Al via una campagna di comunicazione a favore del nucleare di 7,5 milioni di euro
Il governo Meloni punta su una comunicazione che rilancia il nucleare nonostante i primi impianti potrebbero essere pronti solo a metà del prossimo decennio.
Il governo Meloni ha deciso di spendere 7,5 milioni di euro nel biennio 2025-2026, per una campagna di comunicazione istituzionale dedicata al nucleare e finalizzata a far conoscere alla popolazione i vantaggi delle nuove tecnologie così come previsto dalla legge delega per lo sviluppo del “nuovo nucleare sostenibile” approvata dal Governo a febbraio.
Il testo – che come ha commentato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, darà all’Italia l’opportunità di sviluppare un’energia sicura, pulita, innovativa e orientata alla decarbonizzazione – in realtà fa riferimento a tecnologie che ancora non sono disponibili. Il quadro legislativo non sarà pronto prima della fine del 2027, mentre i primi impianti non saranno pronti prima della metà del prossimo decennio.
Il governo Meloni ha deciso di finanziare la comunicazione a favore del nucleare nonostante il 91% degli italiani non sia favorevole ad avere una centrale vicina e il 93% pensi che bisogna investire sulle energie rinnovabili. Nel 2024 in Italia sono stati installati 7,48 GW di impianti rinnovabili; se il piano nucleare andrà in porto, e questo significa che i piccoli reattori modulari Smr, oggi presenti con tre impianti in Russia e in Cina, saranno commerciabili, verranno installate 0,4 GW di Smr nel 2035, per arrivare al 2050 con complessivi 7,6 GW di nucleare da fissione e 0,4 GW da fusione.
E mentre si finanzia la comunicazione sul nucleare, le energie rinnovabili non hanno voce nonostante il ruolo centrale per la transizione energetica in corso. Impianti esistenti e funzionanti, al contrario di quelli previsti dal nucleare, assenti dalla comunicazione istituzionale e in pasto spesso a una narrazione disinformata che li vede come minaccia e non come opportunità.
A questo si aggiunge anche un problema più strutturale: la Commissione tecnica PNRR-PNIEC, che è l’organismo da cui passano le valutazioni ambientali dei progetti più rilevanti, non ha il giusto organico e le giuste risorse. E mentre si sottolinea la necessità di accelerare la transizione, i tempi burocratici delle pratiche si allungano. Per risolvere questo problema quale strategia migliore se non quella di finanziare la narrazione sul nucleare?







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