NGT, la Rete Semi Rurali lancia un’iniziativa per dire stop ai nuovi OGM
La Rete Semi Rurali lancia un’iniziativa per fermare la deregolamentazione dei nuovi organismi geneticamente modificati, gli NGT.

Prima gli OGM ora le NGT. Per i favorevoli le New Genomic Techniques sembrano essere la soluzione a molti dei problemi che l’agricoltura si trova ad affrontare anche a causa degli effetti del cambiamento climatico: sicurezza alimentare, sostenibilità globale delle risorse naturali e garanzia di sostentamento per chi popola le aree rurali.
Un’impostazione ideologica che non convince tutti. Il dibattito rispetto all’utilizzo di OGM, e adesso delle NGT, è sempre stato molto acceso. Diverse le preoccupazioni, per chi non è favorevole all’utilizzo, principalmente relative alla sicurezza alimentare, all’impatto ambientale e alle implicazioni etiche.
In Italia, nonostante le Direttive europee, sono sempre state vietate le coltivazioni OGM, ma non l’importazione di alimenti e mangimi che si producono direttamente o indirettamente a partire da OGM. La soia coltivata nel mondo, ad esempio, è in gran parte geneticamente modificata, quasi tutti gli alimenti che la contengono sono quindi prodotti OGM. Lo stesso vale per i mangimi a base di soia per gli animali.
Con l’avvento delle NGT, New Genomic Techniques, in Italia dette anche Tea, Tecniche di Evoluzione Assistita – che si differenziano dagli OGM tradizionali per modifiche più precise e mirate al DNA che non prevedono l’inserimento di geni estranei – si profilano nuove sfide. Il Parlamento europeo ha dato il via libera al regolamento sulle NGT e ha deciso di esentare dalla maggior parte dei requisiti di sicurezza previsti per gli OGM tutte le piante ottenute entro un limite di modifiche genetiche.
In generale, le politiche favorevoli del Green Deal sono state messe in discussione, soprattutto a seguito della crisi economica e del periodo post pandemico, per sostenere nuovi modelli in nome di una maggiore produttività e a discapito di una transizione agroecologica che punta, invece, alla biodiversità e alla diversificazione delle produzioni nel rispetto delle esigenze del territorio e delle comunità locali.
L’Italia, con l’approvazione di un emendamento al Decreto Siccità del 2023, ha dato il benestare alla sperimentazione in campo aperto dei nuovi OGM abolendo quelle misure in più, rispetto alle valutazioni previste dall’Ue, che hanno contribuito per anni a posizionare la normativa italiana come una delle più restrittive dell’ambito.
La Rete Semi Rurali ha lanciato un’iniziativa per dire “Stop ai nuovi OGM” attraverso una mobilitazione numerosa e pacifica. Basta contattare i parlamentari europei con un’email affinché anche loro dicano Stop ai nuovi OGM.
Secondo la Rete, gli NGT renderebbero sempre più fragili i territori e aumenterebbero la dipendenza dei coltivatori e dei consumatori dalle multinazionali agroindustriali interessate a smantellare gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione dei rischi oggi in vigore per questi prodotti. Ricordiamo che la sentenza della Corte UE del 25 luglio 2018 ha applicato il principio di precauzione ai nuovi OGM equiparandoli a quelli tradizionali.
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