Blackout in Spagna e Portogallo: non fu colpa delle energie rinnovabili
Il blackout in Spagna e Portogallo verificatosi il 28 aprile scorso è da imputare a una sovratensione, come spigega un recente report indipendente.
Ricordate il provocatorio commento – “quando leghi il tuo destino al meteo, ti esponi a rischi inevitabili” – del Segretario dell’Energia americano e grande sostenitore dei combustibili fossili Chris Wright a seguito del blackout in Spagna e Portogallo che lasciò buona parte della penisola iberica senza elettricità il 28 aprile scorso? Un recente studio condotto da Entso-e – European network of transmission system operators for electricity ha appurato che la sovratensione a cascata è stata la causa principale che ha portato al collasso della rete.
In particolare la Spagna sta investendo molto sulle energie rinnovabili: due anni fa nel paese iberico la quota rinnovabile ha superato il 50% della produzione complessiva e oggi si stima che sia intorno all’80%. Addirittura il 16 aprile, pochi giorni prima del blackout, il mix eolico più fotovoltaico è riuscito a rispondere al 100% della domanda, per la prima volta in un giorno feriale. Questo ha avuto un impatto estremamente positivo anche sui costi, che in Spagna sono del 32% inferiori rispetto alla media europea. Ma ha anche attirato le antipatie del mercato dei combustibili fossili, che non perde occasione per criticare il modello spagnolo.
Come il Segretario dell’Energia americano, sono stati molti ad addossare le responsabilità del blackout in Spagna e Portogallo a eolico e fotovoltaico, considerati inaffidabili. Invece il report di Entso-e scagiona le energie rinnovabili e sancisce che la causa principale è stata una sovratensione. Come spiega Greenreport, “le misure adottate dal gestore per smorzare le oscillazioni precedenti al blackout hanno creato condizioni favorevoli all’aumento della tensione. Nel frattempo, erano connesse relativamente poche centrali termoelettriche per fornire servizi di controllo della tensione e alcuni trasformatori che immettevano energia rinnovabile in rete sembrano essersi disconnessi prematuramente quando il sistema si è destabilizzato”.
Proprio in questi giorni, il gestore spagnolo si sta muovendo per evitare che il blackout si ripeta. Il massiccio ricorso a impianti eolici e fotovoltaici infatti può provocare disconnessioni di massa dalla rete, con conseguenti sbalzi di tensione che la struttura attuale non è in grado di reggere poiché ancora tarata sui modelli di produzione fossili. Come spiega anche il Politecnico di Torino infatti, “il cambio di rotta nel contesto della generazione impone nuove sfide anche al controllo dei sistemi, che deve essere riadattato ai nuovi sistemi in una direzione sempre più distribuita. Cruciale a questo proposito è il controllo e la regolazione di tensione”.







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