ma nella pratica. Oggi la situazione è assolutamente diversa, in strada si cammina con tranquillità, è stata costruita una metropolitana bellissima e meravigliosi sono i due murales di Jorit appena fuori la stazione. Finalmente hanno inaugurato anche l’università».

Antonella racconta di aver scoperto tra quelle mura scolastiche un’umanità e una forza che non credeva possibili. «È stato un lavoro sociale molto soddisfacente. Portavo avanti progetti di lettura, di scrittura, PON. Volevo dare delle opportunità a questi ragazzi mentre loro davano a me la possibilità di crescere come insegnante e di fare un lavoro diverso rispetto a quello del professore che arriva, fa lezione e se ne va».

Per Antonella non è raro commuoversi durante gli esami di maturità dei suoi alunni. «Ho avuto la fortuna di portare dei ragazzi dalla prima alla quinta. Alcuni di loro avevano iniziato le superiori quasi da analfabeti e alla fine hanno scelto di fare l’università e di laurearsi. Ho sempre cercato di portare avanti tutti almeno fino ai sedici anni, perché basta avere un po’ di pazienza per vederli fiorire», ha raccontato.

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SCAMPIA RINASCE DAL BASSO

Quella di Scampia è sempre stata una realtà vivace e attiva e, se negli ultimi anni ha cambiato aspetto, lo si deve soprattutto al forte associazionismo presente sul territorio. Anche i giovani di Scampia sono attivi nella riqualificazione del quartiere a cui si sentono legati. La maggior parte di loro non vorrebbe essere costretta ad andare via. «È un contesto complesso, che non sarebbe né da santificare, né da demonizzare. Si dovrebbe intervenire su questa complessità, creando le infrastrutture che mancano, aumentando le attività commerciali e i posti di lavoro sul territorio», ha commentato Antonella.

Grandi passi avanti sono già stati fatti e il cambiamento si vede negli stessi ragazzi, che oggi arrivano a scuola più felici rispetto ai loro compagni di vent’anni fa, perché sono cresciuti in un contesto migliore. «Adesso, i ragazzi di Scampia si sentono meno emarginati. Un tempo, quando andavamo in gita in altri quartieri di Napoli o fuori, durante i viaggi di istruzione, se si scopriva che venivamo da Scampia tutti iniziavano a guardarci come criminali. Ricordo che durante un viaggio di istruzione a Bari addirittura iniziammo ad essere seguiti dalla polizia».

Il cambiamento nella scuola riflette il cambiamento nel territorio. «Negli anni, le istituzioni sono state traballanti e quello che ha fatto la differenza è stata l’azione che è partita dal basso. Il riscatto del quartiere è stato deciso dai suoi abitanti, che si sono uniti per fare la differenza. Tantissime sono le associazioni e le cooperative che portano avanti, pur incontrando molte difficoltà, questo cambiamento. Posso citare la Scugnizzeria di Rosario Esposito La Rossa, il centro Hurtado di Padre Valletti, il Comitato Vele Scampia, la cooperativa L’uomo e il Legno, il Gridas, Chi Rom e chi no, ma ce ne sono tante altre».

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LA SCUOLA PROTAGONISTA DEL CAMBIAMENTO

Anche il Liceo Elsa Morante è diventato negli anni un polo attivo nel cambiamento del quartiere. Tantissime sono le iniziative di educazione alla legalità e altrettante le attività culturali, tra premi letterari, progetti teatrali e molto altro. La scuola inizialmente prevedeva solo i due indirizzi dello scientifico e delle scienze umane, ma negli anni ha allargato la sua proposta formativa, aprendo delle sezioni al liceo classico e linguistico e prevedendo numerose opzioni di curvatura, come quella sportiva, quella storico teatrale e, a partire da quest’anno, anche il coreutico.

In questi contesti è importantissimo investire nella scuola e nell’istruzione. «Portiamo avanti tanti progetti, anche se non sempre i fondi sono abbastanza. Sarebbe utilissimo per il territorio avere più finanziamenti e creare una scuola aperta anche nel pomeriggio, ad esempio con attività sportive e musicali», ha concluso Antonella.

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