In Cina le emissioni di gas serra hanno smesso di crescere da 18 mesi
Le emissioni di CO₂ cinesi sono stabili o in calo da 18 mesi grazie al boom di rinnovabili. Un passo importante verso il picco prima del 2030.
Negli ultimi 18 mesi le emissioni di CO₂ della Cina sono rimaste piatte o hanno iniziato a calare. A dare la notizia è un’analisi del Centre for Research on Energy and Clean Air pubblicata da Carbon Brief e ripresa da diverse testate internazionali.
La Cina attualmente è il più grande emettitore del pianeta, da sola pesa per quasi un terzo delle emissioni globali di gas serra, causa del cambiamento climatico in atto. Questi nuovi dati indicano che il picco delle emissioni potrebbe essere stato raggiunto diversi anni prima dell’obiettivo ufficiale del 2030. La notizia arriva mentre a Belém, in Brasile, è in corso la COP30, dove il ruolo di Pechino è osservato con particolare attenzione.
A trainare questa apparente svolta è l’esplosione delle energie rinnovabili. Nel solo terzo trimestre del 2025 la produzione da solare è cresciuta del 46 per cento e quella da eolico dell’11 per cento, abbastanza da compensare l’aumento della domanda elettrica senza far crescere le emissioni del settore energetico. Nei primi nove mesi dell’anno la Cina ha aggiunto circa 240 gigawatt di nuova capacità solare e 61 gigawatt di eolico, dopo il record del 2024, quando aveva installato 333 gigawatt di fotovoltaico, più del resto del mondo messo insieme. In parallelo sono calate le emissioni provenienti da cemento, acciaio e trasporti, in parte in seguito alla crisi immobiliare, ma anche grazie a una maggiore efficienza e alla diffusione dei veicoli elettrici.
Il quadro, però, è «finemente bilanciato», come sottolinea la ricerca: mentre alcuni settori si decarbonizzano, altri vanno nella direzione opposta. La domanda di petrolio nei trasporti è scesa di circa il 5 per cento nel terzo trimestre, ma le emissioni legate alla produzione di plastica e di altri prodotti chimici sono aumentate del 10 per cento. Sullo sfondo resta l’ambivalenza della politica energetica cinese: accanto all’espansione record delle rinnovabili, il Paese continua a mettere in funzione nuove centrali a carbone, con decine di gigawatt di potenza aggiunta solo nel 2025.
Nel 2025 Pechino ha presentato nuovi target, che includono di ridurre le emissioni complessive di gas serra del 7-10 per cento rispetto al livello massimo entro il 2035. Secondo vari centri di ricerca, però, questo non è sufficiente per allinearsi con il limite di 1,5°C. Servirebbe una riduzione di circa il 30 per cento entro il 2035.
Da questo punto di vista diventa sempre più importante il prossimo Quindicesimo Piano Quinquennale (2026-2030), che definirà le priorità di sviluppo del Paese. Diverse anticipazioni indicano che i sistemi energetici a basse emissioni saranno al centro del Piano, ma la partita è ancora aperta: quanto spazio verrà dato a efficienza, rinnovabili e reti intelligenti, e quanto al prolungamento dell’era del carbone? Al momento la Cina sembra orientata ad assumere un ruolo di leader nella lotta al cambiamento climatico, come confermano anche alcune indiscrezioni trapelate da Belém. I prossimi mesi potrebbero confermare o smentire questa ambizione.







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