24 Gen 2025

Mamma mia!, il podcast in cui una mamma si chiede perché diventare genitori

Scritto da: Valentina D'Amora

Ci possono essere tanti motivi per decidere di intraprendere una gravidanza. Una donna se lo chiede in un podcast, Mamma mia!, ironico e graffiante, da ascoltare tutto d'un fiato.

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Genova - Perché mai dovremmo essere genitori? Questo si chiede Irene Lamponi, una donna di 38 anni, originaria di Venezia e genovese di adozione. Lei è un’attrice teatrale e cantautrice che durante le primissime settimane di maternità, ossia al nono mese di gravidanza, ha deciso di realizzare un podcast per raccontare questo periodo così delicato per una donna, nelle sue “albe lunghissime, tra litigate, paure, vestiti minuscoli” e con in tasca i tutti i Kleenex del mondo. Il tutto con una tagliente ironia e senza tralasciare i lati più irriverenti e non detti.

Si chiama Mamma mia! ed è stato realizzato da lei e il suo compagno Fabrizio Sferrazza, che si è occupato della regia e della parte audio, in collaborazione con Good Morning Genova, una testata giornalistica locale che è anche uno spazio di creatività, pensiero, informazione, approfondimento e “network di comunità”.

Davanti a un caffè mi sono fatta raccontare di questo interessante progetto artistico di coppia proprio da lei e sono venute fuori confidenze e confronti su situazioni parallele che da mamme entrambe viviamo, aneddoti sulle nottate insonni e molto altro. Ma si sa, le pareti dei bar ascoltano migliaia di storie al giorno e tacciono le rivelazioni più intime. Per questo qui parlerò solo del podcast.

irene lamponi mamma mia
Irene Lamponi
Irene, raccontaci: com’è nata l’idea di Mamma mia!?

La gravidanza ha rotto una serie di equilibri, ha attivato delle preoccupazioni e delle paure che io nemmeno immaginavo. Di per sé la gravidanza è stata molto bella dal punto di vista fisico, non ho avuto alcun tipo di problema; è stata invece dirompente da un punto di vista psicologico perché mi sono resa conto che qualcosa dentro di me stava cambiando in modo definitivo.

Quando scopri di essere incinta improvvisamente devi diventare esperta in tantissime cose: devi sapere quali esami mensili devi fare, le cose da comprare, scegliere per tempo il corso preparto e molto altro. Tutto diventa più incasinato e allo stesso tempo reale. In questo marasma, in cui mi sentivo completamente frastornata, ho sentito il bisogno di buttare su carta queste sensazioni.

L’ho fatto via via che le cose succedevano e inizialmente pensavo di trasformarlo in uno spettacolo teatrale, ma poi mi sono resa conto che avevo bisogno di qualcosa di più immediato, così ha preso la forma del podcast. Sono scaturite cinque puntate che hanno parecchi aspetti comici: diciamo che è una sorta di tragicommedia che racconta l’esperienza che ho vissuto. Ho messo in risalto aspetti negativi e positivi e ho cercato di raccontare questo mio conflitto interiore, cioè il fatto di sentire di non riuscire ad andare al passo con la crescita di questa bambina dentro di me, ma di dover allo stesso tempo trovare assolutamente le forze per farlo.

mamma mia
Irene e Anna
Oltre al cambiamento fisico ovviamente immagino che tu intenda soprattutto quello emotivo.

Sì, era un cambiamento enorme che amavo e contemporaneamente odiavo perché sentivo che stava facendo in qualche modo morire una parte di me. Il claim di Mamma mia! infatti è: “Perché mai dovremmo essere genitori?”, la domanda che ha mosso tutto il lavoro e a cui forse non so ancora dare una risposta. Mia figlia adesso ha un anno e quattro mesi e tutte le paure che avevo prima che nascesse si sono dipanate, ma ne sono emerse altre… insomma, mi sento nel bel mezzo del viaggio.

Da mamma ti dico che in effetti non è difficile immedesimarsi in questi pensieri. Com’è stato in generale il feedback di chi l’ha ascoltato?

Ottimo, Mamma mia! ha avuto in poco tempo migliaia di ascolti pur essendo un lavoro indipendente. In questi mesi ho ricevuto tantissimi messaggi da parte di molte donne ma anche uomini che si sono ritrovati appieno in questa storia, in queste paure, in queste contraddizioni di fondo. Il punto è che ho scelto di raccontare la gravidanza non solo attraverso la solita narrazione un po’ edulcorata, ma facendo emergere anche tutte le difficoltà che si affrontano giorno dopo giorno. Ci si ritrova a vivere un periodo di fortissimo cambiamento, sia per la donna che per la coppia, ma anche per le persone che le gravitano intorno.

Personalmente nel post parto mi sono sentita molto sola e penso che di questa cosa non si parli abbastanza

E ora che Anna è nata uscirà una seconda stagione di Mamma mia!?

Sì, anche se ho aspettato tantissimo tempo prima di realizzare la prima stesura, perché tutto quello che mi ero appuntata mi sembrava troppo misero rispetto alla potenza di quello che stavamo vivendo. Così a inizio gennaio ho ripreso in mano il tutto: ora ci sto lavorando, sono molto contenta di come sta venendo.

Ho integrato il testo iniziale aggiungendo alcuni elementi che fanno capire i contrasti che si vivono in questo periodo, il primo anno di vita del proprio figlio. Ho dovuto scegliere con minuzia cosa raccontare, ho letteralmente dovuto tagliare i pezzi con l’accetta, alla ricerca dei principali macro-cambiamenti che ho vissuto in questi dodici mesi intensissimi. Per raccontare tutto ci sarebbero volute venti stagioni, anziché cinque puntate [ride, ndr]. E anche in questo lavoro non parlo di Anna, ma di cosa succede a Irene.

Tutt’altro che un manuale, quindi.

No, anzi. Anche in questo caso si svolge come fosse un diario, proprio per dare voce al mio personale bisogno di buttare fuori delle cose che sentivo essere troppo grandi e che dovevano trovare un loro spazio da qualche parte. La mia è quasi una voce fuori campo e anche questa volta racconto tutte le piccole cose che si sono mosse dentro di me e di conseguenza anche intorno a me.

irene lamponi
Irene Lamponi
Hai scelto di porre l’accento sulle sensazioni di te come mamma con un intento quasi sociale?

Più che altro questo progetto l’ho considerato da subito una decompressione personale, anche se sono assolutamente convinta che non si parli abbastanza di come si sente la donna nel post-nascita di un bambino. Se ci si fa caso, già dal corso preparto ci si rende conto che ci sono tanti servizi prima, durante la gravidanza, mentre dopo c’è molto poco. Quando hai partorito da poco hai la percezione di essere abbandonata a te stessa: io personalmente mi sono sentita molto sola e penso che di questa cosa non si parli abbastanza. A me piace dire la verità.

E rispetto alla prima stagione di Mamma mia! secondo te c’è stata un’evoluzione?

Le preoccupazioni di cui parlavo nella prima stagione in qualche modo si sono avverate tutte, ma nel frattempo le cose più difficili si sono rivelate altre, come il rapporto di coppia e l’eterna paura di sbagliare, tutte cose che in gravidanza in effetti non avevo considerato. Anche per questo motivo nella seconda stagione le puntate saranno un po’ più lunghe, pur restando entro i dieci minuti di durata. Poi abbiamo scelto di dare al progetto una sua cifra musicale, così a fare da sottofondo ci sono le tracce originali di un gruppo genovese, gli Od Fulmine.

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