Extinction Rebellion e la rete antimilitarista hanno bloccato l’ingresso di un evento dell’industria bellica

All’Oval del Lingotto, l’imponente palazzetto sportivo costruito per ospitare parte dei Giochi olimpici invernali di Torino 2006, a Torino, si è aperta ieri, 2 dicembre, la decima edizione dell’Aerospace & Defense Meetings (A&DM), una delle principali business convention internazionali dedicate all’industria aerospaziale e della difesa.

Un evento – sostenuto da Regione Piemonte e Camera di commercio di Torino e organizzato dalla società abe-BCI Aerospace insieme a Ceipiemonte e ICE – che riunisce oltre 3.000 partecipanti, più di 800 aziende e circa 300 acquirenti da 35 Paesi, con incontri B2B, conferenze e workshop su innovazione, green aviation, economia lunare, difesa e cybersecurity.

Fuori dal palazzetto, però, il clima è molto diverso. Extinction Rebellion Torino e l’assemblea antimilitarista hanno lanciato una mobilitazione che, nelle loro intenzioni, punta a bloccare gli accessi alla fiera, descritta come “mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra”. Già nei giorni precedenti un corteo antimilitarista con alcune centinaia di persone aveva attraversato la città, mentre per l’apertura era stato annunciato un presidio davanti all’ingresso principale dell’Oval, in un contesto di misure di sicurezza rafforzate e di “Lingotto blindato”, come lo definiscono le cronache locali.

Nel comunicato diffuso da Extinction Rebellion Torino gli attivisti dichiarano l’intenzione di “fermare le aziende le cui attività hanno causato perdita di vite umane e distruzione di interi ecosistemi”. Aziende che il movimento collega direttamente a conflitti armati e impatti ambientali. Secondo XR, l’evento torinese non è solo un luogo di incontro tra imprese e istituzioni, ma uno spazio dove si stringono accordi che alimentano sia la guerra sia la crisi climatica.

Extinction Rebellion è un movimento internazionale di disobbedienza civile nonviolenta nato nel Regno Unito e presente dal 2019 anche in Italia, con gruppi locali in città come Torino, Roma, Milano e Bologna. Il nodo torinese è fra i più attivi e negli ultimi anni ha realizzato azioni simboliche, blocchi stradali e interventi creativi per spingere governi e istituzioni a trattare la crisi climatica come un’emergenza reale.

Il rapporto fra Extinction Rebellion Torino e l’Aerospace & Defense Meetings non nasce oggi. Nel 2023 alcune attiviste, vestite da astronaute, si erano appese alla passerella olimpica davanti all’Oval srotolando bandiere della pace e uno striscione, bloccando di fatto l’accesso stradale all’evento. In un altro blitz sette persone avevano occupato il tetto della struttura con la scritta “Qui si finanzia guerra e crisi climatica”. Quelle azioni avevano portato a denunce, fogli di via e misure di prevenzione, poi in parte annullate dal TAR del Piemonte, che ha riconosciuto il carattere non pericoloso e pacifico della protesta.