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news
9:14 6 Novembre 2025 | Tempo lettura: 3 minuti

L’Italia smetta di vendere armi agli Emirati Arabi, che sostengono il genocidio in Sudan

La Rete Pace e Disarmo diffonde un comunicato in cui chiede al Governo italiano di interrompere gli scambi commerciali di armi con gli Emirati Arabi Uniti, principali supporter delle milizie irregolari sudanesi.

Autore: Redazione
emirati arabi sudan

“La Rete Italiana Pace Disarmo chiede al Governo italiano di sospendere immediatamente ogni esportazione militare verso gli Emirati Arabi Uniti. Non è più possibile ignorare il ruolo che le autorità emiratine hanno nella sanguinosa guerra civile in corso da mesi in Sudan: la filiera delle corresponsabilità deve essere interrotta”. Si apre così il messaggio che la Rete – un coordinamento di oltre 60 realtà della società civile italiana attiva da sempre sui temi della pace, del controllo dell’export di armi, del disarmo umanitario – rivolge al Governo Meloni.

Come spiega la Rete Pace e Disarmo, “gli Emirati Arabi Uniti nel 2024 sono stati il 7° Paese destinatario di autorizzazioni all’export militare rilasciate ad aziende italiane con 294 milioni € di controvalore totale (Relazione al Parlamento 185/90). E non si tratta affatto di un episodio isolato o congiunturale: negli ultimi 5 anni il totale complessivo delle autorizzazioni italiane verso gli EAU sfiora 650 milioni di euro”. Molte delle forniture – come armi automatiche, munizioni e software – possono passare senza problemi da una mano all’altra e si prestano bene a uno scambio illegale con le milizie sudanesi.

Dopo l’interruzione della vendita di armi agli Emirati Arabi introdotta nel 2019 e successivamente edulcorata nel 2021, nel 2023 l’attuale Governo ha revocato il provvedimento ricominciando a vendere materiale bellico allo Stato del golfo. Secondo i dati di Mondopoli, gli Emirati Arabi sono il paese con la più alta spesa militare pro capite al mondo. La decisione del Governo è stata motivata con la notizia di un disimpegno emiratino nella guerra in Yemen. Ma in Sudan?

Prima dell’estate si è verificata una crisi diplomatica fra il Governo ufficiale sudanese e quello degli Emirati Arabi, accusati di sostenere le forze ribelli. Il Governo emiratino ha negato un coinvolgimento diretto, ma diverse fonti indipendenti – fra cui il giornale francese Le Monde e l’agenzia Reuters – sostengono che gli Emirati supportino le RSF, le milizie irregolari del generale Hemedti che da aprile 2023 – ma in realtà anche da prima – stanno portando avanti la loro guerra con metodi genocidiari. Va detto che anche la fazione opposta – le Forze Armate Sudanesi, l’esercito ufficiale guidato da al-Burhan – non si discostano molto dai ribelli per quanto riguarda metodi e modalità.

“Non è possibile denunciare i massacri e la catastrofe umanitaria in corso Sudan e continuare a essere parte delle filiere militari e politiche che alimentano questa stessa guerra“, conclude la Rete Pace e Disarmo. “L’Italia deve fermare subito ogni trasferimento di armi verso gli Emirati Arabi Uniti, cancellare le autorizzazioni già concesse che possano configurare una triangolazione verso il Sudan e chiedere con forza al governo di Abu Dhabi di interrompere qualsiasi sostegno a gruppi armati coinvolti nel conflitto”.

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