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Mantova, Lombardia - C’erano una volta le imprese che drenavano le risorse, inquinavano acqua, suolo e aria, sfruttavano le persone e i territori al solo scopo di generare profitto. Intendiamoci: ci sono ancora e sono una fetta drammaticamente ampia del panorama imprenditoriale italiano. Ma il vento sta girando e sempre più aziende pongono sullo stesso piano l’obiettivo del perseguimento degli utili e quello della generazione di un impatto ambientale e sociale positivo.
Uno dei fautori di questa nuova filosofia imprenditoriale è Alessandro Saviola, presidente dell’omonimo gruppo che da più di sessant’anni si occupa della filiera produttiva del legno, un compito arduo poiché riguarda molti degli oggetti con cui abbiamo un rapporto quotidiano ovvero i mobili – a questo proposito vi invito a leggere il nostro speciale sull’arredamento sostenibile.
Quanto è importante la sostenibilità ambientale, ma anche quella sociale, nella politica aziendale del Gruppo Saviola? Potete spiegarci meglio la vostra visione di “imprenditoria sostenibile”?
Parlare di sostenibilità in una azienda significa, secondo noi, parlare di tutta una serie di attività che hanno impatto sul pianeta e sulle persone che lo abitano. A partire dagli anni Novanta come Gruppo abbiamo iniziato un percorso basato sul riciclo del legno post-consumo creando un sistema capace di raccogliere, trasformare e rigenerare il legno donandogli nuova vita. Un sistema capace di sostenersi da solo. Per questo motivo oggi possiamo definirci a tutti gli effetti una Eco-Ethical Company ovvero una organizzazione che lavora rispettando l’ambiente attraverso l’eco-sostenibilità e l’etica del riciclo.

Abbiamo, inoltre, un grande obiettivo: la decarbonizzazione. Insieme al bilancio di sostenibilità 2023 abbiamo pubblicato un piano strutturato che punta a ridurre le emissioni del 21% entro il 2026 – con baseline 2021 – al fine di rimanere in linea con l’Accordo di Parigi, che prevede di contenere entro 1,5° C l’aumento delle temperature globali. E che prevede due tipi di intervento: investimenti diretti per ridurre le emissioni e azioni su possibili scenari non direttamente riconducibili al Gruppo – decarbonizzazione della catena di approvvigionamento o dell’intero settore energetico.
Ogni giorno inoltre pratichiamo azioni sostenibili anche e soprattutto nei confronti delle persone. Negli anni abbiamo destinato risorse importanti ad attività di promozione di cultura e sport, di sostegno alle fasce più deboli e al terzo settore tanto che oggi possiamo contare collaborazioni con oltre 150 soggetti.
Oltre a praticarla con le scelte di mercato, produttive, aziendali, ritenete che sia importante anche comunicare la propria policy e in generale l’importanza di alleggerire l’impatto dell’economia sul pianeta e su chi lo abita?
Comunicare le pratiche sostenibili che adottiamo pensiamo sia un’attività che fa parte della sostenibilità stessa. Da anni ci impegniamo a comunicare all’esterno i nostri valori e il nostro impegno in questo ambito. Recentemente, per esempio, abbiamo promosso una importante campagna di sensibilizzazione intitolata “Nuova Vita”, lanciata con l’obiettivo di promuovere il valore del riciclo anche nel legno arredo, in cui sono stati coinvolti brand ambassador come l’attore Giovanni Storti, il cantante Francesco Gabbani e la content creator Aurora Cavallo. Abbiamo cominciato questo percorso in maniera concreta nel 2022.

