23 Ottobre 2025 | Tempo lettura: 6 minuti

Angelo Cattaneo: lavoriamo in gruppo per riscoprire la nostra umanità

Angelo Cattaneo, ci racconta come nella sua esperienza, mettendo al centro le relazioni autentiche con l’altra/o, si possa ritrovare sé stessi, affrontare il dolore e riconnettersi persino con la ricerca del divino.

Autore: Daniel Tarozzi
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“Angelo è un essere umano che ha vissuto a diversi livelli di coscienza e ciò che ha compreso è che senza umanità non può esserci spiritualità“. Così Angelo Cattaneo presenta sé stesso e in questa frase c’è già il cuore del suo lavoro: un invito a tornare all’essenza, a riconoscere che la crescita personale e spirituale passa sempre attraverso la relazione umana, autentica e incarnata. Angelo è spiritual healer, somatic Experiencing Practitioner, professional counselor advanced e formatore e si occupa come esperto in riequilibrio del sistema nervoso di aiutare le persone a superare conflitti interiori, traumi e shock emotivi.

«Profondamente mi metto al servizio affinché ogni individuo possa intraprendere nuovi movimenti verso la vita rispetto al proprio campo di nascita – storia familiare e generazionale. Per aprirsi alla vita e tenere il cuore aperto aiuto le persone a riappropriarsi o risvegliare alcune risorse come la fiducia, il sostegno, l’intelligenza intuitiva, la vitalità e vivacità», esordisce Angelo Cattaneo.

Angelo Cattaneo
 Raduno Nazionale con alcuni dei componenti dei rispettivi gruppi Brothers in Action e Be Yourself in Liguria (giugno 2025)

Sul suo sito www.joytrainer.it racconta di voler “portare gioia e consapevolezza nelle relazioni“, aiutando le persone a ritrovare dentro di sé la sorgente della vita, dell’amore e della presenza. Negli ultimi nove anni ha ideato e condotto gruppi di crescita personale dedicati sia agli uomini che alle donne, nati dal primo percorso “Papà in azione” – di cui parlammo qui – e poi evoluti nei gruppi “Brother in Action” e nel corrispettivo femminile “Be Yourself”. «La peculiarità di questi gruppi – spiega – è insegnare alle persone a riscoprire nel modo più autentico cos’è l’umanità. Non si tratta di acquisire nuove competenze o tecniche, ma di entrare in relazione, di aprirsi a come l’altro si muove dentro di noi».

In un mondo in cui l’individualismo è divenuto quasi un religione quindi, Angelo Cattaneo mette al centro le relazioni, quelle autentiche, sottolineando come persino la ricerca spirituale rischi di diventare una fuga dalla relazione: «Molti si spostano nel mondo della spiritualità o della presenza mentale perché non riescono a stare in una relazione umana forte e autentica, in cui ci sia spazio per sé e per l’altro. Così si cerca di sublimare il dolore proiettando sul divino cose che non gli appartengono».

Nei suoi gruppi – che si svolgono online con 18 incontri l’anno, di circa due ore e mezza ciascuno, a cadenza quindicinale, e che si concludono con un raduno nazionale in Liguria, a Castelbianco – l’obiettivo è riportare la spiritualità nel corpo e nella relazione. «Alla base di una sofferenza psicologica c’è sempre anche una sofferenza fisiologica. Il gruppo aiuta a co-regolare il sistema nervoso: quando una o più persone funzionano in modo coerente — battito, respiro, tono muscolare — chi arriva beneficia di quella armonia. È qualcosa che si sente, non solo a livello fisico ma anche più sottile».

Angelo Cattaneo
Ci sono anche Marco e Lucia, così come altre coppie presenti all’interno dei rispettivi gruppi. Ognuno partecipa attivamente all’interno del suo gruppo di  crescita personale. Crescere insieme anche come coppia è meraviglioso

Il lavoro con il maschile e con il femminile si fonda sugli stessi principi, ma in spazi separati per permettere un’apertura più profonda e autentica. «La separazione tra uomini e donne serve a evitare proiezioni o dinamiche di difesa. Ma alcuni incontri li facciamo insieme, per integrare e riconoscere i due poli. In entrambi i gruppi si lavora sull’umanità, sulla possibilità di vivere relazioni autentiche, di abbattere quel velo di facciata e di maschera con cui spesso andiamo nel mondo».

Nel tempo i temi affrontati sono cambiati: «Siamo partiti da rabbia e gestione del conflitto, ma ho capito che ciò che tutti desiderano è imparare a tenere il cuore aperto, anche di fronte al dolore o al trauma. Chi resta nel gruppo diventa più vulnerabile, quindi più forte. E molti arrivano perché vedono un amico o un partner stare meglio». Spesso, racconta, «chi entra nel gruppo comincia poi a incontrare gli altri anche fuori dagli incontri». Si creano legami, connessioni, piccole comunità di persone che continuano a sostenersi nella vita quotidiana.

C’è anche una dimensione spirituale profonda nel suo approccio: «In molti scoprono che, escludendo Dio dalla propria vita, si finisce col divenire “morti viventi”. Senza un sostegno autentico e profondo non c’è pace. Dobbiamo riscoprire la nostra dignità di esseri umani, il nostro essere Amore». Angelo si emoziona mentre racconta quanto il gruppo abbia trasformato anche lui: «Per me è una benedizione. Mi ha permesso di uscire allo scoperto, di lasciarmi andare, di aprirmi. Prima lavoravo solo sul sistema nervoso; grazie al gruppo ho cominciato a sentire la forza della condivisione, la potenza della presenza reciproca».

la crescita personale e spirituale passa sempre attraverso la relazione umana, autentica e incarnata

Uno dei focus principali di questi lavori è la riconciliazione con il maschile: «Molte favole ci insegnano a diffidare del lupo, del padre, del maschio. Ma ogni volta che escludiamo qualcuno, il campo familiare si contrae e chi viene dopo porta quel destino». È quindi fondamentale guarire le proprie ferite, riconnettersi con le proprie origini e il lavoro di gruppo, portando i partecipanti a costruire nuovi ambiti relazionali, può aiutare ad ottenere questo risultato.

Allo stesso tempo, dobbiamo abbandonare il vecchio modello di maschio, senza buttare “il bambino con l’acqua sporca”: «Oggi il maschile vive una grande difficoltà a esprimersi, ma non è vero che mancano figure forti, concrete, sagge: io le incontro ogni giorno». Maschile e femminile sono dentro ogni essere umano, quindi questi discorsi riguardano tutte e tutti. Figli inclusi: «A volte, aiutando noi stessi, aiutiamo anche i nostri figli indirettamente. Tutto cambia quando stiamo bene con noi stessi».

Per Angelo Cattaneo la gioia – come suggerisce il nome “Joy Trainer”, il marchio che ha registrato quasi vent’anni fa – non è un’emozione effimera ma «l’apertura alla vita». E il gruppo è il luogo in cui questa apertura diventa possibile: «Io per primo ho sperimentato la difficoltà di farcela da solo. È per questo che credo nei gruppi: perché ci ricordano che non siamo soli, che insieme possiamo imparare ad amare e a vivere con il cuore aperto». Chi sente risuonare queste parole può scoprire di più sul suo percorso sul sito www.joytrainer.it: non per aderire a un metodo, ma per incontrare una possibilità – quella di tornare umani, in relazione, insieme.