7 Agosto 2025 | Tempo lettura: 6 minuti

Vivere più a lungo e meglio: il segreto delle Blue Zone arriva al centro Autosufficienza

Dieta sana, relazioni autentiche, movimento naturale e senso di scopo: la Fattoria dell’Autosufficienza ha deciso di ispirarsi a questi principi per offrire esperienze residenziali di salute e consapevolezza.

Autore: Paolo Cignini
Gruppo di persone di più generazioni cammina nella natura, ispirazione Blue Zone
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Dal 20 al 26 settembre 2025 al centro Autosufficienza di Bagno di Romagna (FC), si terrà un ritiro residenziale ispirato alle Blue Zone, le cinque aree del mondo dove le persone vivono più a lungo e in salute. Organizzato dallo staff di Autosufficienza, l’evento offre un’occasione per sperimentare, attraverso l’esperienza diretta, uno stile di vita fondato su alimentazione sana, movimento naturale, relazioni autentiche e connessione profonda con sé stessi e con la natura. Una settimana per rallentare, ascoltarsi e riscoprire un benessere essenziale e duraturo, fuori dal rumore del mondo.

Cosa sono le Blue Zone

Il concetto di Blue Zone nasce da un’indagine condotta nei primi anni Duemila da Dan Buettner, esploratore e divulgatore del National Geographic, in collaborazione con un team di medici, demografi e antropologi. L’obiettivo era comprendere perché in alcune zone del mondo si concentrassero più ultranovantenni e centenari attivi, autonomi e in buona salute rispetto ad altre.

Le aree individuate sono cinque: Okinawa in Giappone, Ikaria in Grecia, Nicoya in Costa Rica, Loma Linda in California e l’Ogliastra in Sardegna. In questi territori i ricercatori hanno osservato che la longevità non dipende tanto dalla genetica, quanto da fattori culturali e ambientali. Si tratta di comunità in cui lo stile di vita è semplice ma profondo: ci si muove ogni giorno, si mangia in modo sobrio e genuino, si coltivano relazioni solide, si vive con uno scopo e in sintonia con la natura.

Paesaggio montano dell’Ogliastra, una delle Blue Zone del mondo situata in Sardegna
L’Ogliastra, in Sardegna, è una delle Blue Zone più longeve al mondo

I nove pilastri di una vita longeva

Dallo studio delle Blue Zone è emerso un insieme di pratiche condivise che, pur declinate in contesti culturali diversi, mostrano sorprendenti tratti comuni. Sono state sintetizzate da Dan Buettner con il nome di Power 9®: nove abitudini che sembrano favorire una lunga vita in salute. Tutte le comunità longeve si muovono ogni giorno in modo naturale. Non vanno in palestra, ma camminano, coltivano l’orto, fanno lavori manuali, accudendo persone, animali o piante. Il movimento è parte della vita, non un’attività separata. 

Allo stesso modo, è sempre presente un senso di scopo: sapere perché ci si alza ogni mattina, sentire che la propria esistenza ha un significato. Questo si accompagna a un ritmo più lento, che include momenti di riposo, ritualità e riduzione dello stress. Anche l’alimentazione ha un ruolo chiave: in tutte le Blue Zone si mangia poco, semplice e con moderazione. Esiste una regola ricorrente, chiamata principio dell’80%, che invita a fermarsi prima di sentirsi completamente sazi. 

Costa rocciosa e mare cristallino di Ikaria, una delle Blue Zone del mondo situata in Grecia
Ikaria, in Grecia, è una delle cinque Blue Zone mondiali studiate per l’eccezionale longevità della popolazione

Le diete sono prevalentemente vegetali, ricche di legumi, cereali integrali, frutta e verdura fresca. In alcune culture si consuma un bicchiere di vino al giorno, ma sempre in compagnia, mai da soli. Altrettanto centrale è la spiritualità, intesa come partecipazione a una comunità o pratica interiore regolare, non necessariamente religiosa. Infine ci sono due aspetti decisivi che legano tutte le comunità longeve: la famiglia viene messa al primo posto e le relazioni sociali sono solide, stabili, nutrienti. Le persone longeve non vivono isolate, ma circondate da reti affettive forti, da amici, parenti, vicini, in comunità che danno senso e supporto quotidiano.

Un’esperienza residenziale ispirata alle Blue Zone

La proposta di Autosufficienza non nasce come copia o simulazione di un modello esterno, ma come convergenza naturale di pratiche già in atto. Alimentazione sana e locale, movimento integrato nella quotidianità, cura delle relazioni, progettazione condivisa: elementi che, pur in modo spontaneo, erano già al centro della vita comunitaria di Autosufficienza.

Vuoi approfondire?

Nel 2021 Italia che Cambia ha dedicato un reportage all’Ogliastra, una delle cinque Blue Zone mondiali.

«Diversi di questi elementi erano emersi naturalmente», racconta Stefano Bellini, tra gli organizzatori del ritiro. «Tutti quelli che riguardano il nutrimento, il movimento, ma anche la costruzione di una visione comune sono da sempre alla base del funzionamento di Autosufficienza. I Power Nine ci hanno dato una cornice in cui riconoscerci e da cui trarre ispirazione per immaginare il futuro».

Il ritiro in programma dal 20 al 26 settembre si propone quindi come un’occasione per entrare in risonanza con quei principi, vivendoli in prima persona. Non si tratta di una lezione frontale o di una teoria da studiare, ma di una settimana di vita condivisa, esperienze pratiche e immersione nella quotidianità: dalla cucina ai laboratori, dalle pratiche corporee ai momenti di comunità. «È una forma di sapienza antica, olistica, che la modernità ha un po’ smarrito», continua Bellini. «Non vogliamo misurare tutto con numeri o formule scientifiche. Le intuizioni dei popoli delle Blue Zone ci restituiscono un’idea più umana e profonda di salute, che è terapeutica già nel modo in cui viene vissuta».

okinawa blue zone giappone

Tra benessere, educazione e comunità

L’approccio di Autosufficienza non separa mai il tema della salute da quello della relazione e dell’apprendimento. I ritiri, come quello in arrivo a settembre, sono pensati come esperienze educative e trasformative, in cui le persone non solo apprendono contenuti, ma si mettono in gioco, si confrontano, riscoprono se stesse e gli altri.

«È importante che questi percorsi siano collettivi, perché la comunità amplifica l’effetto del cambiamento», spiega Bellini. «Spesso chi partecipa si ritrova in una piccola tribù temporanea, in cui può sentirsi accolta, sostenuta, vista. Questo è parte integrante della cura, tanto quanto il cibo o il silenzio». Alla fine del ritiro, ciò che resta non è solo una manciata di informazioni in più, ma una sensazione di pienezza, di connessione, di possibile trasformazione. Come se, almeno per qualche giorno, fosse possibile tornare a un modo di vivere più sano, più vero. E portarne un frammento nel quotidiano.

Per info e iscrizioni clicca qui.

Informazioni chiave

Una settimana di immersione

Dal 20 al 26 settembre, un’esperienza residenziale per vivere in prima persona i principi delle Blue Zone, le aree del mondo dove la gente vive più a lungo.

Salute, relazioni e scopo

Il ritiro si concentra su tre pilastri fondamentali: cura del corpo, relazioni autentiche e senso profondo della vita.

Non solo teoria

I contenuti non vengono solo trasmessi, ma vissuti: si cucina, si cammina, si condivide, si medita insieme.

Un contesto che trasforma

La Fattoria dell’Autosufficienza diventa un laboratorio di benessere, educazione e comunità.