Non solo: diverse sono le partnership che ci vedono protagonisti nell’ambito della cultura, come quella recente con il Musée des Arts Décoratifs del Palazzo del Louvre o quella dello scorso anno con la Triennale di Milano. Sempre di più infatti l’arte e il design abbracciano il mondo dell’ecologia a conferma della crescente importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’adozione di buone pratiche di economia circolare.
Gruppo Saviola nel 2023 ha inoltre puntato sull’incremento delle relazioni con gli Atenei italiani. In collaborazione con l’Università Cattolica, l’Università di Parma, l’Università di Brescia e il Politecnico di Milano ha organizzato vari incontri per presentarsi a laureati e neolaureati con lo scopo di trasmettere i valori aziendali e attrarre giovani talenti motivati e appassionati. Infine, un importante appuntamento che facciamo da anni è la redazione del bilancio di sostenibilità, uno strumento che racchiude tutte le attività che svolgiamo per raggiungere gli obiettivi dell’agenda 2030.
Il nostro è un sistema capace di sostenersi da solo, dove tutto ricomincia, dove inizio e fine si ricongiungono
Spesso si cerca di far passare il messaggio che la sostenibilità è incompatibile con buone performance economiche. È così?
No, non è assolutamente così. La nostra realtà nata nel 1963 è diventata oggi un gruppo da oltre 800 milioni di euro di fatturato e duemila collaboratori. Questi numeri parlano da soli e sono cresciuti negli anni, ma vorrei sottolineare che in generale si osserva che le persone e quindi i consumatori sono sempre più attente alla sostenibilità. Secondo una ricerca di Deloitte intitolata Il cittadino consapevole più di nove consumatori su dieci apprezzano la trasparenza delle aziende rispetto alle strategie di sostenibilità e il 78% di loro esprime maggiore fiducia verso aziende che condividono pubblicamente i propri obiettivi ESG [Environmental, Social, Governance ovvero Ambientale, Sociale e di Governance, ndr].
Ad oggi non è possibile fare business in modo non sostenibile. Le nuove normative europee vanno a penalizzare le attività che non sono sostenibili dal punto di vista ESG. Anche dal punto di vista finanziario essere un’attività con scarsi criteri ESG comporta degli svantaggi. Prestiti e finanziamenti vengono erogati a condizioni più favorevoli alle imprese con alte performance ESG oppure che possano dimostrare che vi è un piano di transizione verso processi o prodotti più green. Crediamo che oggi non si possa fare business senza farlo in modo sostenibile, è il mercato stesso che lo richiede.

Come declinate nel vostro gruppo i principi dell’economia circolare?
Il nostro Gruppo produce sui principi dell’economia circolare. Come detto poco sopra, il nostro è un sistema capace di sostenersi da solo, dove tutto ricomincia, dove inizio e fine si ricongiungono. La valorizzazione del rifiuto è per noi essenziale. Infatti ciò che non può essere introdotto nel nostro processo produttivo viene utilizzato per produrre energia termica utilizzata all’interno dei nostri stabilimenti. Gli altri scarti che non possono essere utilizzati all’interno della nostra organizzazione vengono ceduti affinché possano diventare materia prima per un altro processo produttivo. Poco più del 98% dei nostri rifiuti viene destinato a recupero di materia o utilizzato per la produzione di energia mentre la restante parte viene smaltita seguendo le normative di riferimento.
Emblema di questo modello è il nostro Pannello Ecologico® 100% recycled wood, il primo a essere certificato FSC. Attraverso la rete capillare di centri di raccolta di Savionet, siamo in grado di recuperare ogni anno oltre 1,5 milioni di tonnellate di legno usato, pari a 30 volte le dimensioni del Colosseo, che alimentano il processo produttivo per la realizzazione dei pannelli ecologici.
Questo è un processo che permette di salvare 10.000 alberi ogni giorno – 2,8 milioni in un anno, pari alla superficie del Comune di Roma – e di presentare al mercato prodotti unici, come i pannelli nobilitati “Poro Registro” dotati di finiture capaci di riprodurre fedelmente alla vista e al tatto le venature del legno vergine. A dimostrazione di questo apprezzamento del mercato abbiamo vinto per il secondo anno consecutivo il premio German Design Award con la finitura Mood, riconoscimento che testimonia che il design rappresenta un ruolo centrale all’interno di Saviola.
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