2 Mag 2024

Natura Sicula, l’ambientalismo che denuncia e genera cultura

A Siracusa 16 anni fa è nata Natura Sicula, l’associazione naturalistica e culturale che agli eventi escursionistici e all'educazione ambientale associa anche azioni di difesa della natura per vie legali. Tante le denunce per contribuire a diffondere maggiore rispetto dei territori e del patrimonio naturalistico in genere e creare una società più in armonia e senza prevaricazioni da parte dell’essere umano.

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Siracusa - Un albero il cui fusto ha le sembianze di un uomo con le braccia alzate intento a sostenere la chioma a forma di Sicilia. È questa l’immagine che l’associazione ambientalista di Siracusa, Natura Sicula, ha scelto per rappresentarsi: l’uomo come parte integrante della natura in armonia con le altre specie, capace di contribuire alla protezione del patrimonio naturalistico e culturale evitando di provocarne l’estinzione e concependo tutte le attività antropiche senza mai prescindere dalla salvaguardia della natura e del territorio.

Fabio Morreale, oggi presidente dell’associazione, cominciò a parlare di natura e a organizzare le prime escursioni circa 25 anni fa. All’epoca non era semplice costituire un gruppo, erano in pochi a interessarsi a questi temi, mancava la consapevolezza del valore del patrimonio naturale.

«Dopo un’esperienza di dieci anni all’interno di un’associazione di Siracusa, un gruppo di noi ha voluto staccarsi per dare voce all’ambientalismo e praticarlo in maniera “pura”. Natura Sicula è nata 16 anni fa chiarendo sin da subito i propri obiettivi. Gli eventi escursionistici sono utili, ma non bastano. All’educazione ambientale associamo anche azioni di difesa per vie legali. Denunciamo se un’area viene destinata a progetti insostenibili, se progetti di cementificazione distruggono beni naturali», sottolinea Fabio Morreale. 

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Natura Sicula è un’associazione naturalistica e culturale che agli eventi escursionistici e all’educazione ambientale associa anche azioni di difesa per vie legali.

Sul sito dell’associazione, ad esempio, si leggono numerose denunce che riguardano il territorio già martoriato di Augusta. Come riporta Natura Sicula, si tratta della seconda città siciliana per consumo di suolo: 25 ettari in un solo anno (periodo 2021-2022), l’equivalente di circa 35 campi di calcio, per piani di lottizzazione e progetti di insediamenti commerciali, residenziali e turistici. L’associazione ha chiesto un’ispezione urbanistica alla Regione.

Sempre alla Regione e per il territorio di Augusta, insieme a Legambiente e altri comitati ambientalisti locali, ha presentato una serie di osservazioni sul progetto che prevede una discarica di rifiuti pericolosi del gruppo Gespi, a ridosso degli stabilimenti petrolchimici di Sasol e Sonatrach. Un ennesimo progetto insostenibile e dannoso per un territorio già saturo sotto il profilo ambientale e per i molteplici rischi sanitari. A dicembre scorso invece, Natura Sicula additava come discutibile la scelta dei componenti del nuovo CTS del Parco Archeologico di Siracusa, Eloro e Villa del Tellaro, sottolineando come «di tecnico-scientifico ha ben poco».

Un esempio positivo che dovrebbe far riflettere sui danni fatti nella costa a nord di Siracusa. Abbiamo perso scogliere, sistemi dunali, aree archeologiche

Un impegno su più fronti che nel tempo sta dando i suoi effetti. Gli obiettivi di Natura Sicula sono infatti la conoscenza, la tutela, la conservazione e la valorizzazione della biodiversità, degli habitat naturali, degli ecosistemi, delle tradizioni gastronomiche siciliane, del patrimonio etno-antropologico, musicale, dialettale. Il ripristino di un rapporto armonioso ed equilibrato tra l’essere umano e il suo ambiente. Affinché questi obiettivi siano tangibili, opera quotidianamente per cambiare opinioni e indurre a comportamenti virtuosi.

Se per decenni si è pagato il prezzo di una politica che ha portato nell’isola l’istituzione di riserve e parchi con sessant’anni di ritardo rispetto alle altre regioni italiane – in Sicilia la prima area protetta, la Riserva dello Zingaro, è stata istituita nel 1981 e solo dopo dieci anni dall’istituzione la popolazione ha cominciato a rendersi conto del valore – oggi il vento sembra aver cambiato direzione. 

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Uno scorcio della Riserva di Vendicari

Anche la Riserva di Vendicari, costituita nel 1984, all’inizio era frequentata da cacciatori e persone del luogo che non ne percepivano il valore naturalistico; gradualmente ha poi cominciato a far parlare di sé e a essere conosciuta da turisti di tutto il mondo. «Oggi il numero di visitatori è equiparabile a quello del Teatro Greco di Siracusa. Un esempio positivo che dovrebbe far riflettere sui danni fatti nella costa a nord di Siracusa. 30 chilometri di litorale sono stati consegnati all’industria e abbiamo perso borghi, scogliere, sistemi dunali, aree archeologiche. Anche a Vendicari negli anni ‘70 si voleva impiantare delle industrie, i cittadini si rifiutarono nonostante non fosse ancora riserva. I fatti dimostrano che hanno avuto ragione», continua Fabio.

Oltre alla raffineria di petrolio, erano state avanzate anche altre proposte, da un villaggio turistico a una riserva di caccia, un allevamento di spigole e orate, un’area da scavare per ricavare pietra da costruzione. A marzo sono trascorsi ben quarant’anni dall’istituzione della Riserva. L’anniversario verrà celebrato con una serie di eventi, di cui quattro voluti e organizzati da Natura Sicula, che si concluderanno a ottobre 2024. 

È nella “natura” dell’associazione ricreare momenti di incontro e confronto, ogni anno sono circa 120 gli eventi aperti a tutte e tutti in cui «accogliamo anche chi non è socio dell’associazione o chi è ancora ostile alle tematiche ambientali», ci tiene a sottolineare Fabio. Da escursioni alla portata di tutti, che si concludono anche con degustazioni finali, a eventi di incontro che raccontano libri, la flora siciliana, la storia delle antiche miniere di zolfo e molto altro ancora, per coinvolgere in modo trasversale più persone.

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Natura Sicula ogni anno organizza circa 120 eventi aperti a tutte e tutti

Un’associazione naturalistica e culturale che si interessa di archeologia, botanica, geologia, etnografia. «Quando ci sganciammo dalla prima associazione, 150 iscritti decisero di seguirci. Oggi siamo più del doppio. Con queste attività riusciamo a sensibilizzare un pubblico più adulto, mentre con le attività nelle scuole ci rivolgiamo alle nuove generazioni», conclude Fabio.

L’esempio di Vendicari è la dimostrazione dei tanti benefici, in termini di conservazione del patrimonio naturale e di sviluppo economico, che una maggiore consapevolezza e un maggior rispetto dell’ambiente, oltre a una buona gestione del territorio, possono generare. In passato erano in pochi a comprenderne il valore, oggi sono sempre più numerosi coloro che agli interessi personali preferiscono il bene comune e il rispetto della bellezza, consapevoli della possibilità di originare un benessere diffuso.

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